“Faces of the East”: la vita nello spazio post sovietico attraverso la lente di un tedesco

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DANIEL CHALYAN
Philipp Lausberg ama viaggiare in lungo e in largo per la Russia e altre repubbliche dell’ex Urss e raccogliere ritratti di persone e le loro storie uniche, che poi pubblica su una bella pagina Facebook

Philipp Lausberg è nato a Monaco di Baviera, ha preso una laurea in “History and Politics” a Oxford e attualmente è ricercatore presso l’Università di Anversa, in Belgio. Ha viaggiato a lungo avanti e indietro tra Germania e Russia facendo stage e qualche strano lavoro solo per poter tornare e trovare i suoi amici. E, come dice, visto che Mosca fa presa su di lui, gli piacerebbe vivere di nuovo qui, se ne avesse la possibilità.

Con il suo progettoFacebook “Faces of the East”, sta facendo un bellissimo lavoro di combinazione di foto e storie, raccontandolo la realtà e dando al suo pubblico uno sguardo senza fronzoli sulle vite degli Stati post-sovietici.

Le didascalie sotto le foto sono una riduzione di quello che troverete sulla sua pagina Facebook

“Sono sempre stato affascinato dalla Russia e da altri Paesi post-sovietici, ho imparato il russo, ho lavorato e vissuto a Mosca e continuo a tornarci per andare a trovare gli amici e per viaggiare”. 

“Una cosa che mi ha sempre colpito di questa parte del mondo è l’abbondanza di personaggi peculiari con storie di vita uniche. Tanti di questi personaggi che si incontrano sono strani, oscuri, assurdi, divertenti o tristi e sempre profondi. In breve, toccano l’intero spettro dell’esperienza umana dal buio alla luce, in un modo non filtrato e intenso che raramente si incontra in Occidente.” 

“Mi piace in particolare analizzare come gli sviluppi politici, sociali ed economici hanno modellato e sono stati modellati dalle persone, e come le singole storie di vita si siano adattate ai più grandi sviluppi attuali e storici, che sono stati così turbolenti nello spazio post-sovietico”.

“In effetti, le storie di vita spesso sono plasmate dall’esperienza del comunismo, del terrore staliniano, delle deportazioni, delle guerre, ma anche di grandi conquiste tecnologiche, arte e cooperazione pacifica e dal mescolamento di così tanti popoli diversi con le loro culture e storie. Probabilmente non c’è nessun altro posto al mondo così ricco di storie uniche e spesso folli.”

“Anche se sono sempre stato affascinato da questo tipo di storie, in un viaggio in Asia Сentrale nel 2016 ho anche iniziato a scattare ritratti delle persone. Quando sono arrivato ad Almaty, in Kazakistan, per andare a trovare un amico, sono rimasto affascinato dall’unicità dei volti delle persone… Potevi incontrare un ragazzo dai lineamenti asiatici e dagli occhi azzurri, il cui nonno tedesco e la nonna coreana erano stati deportati dalle loro rispettive terre di provenienza nella steppa kazaka durante il periodo di Stalin, mentre l’altro nonno era un ucraino, venuto come scienziato missilistico a lavorare a Bajkonur, sposato a una calmucca arrivata qui come membro entusiasta del Komsomol (la gioventù comunista) per sviluppare le “terre vergini” del Kazakistan.”

“Ho scherzato con i miei amici dicendo che la gente dell’Asia centrale, o addirittura dell’intero mondo post-sovietico, stava portando l’essere hipster a un altro livello. Mentre altrove le persone cercano di distinguersi principalmente con l’abbigliamento o gli accessori per risultare uniche, le persone dell’Asia Centrale si distinguono già solo con i loro volti e le loro storie eccezionali.” 

“Così ho iniziato a collezionare questi ritratti e li ho postati insieme a piccole storie sulla mia pagina Facebook. Questo è diventato in qualche modo un mio hobby permanente. Ormai ho diverse centinaia di ritratti con storie, principalmente dalla Russia e dall’Asia Centrale, ma anche da Ucraina, Armenia, Georgia, Bielorussia e della diaspora di lingua russa in Europa, oltre che dal Medio Oriente e dall’Africa.”

“Molti amici mi hanno consigliato di rendere i ritratti e le storie accessibili a un pubblico più ampio e così di recente ho creato una pagina Facebook chiamata” Face of the East” su cui pubblico regolarmente nuove storie.” 

“Attualmente sto pubblicando principalmente le immagini di un viaggio attraverso la Russia fatto durante il periodo dei Mondiali di calcio della scorsa estate, che mi ha portato da Mosca a Nizhnij Novgorod e poi lungo il Volga attraverso Ciuvascia e Tatarstan, fino a Uljanovsk, Samara, Saratov, Volgograd e ancora in Calmucchia, nelle città termali del Caucaso settentrionale, in Cabardino-Balcaria e più avanti attraverso la Cecenia, fino al Daghestan.” 

“L’immensa ricchezza culturale della regione post-sovietica e le sue identità spesso stratificate non sono solo affascinanti, ma anche ampiamente sconosciute in Occidente. Ecco perché sto cercando di trasmettere impressioni a livello personale da una regione che è ancora in gran parte nota solo attraverso stereotipi negativi e semplicistici e a cui si rivolge un’attenzione limitata alle sue politiche di potere”.

“Mi sono ispirato anche ai libri del premio Nobel Svetlana Aleksievich, come ‘Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo’, in cui pubblica interviste a persone dell’ex Unione Sovietica che descrivevano le loro storie di vita incredibili e spesso tragiche.”

Philipp ha molto, molto altro da mostrarci, e la sua pagina “Faces of the East” non è che un piccolo assaggio di ciò che accadrà nel prossimo futuro. Se le decine di foto che avete visto vi sono piaciute, rimanete sintonizzati! Molto altro seguirà.

Philipp aggiorna di tanto in tanto la pagina ‘Faces of the East’ con nuove storie fotografiche sulla vita post-sovietica.

 

Che volto ha la profonda provincia russa? Le foto di Dmitrij Markov (https://it.rbth.com/lifestyle/80260-provincia-russa)