Oggigiorno, i russi possono accendere il computer ogni volta che vogliono un assaggio della cultura occidentale. In epoca sovietica non era certo così semplice, ma anche allora i russi più cosmopoliti avevano accesso, grazie al mercato nero e ai fartsovshchik, al mondo esterno, e riuscirono a raccogliere un po’ di termini per formare un loro gergo basato su parole inglesi. A partire dagli anni Sessanta, i giovani di città dell’Urss sfoggiarono queste espressioni come un segno di status, educazione e connessione con il mondo esterno.
Tuttavia, la maggior parte di questi termini è andata in pensione insieme all’Unione Sovietica, quindi non aspettatevi di usarli nella Russia contemporanea senza ottenere qualche sguardo perplesso.
1. Бродвей (‘brodvej’)
In Unione Sovietica suggerire di andare a Broadway non significava proporre di volare fino a New York (il che, comunque, non sarebbe stato permesso). Con “brodvej” ci si riferiva invece alla strada principale di una città. A San Pietroburgo, “Broadway” era la Prospettiva Nevskij, mentre a Mosca era via Gorkij (ora si chiama Tverskaja).
Questo termine è entrato in uso negli anni Sessanta ma non è rimasto a lungo nel vocabolario sovietico: è stato presto sostituito dal numero 9 di questa lista.
2. Шузы (‘shuzy’)
Erano le scarpe. Una russificazione un tanto al chilo dell’inglese “shoes”, a cui si aggiungeva in fondo la “y” del plurale russo, come se la s non bastasse. Questo termine era usato più spesso quando si parlava di (“shuzy na kashe”; “scarpe porridge”), una sorta di massiccia scarpa con suola rialzata in gomma bianca che fu di gran moda durante i primi anni di Breznev come segretario generale. Ah, i bei vecchi tempi…
3. Полис (‘polìs’)
Quelli che si chiamavano polìs nell’Unione Sovietica erano i normali poliziotti (all’epoca qui erano ancora “militsionery”) che pattugliavano le strade (con tanto di colbacco in testa), non certo il tipo di agenti che svolgeva missioni segrete per eliminare James Bond e soci.
4. Герла (‘gеrla’)
Questo termine è poco più di una storpiatura tipicamente russa dell’inglese “girl”; “ragazza”, usata sia dagli hippie che dagli stiljagi negli anni Settanta. Si traduce con qualcosa di sdolcinato come “cucciola”.
5. Хаер (‘khaer’)
Al primo sguardo potrebbe sembrare un prestito diretto, un po’ storpiato nella pronuncia, dell’inglese “hair”, capelli. Ma in realtà c’era una leggera differenza di significato tra “capelli” e “khaer”. Solo una certa acconciatura sovietica diffusa negli anni Settanta, con capelli lunghi da vero hippie, poteva fregiarsi del titolo.
Era in uso anche la frase попилить хаер (“popilit khaer”) che significa “tagliare i capelli” (letteralmente: “segare i capelli”). Questo in realtà era un servizio che la polìs forniva gratuitamente agli hippie.
6. Аскать (‘askat’)
Negli anni Ottanta, il gergo sovietico tendeva ad allontanarsi dal tipo di prestito diretto che era popolare nel decennio precedente. Questa parola, ad esempio, era basata sul verbo inglese “to ask” a cui veniva aggiunta la desinenza verbale dell’infinito russo. “Askat” significava “chiedere l’elemosina”.
La pratica tra i giovani sovietici al verde di chiedere ai passanti qualche spicciolo aveva uno scherzoso mito fondativo. Un certo lituano immaginario di nome “Janis Abaskaitis” avrebbe perduto il suo biglietto del treno per Riga e sarebbe riuscito a raccogliere denari a sufficienza per comprarne un altro. Sì, come no.
7. Сейшн (‘sejshn’)
Proprio come l’inglese “session”, questa parola era utilizzata nella scena musicale per indicare un certo grado di informalità in una performance. Iniziarono a usarla gli hippie sovietici, che si riunivano per piccoli concerti rock clandestini amatoriali. La parola era in qualche modo intercambiabile con il più comune “kvartirnik”.
8. Пипл (‘pipl’)
Russificazione di “people”, non era certo usata per indicare l’ordinaria popolazione sovietica. Al contrario, significava “il mio popolo” o “le persone” del ristretto gruppo di amici o il tipo di gruppo di cui volevi assolutamente far parte: gli intellettualoidi fighi che si riunivano nei caffè o in infinite feste in appartamenti del centro.
9. Стрит (‘strit’)
Ossia, “street”. No, questa parola non aveva alcun legame con la cultura urban o hip-hop (in Urss era appena apparso il rock, negli anni Ottanta). Era solo un sostituto facoltativo della parola russa per via (“ulitsa”) per le persone che volevano fare il possibile per dimostrare quanto fossero cool.
Anche la forma aggettivale, стритовый (“stritovij”) era pesantemente in uso. Ad esempio, se pubblicizzavi la tua festa come стритовая вечеринка (“stritovaja vecherinka”, che significa “festa di strada”) potevi sicuramente attirare tutte le persone più “in” del tuo quartiere.
10. Дринчать (‘drinchat’)
Questa bella parola è una pesante russificazione del verbo inglese “to drink”, “bere”, sia per quanto riguarda la morfologia che il significato. La parola ha preso la tipica forma dell’infinito del verbo russo -ать (come in аскать, “askat” che abbiamo visto sopra) e ha anche adottato le connotazioni del bere serio, cioè bere fino a quando sei fisicamente incapace di andare avanti.
Tuttavia, questo termine era utilizzato solo a San Pietroburgo. A Mosca e nel resto della Russia, tendevano a usare бухать (‘bukhat’), che esprime lo stesso concetto ed è ancora in uso oggi.
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