L'Unione Sovietica è stata la patria di molti capolavori d'animazione, diventati famosi in tutto il mondo. La maggior parte di questi disegni sono nati nello studio cinematografico Sojuzmultfilm di Mosca. È lì infatti che hanno preso vita il celebre “Riccio nella nebbia” (uno dei personaggi preferiti dal famoso fumettista giapponese Hayao Miyazaki), il tenero animaletto Cheburashka e centinaia di altri personaggi che hanno fatto innamorare diverse generazioni di sovietici.
Dmitrij Babichenko, Aleksandr Beljakov/Sojuzmultfilm, 1936
Sojuzmultfilm aprì nel 1936; per decreto governativo, tutti gli studi di animazione di Mosca vennero fusi in uno solo. Si ritiene che questo progetto sia stato voluto da Stalin in persona. Gli edifici del nuovo studio appartenevano ad alcune chiese ortodosse, chiuse dalle autorità sovietiche.
Gennadij Grachev (CC BY 2.0)
Nei primi anni di attività lo studio si sviluppò secondo le linee della Disney. Nel 1935, a Mosca si tenne un festival cinematografico internazionale durante il quale furono proiettate le “Sinfonie allegre” di Walt Disney, una serie di cortometraggi animati prodotti dalla Walt Disney Productions tra il 1929 e il 1939.
Е.Stopalov/Sputnik
Quei disegni impressionarono molto i vignettisti sovietici. “Quella serie di film d’animazione della Disney non rientrava in nessuna categoria”, disse il direttore dello studio Fjodor Khitruk.
Свиридова/Sputnik
E fu proprio sulla base dei copioni della Disney che la Sojuzmultfilm formò i suoi disegnatori: “Per quanto sia triste ammetterlo, tutti noi nelle prime fasi del nostro lavoro nel nuovo studio fummo prigionieri del metodo Disney: ne copiammo non solo la tecnologia, ma anche alcuni dei princìpi di costruzione e movimento dei personaggi”, raccontò il direttore dello studio Ivan Ivanov-Vano.
LEGGI ANCHE: Dieci cartoni animati che sono il doppio sovietico delle versioni americane celebri in Occidente
TASS
All'inizio venivano prodotti esclusivamente cortometraggi, ma poi si passò a elaborare nuove tecniche e generi.
Ljudmila Pakhonova/ТАСС
Ad esempio, lo studio iniziò a lavorare con attori di teatro, che non si limitavano a prestare la voce ai personaggi, ma li filmavano; poi, con quei filmati, gli animatori riproducevano il movimento in un disegno (il cosiddetto metodo “eclair”). È così che sono nati Barmalei, Moidodyr e Limpopo, per esempio.
Людмила Пахомова/ТАСС
Durante la Seconda guerra mondiale lo studio si dedicò per un breve periodo a realizzare “manifesti cinematografici” di propaganda per risollevare il morale della popolazione. Ma questa attività non durò a lungo.
Valerij Khristoforov/TASS
Lo studio fu poi evacuato in Uzbekistan, dove il personale si ritrovò a dover sopravvivere in condizioni assai difficili. Ma nonostante la carenza di cibo, riscaldamento, materiali e personale, gli uomini e le donne di Sojuzmultfilm continuarono a produrre cartoni animati.
Fjodor Khitruk/Sojuzmultfilm, 1962
Alla fine della guerra, lo studio aveva un proprio stile, un proprio “volto”: iniziò ad allontanarsi dal linguaggio cinematografico della Disney e a realizzare i propri iconici film con pupazzi: questi cartoni animati girati con delle marionette conquistarono non solo i bambini sovietici, ma anche il pubblico straniero.
Foto d'archivio
Dopo il successo de “La regina delle nevi”, ottenuto a Venezia nel 1957, il Papa lanciò un invito a guardare i cartoni animati sovietici: da lui considerati i più gentili e “umani” del mondo.
Vjacheslav Kotjonochkin/Sojuzmultfilm, 1976
Il periodo compreso tra gli anni ‘70 e ‘80 si rivelò un periodo d’oro per Sojuzmultfilm.
Vladimir Rodionov/Sputnik
Fu proprio in quel periodo che uscirono i cartoni animati più famosi, come Gena il coccodrillo; Sojuzmultfilm divenne lo studio più grande d’Europa: dava lavoro a più di 500 persone e produsse più di 1.000 film.
Roman Kachanov/Sojuzmultfilm, 1974
Fjodor Khitruk raccontò che gli impiegati venivano scelti con grande attenzione, e venivano garantite loro buone condizioni di lavoro.
TASS
“Tra l’altro non siamo mai stati particolarmente toccati dalla censura - disse -. Ci furono alcuni momenti piuttosto ridicoli, quando ci chiesero di cambiare ad esempio un finale troppo pessimista… ma si trattava di piccole cose. Nel complesso non c’era oscurantismo, eravamo relativamente liberi”.
Boris Stepantsev/Sojuzmultfilm, 1965
Nel 1969 uscì il leggendario adattamento sovietico dell'orso Winnie Pooh di Alan Milne, che divenne l'opera più citata nella storia dello studio. L'autore della versione Disney, Wolfgang Reitermann, ammise che l'orso “filosofo” sovietico gli piacque molto di più del suo.
Vasilij Malyshev/Sputnik
Nello stesso anno, lo studio presentò anche il miglior film d’animazione di tutti i tempi (giudicato così secondo un sondaggio condotto su un campione di 140 animatori e critici cinematografici di vari Paesi): “Il riccio nella nebbia” di Jurij Norshtein. Questo affascinante cartone animato vinse 35 premi in tutto il mondo. Ne abbiamo parlato qui.
Jurij Abramochkin/Sputnik
Gli anni '90 furono un periodo difficile per lo studio di animazione, che era sull'orlo della chiusura. Lo stile originale e anticonvenzionale della scuola sovietica non era ben visto rispetto ai canoni dell'animazione occidentale che stavano penetrando sempre di più il paese.
Sergej Kiselev/Agenzia Moskva
Solo nel 2011, alla vigilia del 75° anniversario dello studio, gli animatori russi lanciarono un appello al presidente russo affinché prestasse attenzione allo studio, quasi morto, che alla fine è stato riformato e dotato di fondi. Da quel momento, l'azienda è ripartita essenzialmente da zero, trasferendosi in un nuovo edificio e avviando un importante aggiornamento tecnico.
Sergej Kiselev/Agenzia Moskva
Oltre agli originali cortometraggi, si iniziò a produrre serie tv. Ma l’iconica tradizione dei cartoni animati non è stata dimenticata: lo studio ha prodotto un lungometraggio con pupazzi, “Hoffmaniada”, che ha richiesto quasi 15 anni di lavoro.
Stanislav Sokolov/Sojuzmultfilm, 2018
LEGGI ANCHE: Perché dovreste correre a guardare “Il racconto dei racconti”, capolavoro dell’animazione sovietica
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
- Iscrivervi al nostro canale Telegram
- Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
- Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
- Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese