Alla metà del XX secolo, il western, genere cinematografico basato sull’avventura, conquistò letteralmente tutto il mondo. I film hollywoodiani con i cowboy buoni, i banditi cattivi e gli indiani spietati del Far West facevano il tutto esaurito nelle sale di molti Paesi. In alcune nazioni, si cercava addirittura di imitare questo genere.
I più fortunati in questo senso furono gli italiani con gli spaghetti-western. Ma un grande successo ebbero anche alcuni dei cosiddetti “western rossi”, girati nei Paesi dell’area socialista, soprattutto nella Repubblica Democratica Tedesca.
Anche l’Urss non rimase estranea alla moda, solo che qui al western fu cambiata location: i film non erano ambientati nel Far West della seconda metà dell’Ottocento, bensì nella Russia del periodo della Guerra civile, e al posto delle praterie c’erano la foresta siberiana, le steppe del Sud della Russia e i deserti dell’Asia Centrale.
Tale fu lo scenario del nuovo genere, soprannominato “eastern” (o “ostern”), con inseguimenti, sparatorie e, naturalmente, la caccia all’oro. I cowboy e gli indiani si trasformarono, rispettivamente, in coraggiosi soldati dell’Armata Rossa e in vili nemici del potere dei Soviet: le guardie bianche o i Basmachi, i banditi dell’Asia Centrale.
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Sebbene in Urss il termine “eastern” (“истерн”) all’epoca non fosse usato ufficialmente, furono girate alcune decine di film di questo filone. Ecco i tre che crediamo essere i migliori.
Anno 1920. Il Sud della Russia è in preda alla Guerra civile. Quattro ragazzi vogliono entrare nell’Armata Rossa, ma sono ancora troppo giovani. Allora, da soli, dichiarano guerra ai cosacchi anarchici, guidati dall’atamano Gnat Burnash.
“Neulovimye mstiteli” riprende i canoni classici del western con sparatorie, inseguimenti e la classica scena in cui i banditi ubriachi sparano all’impazzata a bottiglie e bicchieri. Molti trucchi furono eseguiti dai giovanissimi attori, senza l’uso di controfigure, ma siccome il cast non era molto numeroso, più volte i protagonisti dovettero mettersi l’uniforme dei cosacchi bianchi e lanciarsi all’inseguimento di se stessi.
Il film ha avuto due sequel: “Novye prikljuchenija neulovimych” (“Nuove avventure degli Inafferrabili”, 1968) e “Korona Rossijskoj imperii, ili Snova Neulovimye” (“La corona dell’Impero russo o Ancora gli Inafferrabili”, 1971).
Il film, con sottotitoli in inglese, potere vederlo qui
Inizio degli anni Venti del Novecento. Un piccolo villaggio sulla costa orientale del mar Caspio è terrorizzato dai Basmachi di Abdullah, detto il Nero. Poi, un giorno, arriva il soldato dell’Armata Rossa Fjodor Sukhov…
La vita di questo film è stata lunga e difficile. Durante le riprese, i funzionari dello Stato più volte intimarono al regista di rifare o addirittura tagliare diverse scene. Persino quando il film era ormai pronto, fecero di tutto per bloccarne la distribuzione.
Il film fu salvato dal leader sovietico Leonid Brezhnev, che era un grande fan dei western. La pellicola ebbe un successo enorme, diventando un vero fenomeno.
Per i cosmonauti russi (e prima ancora, per quelli sovietici), “Il bianco sole del deserto” è una specie di talismano. Lo guardano prima del lancio e ne portano una copia nello spazio, perché lo considerano un portafortuna.
Il film, con sottotitoli in inglese, potere vederlo qui. Altrimenti lo trovate in italiano su Prime Video
Nel Sud della Russia dei primi anni dopo la fine della Guerra civile, un gruppo di controrivoluzionari bianchi assalta il treno sul quale i bolscevichi trasportano un carico d’oro. Tuttavia, la loro gioia è breve, perché a loro volta vengono rapinati dalla banda di Brylov.
Egor Shilov, uomo dei servizi segreti sovietici, si mette sulle tracce dei rapinatori per recuperare l’oro, ma la sua situazione è aggravata dal fatto che i suoi colleghi credono che egli sia complice della rapina.
Con questo film ha debuttato alla regia Nikita Mikhalkov che successivamente, nel 1994, ha vinto un Oscar con il suo “Sole ingannatore”. Mikhalkov ha anche interpretato la parte dell’affascinante mascalzone Brylov, personaggio ispirato dagli spaghetti western con Clint Eastwood.
Siccome al regista, allora esordiente, fu data soltanto una quantità limitata di pellicola a colori, che nel Paese effettivamente scarseggiava, una parte delle scene fu girata in bianco e nero. Alla fine, questa combinazione di immagini a colore e in bianco e nero fu accolta come una trovata creativa del regista.
In parte, il film fu girato in Cecenia. Mikhalkov ha ricordato in seguito che gli abitanti locali, scritturati dal regista per alcune scene, domandavano spesso: “Ci darete anche le armi o dobbiamo portare le nostre?”.
Il film, con sottotitoli in inglese, potere vederlo qui
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