Aleksandr Dejnèka (1899-1969) aveva 24 anni quando dipinse questo ritratto dell’artista Konstantin Vjalov (1900-1976), che può facilmente essere scambiato per un’opera di uno dei grandi artisti dell’avanguardia russa. È uno dei pochi lavori giovanili che tradisce un audace spirito sperimentale da parte del futuro titano del realismo socialista e campione della Terra dei Soviet. All’epoca, Dejneka era un artista di provincia originario di Kursk (530 a sudovest di Mosca), che si era appena trasferito nella capitale per studiare, dopo aver terminato il servizio militare. Questo dipinto subisce l’influenza dei modernisti europei e dei futuristi italiani, movimenti che gli artisti dell’avanguardia russa adoravano, ma contiene anche elementi del nuovo realismo “proletario” russo. Tuttavia, presto tutti questi aspetti scompariranno dalle opere di Dejneka.
Questo è il dipinto che rese famoso Dejneka e delineò il percorso del suo sviluppo artistico, che potrebbe essere sintetizzato nel tentativo di creare l’immagine del “vero uomo sovietico”. L’artista stesso disse che questo era il suo dipinto preferito tra i tanti realizzati. Prese come modelli dei personaggi di questa tela sulla Guerra civile russa degli operai di ritorno dal loro turno di lavoro.
All’inizio degli anni Trenta, l’artista entrò in un periodo lirico, guidato dall’agenda del partito comunista. A quel tempo, le opere degli artisti d’avanguardia erano diventate oggetto di maggiori critiche. Nel 1937, quegli stessi artisti furono accusati di essere “formalisti” e condannati all’oblio per molti anni. Ecco perché semplici immagini figurative come questa, comprensibili a tutti, riempivano ogni spazio pubblico, dagli striscioni stradali ai muri dei musei.
Questa è una delle opere più famose e monumentali di Dejneka (119 x 352 cm). Dedicato allo stile di vita sano e allo sport, è esposto alla Nuova Galleria Tretjakov di Mosca. Nello stesso periodo, dipinse altre opere famose a tema sportivo – “Esercizi mattutini”, “Partita di calcio” e “Podisti” – che illustrano un famoso detto latino espropriato dal governo sovietico: “Mens sana in corpore sano”.
“I futuri piloti” promuove il felice stile di vita sovietico e allo stesso tempo romanticizza la professione militare. All’epoca l’Urss doveva espandere e rafforzare il suo esercito e la sua flotta. E ovviamente l’aviazione.
A differenza della maggior parte dei cittadini sovietici, un artista ufficialmente riconosciuto aveva accesso a numerosi vantaggi, che andavano da infinite commissioni statali che gli assicuravano un’esistenza confortevole ai viaggi in tutto il mondo. Come membro di gruppi di artisti, Dejneka prese parte a mostre all’estero più di una volta, anche come parte del padiglione russo alla Biennale di Venezia. Curò anche i padiglioni sovietici alle fiere mondiali di Parigi e New York. “Gli stacanovisti” era uno degli schizzi per la mostra di Parigi del 1937.
Questo dipinto è stato ispirato da una fotografia del leggendario fotografo sovietico Boris Ignatovich, che lui stesso regalò a Dejneka. L’artista pensava che la composizione con un atleta in primo piano rappresentasse la perfezione stessa. Tuttavia, ebbe difficoltà a trasferirlo sulla tela e il dipinto impiegò cinque anni per essere completato. Dejneka lo finì al culmine della Seconda guerra mondiale, motivo per cui gli atleti si trasformarono, almeno a giudicare dal titolo, in soldati.
L’artista non ha combattuto nella Seconda guerra mondiale. Andò una sola volta al fronte con un collega di Mosca per ottenere impressioni di prima mano sul conflitto. Sebastopoli, uno dei principali centri balneari dell’Urss, gli era cara perché la associava ai ricordi della giovinezza spensierata. “Quando ho visto le foto della città in rovina, ho sentito che dovevo dipingere questo quadro”, disse Dejneka. L’enorme tela di quattro metri dedicata all’eroica difesa di Sebastopoli nell’arco di sei mesi è esposta al Museo Russo di San Pietroburgo
Visivamente, questo dipinto non è molto diverso dalle opere prebelliche di Dejneka, ma descrive come l’Urss stava superando le devastanti conseguenze della Seconda guerra mondiale. La tela venne immediatamente acquisita dalla Galleria Tretjakov e poi viaggiò in tutto il mondo, da Berlino a Londra all’Avana a San Paolo. Nel 1958 valse a Dejneka una medaglia d’oro alla Fiera mondiale di Bruxelles.
Subito dopo la guerra, Dejneka divenne membro dell’Accademia delle Arti dell’Urss e rimase fedele al suo stile artistico praticamente fino alla morte. Dipinse paesaggi, scene domestiche e di lavoro, ritratti, e i suoi lavori godettero di un’incredibile richiesta. Non sorprende, quindi, che dopo la sua morte, avvenuta nel 1969, il mercato sia stato invaso da numerosi falsi, che continuano a emergere anche adesso. Nel 2017, il suo dipinto “Eroi del Primo Piano Quinquennale”, lo schizzo di un pannello per la fiera mondiale di Parigi, è stato venduto all’asta di MacDougall, a Londra, per 2,8 milioni di sterline.
La più grande mostra di Aleksandr Dejneka degli ultimi anni, con le sue opere giustapposte a quelle di un’altra leggenda del realismo socialista, Aleksandr Samokhvalov (1894-1971), è stata inaugurata il 18 novembre nella sala mostre del Maneggio di San Pietroburgo nell’ambito dell’VIII Forum internazionale della cultura. Resterà aperta fino al 19 gennaio 2020. Info sul sito ufficiale
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email