Dieci grandi film sovietici degli anni Trenta da vedere (VIDEO)

"Volga, Volga"

"Volga, Volga"

Grigorij Aleksandrov, 1938/Mosfilm
L’era del cinema muto è ormai passata. Le prime commedie musicali, così simili ai film di Hollywood, appaiono sugli schermi dell’Unione Sovietica. E, naturalmente, non mancano le vere dive, come, ad esempio, Ljubov Orlova

1 / “Il cammino verso la vita”, 1931

Dopo la Rivoluzione e la Guerra civile, c’era un numero enorme di bambini senza famiglia: tra i 4 e i 7 milioni nei primi anni Venti. Lo Stato si occupava di loro, portandoli dalla strada negli orfanotrofi e aiutandoli a crescere come nuovi cittadini.

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Il primo film sonoro sovietico, “Il cammino verso la vita” (“Путёвка в жизнь”; “Putjovka v zhizn”), parla proprio di questo fenomeno. Fa vedere la storia di una banda di adolescenti che viene rieducata in una comune di lavoratori. Tuttavia, non sempre tutto fila liscio. 

Il film fu diretto dall’allora poco conosciuto Nikolaj Ekk (all’anagrafe: Jurij Ivakin; 1902-1976). “Il cammino verso la vita” fu approvato personalmente da Stalin dopo un iniziale blocco della censura, e valse al regista il premio più importante alla Prima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1932. Grande successo internazionale, fu proiettato in più di cento Paesi.

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2 / “Tutto il mondo ride”, 1934

La prima commedia musicale dell’Urss segnò il trionfo della giovane attrice Ljubov Orlova. “E chi attraversa la vita con una canzone, non sarà mai perso” recita una delle canzoni del film, ancora oggi tra le più famose e amate in Russia. Il film di Grigorij Aleksandrov (1903-1983) racconta le avventure di Kostja, un pastore che diventa direttore di un’orchestra jazz, e di Anna, una damigella che diventa cantante. Il cantante Leonid Utjosov, uno dei migliori attori sovietici, ha interpretato il ruolo di Kostja. Il titolo originale del film in russo è “Весёлые ребята” (“Vesjolye rebjata”) ossia “Ragazzi allegri”.

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3 / “Chapaev”, 1934

Il film (“Чапаев”; in italiano traslitterato all’epoca come “Ciapaiev”) di Georgij e Sergej Vasiljev è un film sull’eroe della Guerra civile Vasilij Chapaev e vinse il primo premio al Primo Festival di Mosca nel 1935. I “fratelli Vasiljev” basarono il loro film sul romanzo omonimo di Dmitrij Furmanov. Sarà interessante sapere che i “fratelli” Vasiljev, in realtà non erano fratelli, ma solo omonimi. 

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4 / “Il circo”, 1936

Altro film musicale interpretato da Ljubov Orlova, per la regia di Grigorij Aleksandrov e Isidor Simkov (titolo in russo “Цирк”; “Tsirk”). Dopo aver dato alla luce un bambino di colore, una circense americana si reca a Mosca, dove trova non solo rifugio, ma anche felicità e amore. La canzone principale “Grande è il mio Paese natale” (“Широка страна моя родная”) fu in seguito utilizzata come sigla della radio sovietica. E dopo il crollo dell’Urss fu persino proposto di farla diventare l’inno nazionale russo.

5 / “Grunja Kornakova”, 1936

Nikolaj Ekk divenne famoso non solo come regista del primo film sonoro, ma anche del primo film a colori. Nella trama, Grunja Kornakova è un’operaia di una fabbrica di porcellana in epoca pre-rivoluzionaria, e chiama a raccolta i colleghi per lottare per i loro diritti. 

La tecnologia per le riprese a colori di “Grunja Kornakova” (“Груня Корнакова”, noto anche come “Solovej-Solovushko”; “Соловей-Соловушко”) fu sviluppata dal direttore della fotografia sovietico Fjodor Provorov. Venivano girate due pellicole (rossa e blu-verde) e poi combinate. Anche la cinematografia americana aveva una tecnica simile, chiamata “Cinecolor”. 

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6 / “I sette coraggiosi”, 1936

È possibile realizzare una commedia su una spedizione al Polo Nord? Sergej Gerasimov (1906-1985) ci è riuscito. Il film “I sette coraggiosi” (in russo: “Семеро смелых”, “Semero smelykh”) parla dei volontari del Komsomol partiti alla conquista dell’Artico. Nella storia vengono selezionate sei persone per la spedizione, ma quando arrivano a destinazione si scopre che nel loro bagaglio c’è un imbucato… un volontario che sognava di raggiungere il Polo Nord!

7 / “Pietro il Grande”, 1937-1938

“Pietro il Grande” (titolo originale russo: “Пётр Первый”; ”Pjotr Pervyj”, ossia “Pietro I”) è un film in due puntate sui principali eventi russi del primo Settecento. Il regista Vladimir Petrov (1896-1966) racconta la formazione dell’Impero russo in poco più di tre ore. Il film è basato sull’omonima opera teatrale di Aleksei Tolstoj. Intrighi di palazzo, riforme, lo sviluppo della Siberia e dell’Estremo Oriente sono mostrati attraverso i decenni. 

Gli storici, naturalmente, hanno notato alcune inesattezze, ma si tratta comunque di un’opera artistica, che gode ancora di grande considerazione da parte del pubblico.

8 / “Aleksandr Nevskij”, 1938

Questo è un classico senza tempo del “padre del cinema sovietico”, Sergej Eijzenshtejn. Le truppe dello zar russo sconfiggono i nemici sul Lago dei Ciudi, nel 1242. Tuttavia, l’idea principale del film è in generale la lotta contro gli invasori stranieri. 

Alcuni colleghi di Ejzenshtejn criticarono le incongruenze storiche e l’eccessiva “pomposità” di “Aleksandr Nevskij” (“Александр Невский”). Il film si rivelò una produzione imponente, con molte scene di massa, soprattutto nella ricostruzione della battaglia. A scrivere le musiche fu il compositore Sergej Prokofiev.

Il film piacque alle autorità e al pubblico e viene regolarmente inserito nelle classifiche dei migliori film di tutti i tempi ancora ai giorni nostri.

9 / “Volga, Volga”, 1938

A quanto si dice, il titolo del film (“Волга, Волга”) fu pensato da Charlie Chaplin, che il regista Grigorij Aleksandrov incontrò durante un viaggio negli Stati Uniti. Questa commedia musicale, interpretata da Ljubov Orlova, racconta di attori che si recano a Mosca per un concorso di talenti amatoriali. Lungo il percorso vivono alcune avventure divertenti (e non). 

In sostanza, il film trattava delle attività giovanili di massa e voleva essere una sorta di manuale per trattare con i giovani che avevano abbandonato la scuola. Si ritiene che fosse uno dei film preferiti di Stalin.

10 / “Podkidysh” (“Trovatella”), 1939

Faina Ranevskaja è ancora oggi una delle attrici più citate del cinema sovietico. La frase diventata proverbiale “Mulja, non farmi innervosire!” (“Муля, не нервируй меня!”) è tratta proprio dalla bella commedia “Podkidysh” (“Подкидыш”; ossia “Trovatella”), diretta da Tatjana Lukashevich (1905-1972). È la storia di una bambina smarrita a Mosca, che sta per essere adottata dalla coppia che l’ha trovata, Mulja e Ljalja. È uno dei bellissimi film in cui si può vedere la Mosca degli anni Trenta.  


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