Dieci parole fondamentali per comprendere la Russia antica

Kira Lisitskaya (Foto: Maksim Dmitriev; Dominio pubblico)
Con questo dizionario di base potrete affrontare la storia della Rus’ e capire meglio come era organizzata la società

1 / Izbá – Изба

Aleksej Savrasov,

Con il termine “izbá” (in italiano la parola è entrata in uso come “isba” e indica la tipica casa rurale in tronchi d’albero e tavole di legno) nella Russia pre-rivoluzionaria si intendeva fondamentalmente qualsiasi locale o parte di locale riscaldato da una tipica stufa russa. Per capirci, anche le stanze riscaldate dei palazzi degli zar potevano essere chiamati “izbá". La perédnjaja izbá” (“Передняя изба”; “Stanza anteriore”) era la prima stanza in cui entravano gli ospiti maschi del palazzo, mentre la toilette era detta “otkhózhaja izba” (“отхожая изба”; “cesso”; “ritirata”). Quindi sia i contadini che gli zar in Russia vivevano in un’izbá. Con la parola izbá si intendeva anche una casa indipendente, e la sua parte centrale (un fortino con quattro mura) era chiamata klet (“клеть”; una parola che ricorda il concetto di “gabbia”). Se il “klet” non partiva da terra, ma aveva una base di legno o di altra pietra, detta “podklét”, allora era chiamato górnitsa (“горница").

2 / Obshchina (Mir) – Община (Мiр)

Firs Zhuravlev,

L’óbshchina (o “obshchína”), traducibile come “comunità”, era una forma di organizzazione della società contadina. Si chiamava anche “mir”, che secondo le regole dell’ortografia pre-rivoluzionaria si scriveva con la lettera “i” (detta anche “i decimale”; che è stata esclusa dall’alfabeto con la riforma del 1918) e permetteva di distinguere (“мiр”) come “comunità” dalla parola “mir“ (“мир”): come “pace”. La comunità era collettivamente responsabile dei suoi membri, poteva scegliere nel suo seno i rappresentanti, e decidere collettivamente su questioni che riguardavano tutti i suoi membri. Uno dei principali obiettivi sociali dei bolscevichi dopo la Rivoluzione d’Ottobre fu quello di distruggere il sistema dell’obshchina, al fine di minare le basi stesse della vita collettiva contadina originale e imporre il collettivismo socialista. 

3 / Veche – Вече

Apollinarij Vasnetsov,

“Veche” era il nome dell’assemblea generale dei cittadini delle terre russe, che veniva convocata per discutere questioni urgenti della vita pubblica. La veche era un organo di democrazia diretta. Vi partecipavano i “muzhi”, i capi delle famiglie libere, il cui peso dei voti era determinato in base al loro status sociale. Dalla parola “veche” deriva la parola “sovet” “consiglio”, divenuta famosa in tutto il mondo nel Novecento. Dopo la formazione dello Stato russo per un po’ fu attivo lo Zemskij Sobor (“Земский собор”), un organo di potere rappresentativo convocato su tutte le terre russe per risolvere le grandi questioni pubbliche. Lo Zemskij Sobor poteva confermare la regalità degli zar, chiamare alle armi, e adottare importanti documenti statali, come i codici di leggi, per esempio il “Sudebnik” del 1550  o il “Sobornoe Ulozhenie” del 1649. 

4 / Knjaz – Князь

Apollinarij Vasnetsov,

“Knjaz” (spesso tradotto in italiano come “principe”) era il nome del capo della tribù, il capo del clan. Col tempo questa parola venne a indicare i capi dei primi Stati feudali: i principati (al plurale “княжества”; “knjazhestva”) russi. Lì lo knjazh era il capo dell’esercito che proteggeva la popolazione dalle incursioni e dai predoni, l’arbitro di qualsiasi controversia legale, nonché il capo religioso. Con lo sviluppo della società e dello Stato si fece distinzione tra “gran principe” (“великий князь”; “velikij knjaz”) e “principe indipendente” (“удельный князь”; “udelnyj knjaz”) governanti con meno potere, che spesso non avevano un proprio principato, e servivano i gran principi. Ivan IV, più noto come Ivan il Terribile fu il primo velikij knjaz (Gran Principe) di Mosca ad essere incoronato zar. Dal momento in cui apparve il primo zar in Russia, tutti i principi divennero a lui subordinati.

