Una maratona di film per omaggiare una delle personalità più poliedriche e autorevoli del cinema russo contemporaneo e per celebrare i 90 anni dalla nascita di Tarkovskij, tra i più noti e geniali cineasti sovietici. È il Cineforum italo-russo organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, che dopo due anni torna con dieci proiezioni dedicate a due geni della macchina da presa: Karen Shakhnazarov (classe 1952) e Andrej Tarkovskij (1932-1986).
La rassegna si aprirà il 17 gennaio al Palazzo della Gran Guardia di Verona e si svolgerà in presenza (salvo ulteriori restrizioni imposte dalla situazione epidemiologica) fino al 28 marzo.
La rassegna, organizzata da Conoscere Eurasia e dalla Casa Russa a Verona, promossa da Mosfilm, Consolato onorario della Federazione Russa a Verona e con il patrocinio del Comune di Verona, è curata e presentata dal professor Alberto Scandola del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, appassionato di cinema, fotografia e televisione.
Karen Shakhnazarov nasce nel 1952 a Krasnodar ed è uno dei registi russi più brillanti ed eclettici della sua generazione. Il suo cinema racconta soprattutto storie, anche impegnate, coniugando spettacolo, riflessione, introspezione ed azione. Nel corso di oltre quarant’anni di carriera ha sperimentato ogni sorta di genere: dal romanzo di formazione (“Noi del jazz”) al film letterario (“Anna Karenina. La storia di Vronskij”), dal dramma psicologico (“Città zero”) al war movie (“Tigre Bianca”). Inoltre, dal 1998 è presidente della Mosfilm, il più importante studio cinematografico moscovita.
Andrej Tarkovskij nasce nel 1932 a Ivanovo ed è uno dei principali maestri russi della settima arte. Una personalità unica e geniale, al di fuori degli schemi e delle tendenze del momento, capace di affiancare i principali problemi che affliggono l’umanità a esperienze di vita personale, a partire dall’infanzia difficile, dopo l’abbandono da parte del padre (il poeta Arsenij Tarkovskij). Il regista ha sempre avuto un rapporto complicato con le autorità cinematografiche sovietiche, che tuttavia non gli hanno impedito di ottenere importanti riconoscimenti internazionali, tra cui Venezia (nel 1962 con “L’Infanzia di Ivan”) e Cannes (nel 1972 con “Solaris”). Nel 1984, però, lo hanno portato all’esilio volontario, prima della morte avvenuta due anni dopo a Parigi.
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Le proiezioni si terranno alle 20.30 nella Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia (3° piano) in Piazza Bra a Verona.
L’accesso è consentito previa verifica del Super Green Pass e con mascherine.
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