La Russia è pronta per un presidente donna?

Reuters
Sono già tre le ragazze della tv che hanno annunciato di volersi candidare alle presidenziali del 2018. Nessuna sembra davvero poter aspirare al Cremlino, ma il tema di genere appassiona la campagna elettorale russa

Dopo che l’esuberante celebrity della tv russa Ksenia Sobchakha annunciato la sua candidatura alle presidenziali 2018, altre due donne hanno deciso di seguire il suo esempio. La Russia è conosciuta per la bellezza femminile, ma è ancora dura poter dire se il Paese sia pronto per la sua prima presidentessa.
Vladimir Putin non ha ancora annunciato se si candiderà alle elezioni del 2018, e così, nel frattempo, la Sobchak si è rubata i riflettori.
“Uniremo un gran numero di persone, che possono non essere d’accordo tra di loro e magari non sono d’accordo con me, ma che non hanno più voglia di vivere sotto questo sistema”, ha detto durante la conferenza stampa con la quale ha annunciato di scendere in campo.
La Sobchak, 36 anni il 5 novembre, in passato ha flirtato con le opposizioni e ha anche condotto uno show sul canale liberal “Tv Dozhd”, ma certamente non è la ragazza della porta accanto. Si è laureata alla prestigiosa Mgimo, l’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali, ed è la figlia del mentore politico di Putin e primo sindaco della San Pietroburgo post sovietica, Anatolij Sobchak (1937-2000).
Ma l’annuncio della candidatura della vivace Ksenia, ha scatenato un sussulto di orgoglio femminile, spingendo altre donne a fare lo stesso passo. La giornalista Ekaterina Gordon, 37 anni, a lungo residente a New York, pare intenzionata a provare la sfida delle urne. Meno famosa del suo ex primo marito, di cui ha mantenuto il cognome, il sempre sarcastico prezzemolino della tv Aleksandr Gordon, Ekaterina è una donna di talento a tutto tondo. Biondissima come la Sobchak, lavora in radio, ha diretto film e scritto libri. La sua piattaforma politica si concentrerà sulla difesa delle donne e dei bambini. Dal secondo marito la Gordon aveva divorziato dopo un caso di violenza domestica, salvo poi risposarlo due anni dopo, ma ridivorziare dopo un mese.

Ekaterina Gordon

La terza candidata è la presentatrice tv Anfisa Chechova, 40 anni a dicembre prossimo, che ha scelto il suo nome d’arte in onore dello scrittore Anton Chechov (il suo vero cognome è Korchunova). Ma se l’autore dello “Zio Vanja” è noto per le storie che scandagliano l’animo umano, lei lega il suo nome alla più popolare trasmissione che ha condotto,“Sesso con Anfisa Chechova”, nella quale dispensava consigli in materia.
L’emergere di queste tre donne come potenziali candidati ha diviso ferocemente l’opinione pubblica russa in ogni suo strato sociale. Se alcuni apprezzano e lodano il loro coraggio, altri ritengono che queste starlette della tv stiano facendo diventare una cosa seria, come le elezioni presidenziali, un circo indecoroso.

Anfisa Chechova

“Il tentativo di trovare un volto femminile per la campagna elettorale si sta trasformando in un cast, in un concorso di bellezza o in qualcosa di simile al talent show sovietico, “A nu-ka devushki!” (“Ehi, ragazze!”)”, si legge in un recente editoriale di Gazeta.ru.
Molti esperti ritengono che il risultato sarà scontato, se Putin deciderà di candidarsi, mentre altri sottolineano come in ogni caso sarà una buona esperienza per queste ragazze, e darà loro l’opportunità di movimentare un po’ il dibattito. Poter disporre di tempo in tv in cui parlare dei problemi del Paese davanti a milioni di persone durante le tribune elettorali e i talk show è sempre una buona opportunità per ogni futuro leader politico.
Ma in ogni caso, l’opinionista ed ex stratega di campagne elettorali Konstantin Kalachev crede che l’attuale trojka di donne sia una “profanazione della politica”: “E anche gli elettori la vedranno così, a mano che non siano femministe estremiste pronte a votare per una persona solo perché donna”
Ma è possibile che si faccia avanti una quarta donna, con ben altro curriculum. Si tratta di Oksana Dmitrieva, 58 anni, membro di Partija Rosta, il Partito della Crescita, un movimento liberal-conservatore pro business, capitanato da Boris Titov. La Dmitrieva è una candidata seria, una economista esperta, con posizioni non distanti dalla sinistra democratica, che nel 1998, seppur solo per qualche mese, ha ricoperto la carica di ministro del Lavoro nel Governo Kirienko (ai tempi del default).

Piccole donne crescono

Alcune donne hanno già provato a scalare il Cremlino. La prima, nel 2000, fu Ella Pamfilova, ora a capo della Commissione elettorale russa. Politica già allora navigata, con le sue visioni liberali non andò oltre l’uno per cento.

Nel 2004 fu la volta della carismatica Irina Khakamada, una politica giappo-russa dalla lingua affilata e dal grande intelletto. Raggiunse quasi il 4 per cento dei consensi.
Ma i sociologi dicono che i tempi, in Russia, non sono ancora maturi per candidate donne. Secondo un sondaggio condotto dal Levada Center nel mese scorso, solo il 33 per cento dei russi sarebbe pronto a votarne una. Anche se, da una recente indagine Vciom, è emerso che il 54% dei russi ritiene che il genere non sia importate in questo caso.

Aleksej Andrejev, socio della agenzia di immagine Depot WPF, sostiene che un candidato donna abbia solo due strategie per cercare di conquistare i cuori e le menti dell’opinione pubblica russa. Il primo è non aprire la questione di genere.
“Il candidato si dichiara pronto a rispondere alle sfide che vengono dall’estero e a soddisfare tutte le richieste interne. E promette di farlo meglio degli altri candidati”. E questo succede già in molti Paesi, dove i candidati discutono di temi e idee, indifferentemente dal fatto di essere uomini o donne.
“L’altra strategia è concentrarsi su temi di nicchia. La candidata donna promette innanzitutto di risolvere i problemi delle altre donne e poi di categorie specifiche e deboli: prendersi cura degli anziani, dei cani… Obiettivi non di carattere nazionale, ma che grazie all’attrattiva sociale sono capaci di far breccia tra gli elettori dal pensiero politico più infantile”. “Ma”, ha concluso l’esperto, “mi sembra che nessuna delle due strategie possa far breccia nella Russia attuale”.
Forse le donne che vogliono perseguire una carriera presidenziale dovrebbero guardare a un esempio di donna che è riuscita davvero a guidare la Russia: la tedesca Caterina II, detta (non a caso) la Grande. Ancora oggi, come dimostra un sondaggio condotto da Vciom è considerata una delle donne più intelligenti di sempre dai russi. Salì sul trono grazie a una congiura di palazzo, facendo fuori il marito Pietro III (non solo in modo figurato). Allora non c’erano le elezioni, ma forse con quella determinazione, vivesse oggi, qualche buona probabilità di vincere ce l’avrebbe.

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