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5 / Druzhína – Дружина

Viktor Vasnetsov,

La druzhina (dalla parola “друг”, “drug”; “amico”) era l’esercito di un principe. Inizialmente la druzhina consisteva nei suoi amici più stretti e compagni di combattimento, che non erano solo commilitoni, ma anche i consiglieri militari e civili del principe. Dal XII secolo la druzhina fu divisa. Della “luchshaja druzhina” (“лучшая дружина”; “druzhina scelta”) facevano parte i boiardi, gli amici e i consiglieri più stretti del principe, che erano sempre con lui in battaglia (da cui la parola “boiardo”; “boj” in russo significa infatti “battaglia”; “combattimento”). La “molodshaja druzhina” (“молодшая дружина”; “Druzhina giovane”) era invece una guardia del principe più numerosa, che partecipava sì alle battaglie e alle campagne belliche, ma non ai consigli e al governo. In caso di morte del principe, la druzhina poteva sciogliersi, o poteva andare con il suo successore o con chi lo aveva battuto. Con la formazione dello Stato moscovita la druzhina cessò di esistere, lasciando il posto alle organizzazioni dei boiardi.

6 / Khorómy– Хоромы

Il palazzo di Kolomenskoe, ricostruzione del 1932

Nella Rus’, i khoromi erano grandi edifici di legno, composti da molte stanze, collegate con passaggi. I re, i boiardi e i nobili vivevano nei khoromy. Se gli edifici erano in pietra, non erano più chiamati khoromy, ma “paláta”. I Khoromy non hanno mai avuto una forma standard; più uno era unico, più era ritenuto migliore. I palazzi degli zar o dei principi, per esempio, venivano costantemente ricostruiti e ampliati. Questo relativo disordine e le continue ricostruzioni avevano lo scopo di mostrare il potere e la ricchezza del sovrano. 

7 / Rjad – Ряд

Esempio di grafia russa formale del XVII secolo

In russo moderno “rjad” è la “fila“; una sequenza di oggetti o fenomeni. Ma nell’antica Russia questa parola significava “contratto”, “accordo”, e infatti da questa radice deriva la parola “poRJADok”; “ordine", così come decine di altri sostantivi e verbi associati all’idea del contratto. Il documento che fissava un “rjad”, un contratto; era chiamato “rjadnaja gramota” (“рядная грамота”). Un rjad poteva essere concluso sia tra persone socialmente uguali che tra il principe e il suo seguito, tra il principe e i suoi sudditi, persino tra città e contado. Il riad era di solito firmato in presenza di testimoni, detti “poslukhi”, i cui nomi erano menzionati nel documento. 

8 / Krom – Кром 

Pskov, Russia

La parola “krom” nella Rus’ indicava un edificio fortificato, progettato per la difesa contro i nemici. È una delle parole più antiche della lingua russa, deriva dal proto-europeo *kʷrom: “recinto”. È da questa parola che deriva il ben noto “Cremlino”: così venivano chiamate le fortezze in Russia. Alcune di loro conservano ancora questo nome. Per esempio, a Pskov chiamano la loro fortezza Krom e non Cremlino.

9 / Bárin – Барин

Nikolaj Nevrev,

Nella Rus’, il barin era un qualsiasi uomo ricco; un nobile. La parola deriva da “bojarin”. Ma poteva fregiarsi del titolo di “bojarin” solo un membro del consiglio principesco, quindi per il resto dei nobili si usava la parola “barin”. Con l’avvento della servitù della gleba “barin” cominciò ad essere chiamato qualsiasi proprietario terriero che possedeva dei contadini. Questa parola è la fonte della parola “bárshchina” (“барщина”), che significa il lavoro obbligatorio dei contadini per il loro padrone; la corvée.  

10 / Kopéjka – Копейка

Copeca russa

In Russia la kopejka è una moneta di scambio, che non ha mai cambiato il suo valore nominale. È sempre stata (e lo è ancora oggi) 1/100 di un rublo. Dal 1535 in Russia si cominciò a coniare una moneta su cui era raffigurato San Giorgio il Vittorioso (nel linguaggio comune era chiamato “Egorij”, “vsadnik", “ezdets”, ossia “cavaliere”) con una lancia in mano. Da qui la parola kopejka (in italiano copeca o copeco), In russo lancia si dice infatti “kopjó” (“копьё”). La copeca come unità di denaro ha sempre avuto un significato speciale per i russi. Il detto “È la copeca che fa il rublo” non è casuale. In Russia ci sono anche alcuni monumenti alla copeca. Nonostante il fatto che oggi non sia più utilizzato nella pratica, non è stato ritirato dalla circolazione monetaria. 

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