Nato negli Usa, il Western ben presto oltrepassò i confini americani. I film con i cowboy buoni, i banditi cattivi e gli indiani spietati si giravano in tutto il mondo.
Anche i Paesi del blocco socialista non furono immuni alla moda. Nell’Urss però il genere fu “ripensato”, creando quello che in seguito sarebbe stato definito “eastern”. Il tutto non si svolgeva più nelle praterie del Far West, bensì nella Russia sconvolta dalla Guerra civile, mentre i protagonisti erano i “Rossi” che combattevano contro i “Bianchi” e ogni sorta di ribelli e anarchici di quell’epoca.
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Ma ci sono casi in cui il cinema sovietico rese omaggio anche alle classiche storie dei cowboy. Ecco i 3 migliori western “rossi”, creati in Urss.
Texas attorno alla metà del XIX secolo. Louise Poindexter, figlia di un ricco piantatore, si innamora del povero mustanger (persona che catturava i cavalli selvatici per rivenderli), Maurice Gerald.
Il giovane è sospettato di aver sequestrato e ucciso il fratello della ragazza, Henry Poindexter. La storia diventa ancora più misteriosa quando, dopo la sparizione di Henry, nei paraggi si comincia ad avvistare un macabro cavaliere senza testa…
Questa coproduzione sovietico-cubana fu tratta dal romanzo omonimo di Thomas Mayne Reid, scrittore irlandese naturalizzato americano. La maggior parte delle scene fu girata in Crimea. I paesaggi texani furono creati verniciando l’erba e “piantando” dei cactus di plastica, mentre le piantagioni di cotone furono rappresentate da moltissimi batuffoli di bambagia.
Una parte dei personaggi è stata interpretata da attori cubani, le comparse erano abitanti locali, mentre nelle vesti di schiavi neri si sono esibiti dei giovani cubani che studiavano all’Università di Sinferopoli.
Nelle sale, “Il cavaliere senza testa” venne visto da quasi 52 milioni di persone. Il film occupa il 33° posto sulla lista dei film sovietici più visti di sempre.
Far West della fine dell’Ottocento. Nelle mani del cercatore d’oro Gabriel Conroy finisce una mappa che lo deve condurre a un grande giacimento del metallo prezioso. Conroy però è contrastato dal perfido e crudele Peter Damphy.
Il film fu tratto dai racconti dello scrittore americano Bret Harte, grande conoscitore dell’epoca della corsa all’oro californiana. Harte è considerato uno dei fondatori del genere di western in letteratura.
Il film conteneva una scena erotica (fenomeno rarissimo per il cinema sovietico). Sebbene questa scena fosse molto “soft”, dopo la prima del film, l’attrice e cantante Ljudmila Senchina divenne l’idolo di milioni di maschi sovietici.
Le donne, furiose, bombardarono invece i funzionari della censura con proteste e denunce: “Mentre i bambini dell’Honduras stanno patendo la fame, Senchina seduce i nostri figli e mariti!”
Anche “Armato e molto pericoloso” fu girato in Crimea. Il film venne visto da oltre 39 milioni di persone (record della stagione 1978).
Il Far West a cavallo dei secoli XIX-XX. Johnny First, vero gentiluomo e grande appassionato del cinematografo, viene a Santa Carolina per far conoscere il cinema, la nuova fantastica arte, agli abitanti della provincia americana.
Gli abitanti locali versano in ubriachezza e crudeltà, ma First è fiducioso che il cinema lo aiuterà a rieducarli con successo.
“Chelovek s bulvara Kaputsinov” è un film unico per il cinema sovietico: è una combinazione di western, commedia e musical.
Il titolo originale era “Dieci gocce prima di sparare”, ma fu deciso di cambiarlo, perché nel Paese era iniziata la campagna contro l’alcolismo.
Come di consueto, come location fu scelta la Crimea. Nel film, la città di Santa Carolina sembra vera, ma in realtà c’erano soltanto delle facciate di legno che in una occasione furono quasi spazzate via dal mar Nero durante una tempesta.
“Chelovek s bulvara Kaputsinov” è al 36° posto tra i film sovietici di maggior incasso. È stato visto da più di 50 milioni di persone.
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