Perché alcuni mosaici della metropolitana di Mosca furono realizzati nella Leningrado assediata?

Kira Lisitskaya (Foto: A.Savin; Legion Media; Dominio pubblico)
La rete sotterranea della capitale russa è considerata la più bella al mondo dal punto di vista artistico. Alla sua decorazione ha contribuito anche il leggendario maestro del mosaico Vladimir Frolov, che non interruppe la sua opera nemmeno sotto le bombe naziste

Parte della bellezza della metropolitana di Mosca è nata anche nella Leningrado assediata. Nella città circondata dai tedeschi, dove la gente moriva di fame e di freddo nelle strade, un grande maestro creò i suoi ultimi capolavori alla sola luce di una lampada a olio. Oggi adornano le stazioni centrali della metropolitana moscovita. Passeggeri e turisti alzano la testa per vedere un cielo blu brillante, bellissimi uomini e donne in abiti sportivi e aerei che si librano sopra di loro…

La stazione metro di Novokuznetskaja

Una dinastia di artisti del mosaico

Vladimir Frolov (1874-1942) era destinato a diventare un artista del mosaico: tutta la sua famiglia si occupava di quello. Il padre di Vladimir aveva appreso un metodo speciale (inverso) di installazione del mosaico da un maestro italiano, il vicentino Antonio Salviati (1816-1890). In questo caso, il maestro posa il mosaico a faccia in giù e poi versa il cemento o la colla. Dopodiché si gira il mosaico e, se necessario, si dipingono le giunture o si inseriscono pezzi di vetro in modo che il mosaico risulti completo. Questo metodo di realizzazione dei mosaici permetteva di realizzarli rapidamente, preservando allo stesso tempo l’alta qualità artistica del pannello.

Vladimir Frolov

In seguito, anche il fratello maggiore di Vladimir, Aleksandr, si unì all’attività di famiglia. Nel 1890, i Frolov fondarono il primo laboratorio privato di mosaici in Russia. I due artisti realizzarono molti interessanti lavori su commissione, ma il più grande cantiere in cui furono impegnati fu la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato (un edificio di incredibile bellezza costruito a San Pietroburgo sul luogo dell’uccisione dell’imperatore russo Alessandro II, ispirandosi per le forme alla moscovita Cattedrale di San Basilio), interamente ricoperta di mosaici all’interno e all’esterno (la superficie musiva era di 7,5 mila metri quadrati). Durante l’esecuzione della commessa, il fratello maggiore Aleksandr morì inaspettatamente e Vladimir dovette assumersi la piena responsabilità dell’opera, sebbene all’epoca non si fosse ancora diplomato all’Accademia di Belle Arti.

La Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato

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Dopo la Rivoluzione del 1917, la vita di Frolov cambiò bruscamente: il laboratorio di famiglia venne chiuso, ma Vladimir continuò a realizzare mosaici all’Accademia delle Arti. Il maestro, che aveva brillantemente decorato chiese, ora decorava stazioni ferroviarie, monumenti agli eroi rivoluzionari, teatri, accademie militari ed edifici governativi. A un certo punto, le autorità sovietiche volevano addirittura proibire l’arte del mosaico a causa della sua associazione con la religione ortodossa, ma Frolov fu salvato dall’architetto del Mausoleo di Lenin Aleksej Shchusev (1873-1949), che pretese che la decorazione interna fosse realizzata in smalto e dalle mani di Frolov. Secondo la leggenda, i vetri colorati utilizzati per decorare la sala funeraria di Lenin erano stati acquistati nel passato dall’ultimo zar, Nicola II

Come finì un mosaico di Leningrado nella metropolitana di Mosca?

La metropolitana di Mosca, la cui costruzione è iniziata nel 1931, venne creata non solo come mezzo di trasporto, ma anche con un’importante funzione ideologica. Il progetto era considerato così importante che la sua costruzione non si fermò del tutto nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale e chi vi lavorava non venne chiamato al fronte nemmeno quando c’era la più acuta carenza di soldati.

La lavorazione dei mosaici per la stazione della metropolitana Paveletskaja, 1940

Secondo la concezione del governo sovietico, la metropolitana doveva diventare un simbolo della nuova società socialista e della vittoria della classe operaia. La gente comune che entrava nella metropolitana doveva trovarsi davanti agli occhi non solo il progresso tecnologico, ma anche l’architettura sontuosa e le opere d’arte socialista. Il marmo e altri materiali costosi non furono risparmiati per la decorazione dei sotterranei, e i mosaici erano ben integrati in questo concetto. La loro produzione venne affidata a Vladimir Frolov.

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Avendo ricevuto la commissione, il maestro riuscì a produrre e inviare da Leningrado a Mosca un lotto di pannelli realizzati su disegni del famoso artista Aleksandr Dejneka (1899-1969) prima dell’inizio della guerra. Erano quelli progettati per decorare gli atri delle due stazioni centrali della metropolitana di Mosca “Majakovskaja” e “Novokuznetskaja”.

La stazione Majakovskaja

Ai mosaici della stazione “Avtozavodskaja” Frolov inizio a lavorare quando già era iniziato l’assedio (dall’8 settembre 1941 la città era circondata dai nazisti e dai loro alleati). Gradualmente, la fame e il freddo cominciarono a farsi sentire in città; le consegne di cibo furono quasi interrotte. Molti colleghi di Frolov riuscirono a lasciare la città, ma l’artista si rifiutò di essere evacuato, perché avrebbe dovuto abbandonare il lavoro di una vita e la commissione sarebbe rimasta incompiuta. Così, praticamente da solo, nello studio non riscaldato dell’Accademia delle Arti (come aiuto ricevette solo una tanica di benzina), circondato da una città morente e gelata, continuò ad assemblare splendidi mosaici.

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Un problema a parte fu come portare quei grandi pannelli dalla Leningrado assediata a Mosca. La leggenda narra che ciò fu possibile grazie all’ingegnere Taubkin, che nell’inverno del 1942 riuscì a farli uscire dalla città lungo il lago Ladoga ghiacciato (sulla cosiddetta “Strada della Vita”). Fu l’ultima opera di Frolov, che non riuscì a sopravvivere all’inverno del 1942 e fu sepolto nella fossa comune dei professori dell’Accademia delle Arti di Leningrado.

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