Pattinaggio di figura: come la principessa ha sconfitto la regina nel derby russo

Reuters
La quindicenne Alina Zagitova ha strappato l’oro all’amica e compagna di allenamenti Evgenia Medvedeva, 18 anni, che dal 2015 dominava a livello mondiale e segnava sempre nuovi record. Perché alle Olimpiadi a volte la spuntano gli outsider, e in cosa sono simili e in cosa differiscono queste due straordinarie campionesse?

Le gare individuali di pattinaggio di figura femminile sono state la ciliegina sulla torta dei Giochi Olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud, che si chiudono domenica 25 febbraio. Questa disciplina vive negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione, grazie alla giovane star russa Evgenia Medvedeva (è nata il 19 novembre 1999), che ha introdotto livelli record di complessità tecnica. Ma alle Olimpiadi il suo genio è stato sfidato e sopraffatto da un altrettanto maestoso talento russo, quello della quindicenne Alina Zagitova (nata il 18 maggio del 2002).

Gli outsider protagonisti alle Olimpiadi
Il pattinaggio di figura femminile è di solito uno sport guidato dalle emozioni. In questo caso, la classifica finale può lasciare di stucco gli stessi addetti ai lavori. Spesso i favoriti non riescono a soddisfare le aspettative. Soprattutto se si tratta delle Olimpiadi, dove la forza mentale e la fortuna giocano spesso un ruolo importante e superano addirittura le abilità tecniche.
Molti campioni olimpici degli ultimi anni sono saltati fuori dal nulla. È pura statistica: artisti del calibro di Sarah Hughes (Salt Lake City, 2002), Tara Lipinski (Nagano, 1998) e Adelina Sotnikova (Sochi, 2014) sono chiari esempi di come gli outsider possano facilmente rubare la scena, scalzando dal gradino più alto del podio i leader affermati, che tanto avevano faticato per dare il loro meglio in questa particolare occasione. Le Olimpiadi del 2018 sono state vinte da un altro outsider. Chi avrebbe mai potuto immaginare un anno fa che Alina Zagitova sarebbe salita sul tetto del mondo?

La regina e la principessa
Negli ultimi anni, il mondo dei pattinaggio di figura singolo femminile non avrebbe potuto essere meno prevedibile. Evgenia Medvedeva si è guadagnata una reputazione inattaccabile vincendo ogni possibile competizione nel corso di due stagioni consecutive a partire dalla fine del 2015.
Sotto il sistema di giudizio ISU (International Skating Union), ha avuto 11 punteggi record, diventando la prima pattinatrice a superare gli 80 punti nel programma corto, i 160 nel libero e i 240 punti totali. Detiene il record mondiale nei punteggi del programma corto femminile, nel programma libero femminile e nel totale. In pochi anni è diventata la principale ambasciatrice dello sport russo. È stata, lei, appena diciottenne, a difendere a Losanna gli sportivi russi e il loro diritto di partecipare alle Olimpiadi, dopo le accuse di doping di Stato, che hanno poi portato a una partecipazione limitata e senza inno né bandiera.

La Medvedeva così è arrivata a Pyeongchang sotto la bandiera olimpica. Ma anche come unica celebrità e medaglia d’oro più sicura della compagine degli “Atleti olimpici dalla Russia”. Le prospettive olimpiche di Medvedeva, tuttavia, si sono rivelate non così brillanti come la sua corsa trionfale prometteva. Nell’ottobre 2017, non molto tempo prima del suo diciottesimo compleanno, si è fratturata un osso metatarsale del piede. Sconvolta dalla lesione, era lontana dalla piena forma ai Campionati Europei di gennaio a Mosca, dove ha ha ceduto il primo posto alla sua compagna di squadra Alina Zagitova, 15 anni. È stata la sua prima sconfitta dal novembre 2015. Una gioia speciale per questo concorso è stato dato dal fatto che Zagitova e Medvedeva si allenassero assieme. I giornalisti hanno iniziato a ricamare sulla rivalità tra le due, anche se le atlete continuano a ripetere che sono amiche e non c’è alcuna tensione tra di loro.
Ma evidentemente non erano stati solo i problemi di salute di Medvedeva a portare la giovane Zagitova alla gloria. Pattinatrice prodigiosa fin dalle sue prime competizioni giovanili, questa ragazzina di Izhevsk, città del Kalashnikov, ha fatto un brillante debutto ad alto livello, vincendo due su sei degli eventi del 2017-18 del Grand Prix ISU di pattinaggio di figura e la sua fase finale a Nagoya, in Giappone.
“L’ho vista in allenamento all’inizio della stagione, ed era chiaro che era già molto forte. Ora sta per raggiungere l’apice della sua forma”, ha detto l’allenatore e coreografo Ilijà Averbukh in un’intervista all’agenzia sportiva russa R-Sport. 
La matematica della bellezza
L’ascesa di Medvedeva è stata sancita da salti straordinariamente complessi come il triplo Axel che l’ha spinta verso punteggi tecnici storici. Inoltre, guadagna regolarmente punti extra posizionando il braccio sopra la testa mentre salta. Tale tecnica è già diventata il suo marchio di fabbrica.
Ma la più giovane collega Alina Zagitova è andata oltre, introducendo elementi incredibilmente difficili come la cascata di tripli Lutz e salti tripli in loop. Ma non è solo l’esecuzione, ma anche il posizionamento a funzionare alla grande. In genere, Zagitova esegue tutti i suoi salti nella seconda parte dei suoi programmi, per ottenere un bonus del 10% per ognuno. Il trucco ha già provocato reazioni miste. L’avversaria statunitense di Zagitova, Ashlee Wagner, l’ha accusata di sfruttare tutti i cavilli del sistema, ammazzando il tempo e rovinando la performance.
Ma il due volte campione olimpico Evgenij Plushenko la vede al contrario: “Come può il pattinaggio di Zagitova lasciare qualcuno indifferente? Sta aprendo una nuova pagina nella storia del nostro sport. Nessuno è vicino alla complessità di ciò che sta mostrando”, ha detto Plushenko al quotidiano sportivo russo Sport Express.

Preferenze estetiche a parte, le prove di Zagitova sono ricche di elementi con valore di base senza pari, che la mettono in condizione, in caso di esecuzione impeccabile, di vincere. Anche Medvedeva deve rischiare per battere una concorrente così forte.

Don Chisciotte contro Anna Karenina
Essendo tecnicamente ineccepibile, l’unica preoccupazione per i russi avrebbe potuto essere il punteggio assegnato per qualità piuttosto astratte come la performance, le transizioni, l’interpretazione e la coreografia. Ma è qui che il team – l’allenatore di entrambe le ragazze è Eteri Tutberidze – le ha supportate con un solido materiale coreografico. Sia Zagitova che Medvedeva sono sembrate al top nei loro programmi liberi: Don Chisciotte di Ludwig Minkus e Anna Karenina di Dario Marianelli.
Le altisonanti opere d’arte hanno lo scopo di migliorare l’impressione generale. Tatjana Tarasova, la famosa allenatrice russa che ha lavorato con Mao Asada, Sasha Cohen e Aleksej Jagudin, è particolarmente soddisfatta con la scelta di Medvedeva. “Lei è incredibile in questa musica, il suo pattinare è come un sussurro”, ha detto al canale televisivo russo Match TV.

Nonostante le difficoltà e il divieto di gareggiare utilizzando il proprio inno e la propria bandiera, gli atleti russi hanno conquistato non poche Medaglie alle olimpiadi: ecco quali. 

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