Cinque film russi e sovietici di Karen Shakhnazarov da vedere assolutamente

Kinopoisk
Attraverso le sue pellicole, il regista, direttore dello storico studio cinematografico Mosfilm, ha raccontato le problematicità sociali e politiche degli ultimi decenni dell'URSS. A lui è dedicato un focus al Festival del cinema russo di Roma e Milano

Un regista poliedrico. Poco noto in Italia ma autore di film che hanno segnato la cinematografia russa e sovietica. È Karen Shakhnazarov, direttore dello storico studio cinematografico Mosfilm, ospite d’onore del Festival del cinema russo (24-27 novembre 2021).

A Shakhnazarov, infatti, è stato dedicato un interessante focus: a Roma e Milano, dove si tengono le proiezioni, vengono presentati diversi suoi film, girati tra gli anni ’80 e i giorni nostri. 

Laureatosi in regia nel 1975 all’Università Statale di Cinematografia (VGIK) di Mosca, ha lavorato come regista a Mosfilm dal 1976, e quattro anni dopo ha realizzato il suo primo lungometraggio: “Dobriaki”. 

Nella sua lunga filmografia, ancora poco conosciuta in Italia ma apprezzata dai cinefili e premiata nei festival, Karen Shakhnazarov ha saputo rappresentare le problematicità sociali e politiche dell’era tardo-sovietica, spaziando tra vari generi, dal dramma storico alla satira sociale. 

In questo articolo vi presentiamo cinque suoi film che meritano di essere visti, e che sono stati inseriti nel programma del Festival del cinema russo di Roma e Milano, organizzato dall’Istituto di cultura e lingua russa di Roma in collaborazione con Russia Beyond.

1 / Anna Karenina, la storia di Vronskij (Анна Каренина, история Вронского), 2017

Questo libero adattamento del romanzo di Lev Tolstoj va ben oltre il celebre dramma di Anna Karenina: la storia inizia trent’anni dopo la tragica morte di Anna, sui campi della guerra russo-giapponese, che non viene descritta nel romanzo di Tolstoj. La pellicola, infatti, si ispira anche al racconto “Alla guerra giapponese” e al ciclo “Racconti della guerra giapponese” di Vikentij Veresaev. 

Siamo in Manciuria, nell’anno 1904. L’ospedale militare russo si ritira insieme all’esercito. Nella confusione scompare il primario e Sergej Alekseevich Karenin assume la direzione dell'ospedale. Karenin si ritrova ad operare un ufficiale ferito: Aleksej Kirillovich Vronskij, colui che ha portato sua madre, Anna Karenina, al suicidio, causando indirettamente anche la morte di suo padre. 

Una notte Sergej si reca dal conte Vronskij e gli pone la domanda che lo ha tormentato per tutta la vita: cosa ha fatto per indurre sua madre a togliersi la vita gettandosi sotto un treno? Il conte Vronskij, ormai anziano, accetta con riluttanza e inizia a raccontare la sua versione dei fatti...

2 / Tigre bianca (Белый тигр), 2012

La Seconda guerra mondiale sta volgendo al termine. Le lunghe e faticose battaglie stanno estenuando entrambi gli schieramenti. Mentre l’avanzata delle truppe sovietiche si fa più insistente, cominciano a circolare voci riguardo all’enorme carro armato tedesco “Tigre bianca” che appare e scompare misteriosamente sul campo di battaglia, distruggendo tutto ciò che incontra.

Nonostante non ci sia la certezza dell’esistenza della Tigre Bianca, il comando sovietico decide di creare un carro armato per combatterlo, il modello speciale T-34. Alla testa dell’equipaggio del T-34 c’è Ivan Naidenov, un carrista ustionato gravemente in uno scontro proprio con la Tigre Bianca ma guarito miracolosamente. Dopo le ustioni, Ivan Naidenov ha dimenticato il suo passato e anche il suo nome ma ha sviluppato un’incredibile abilità: può comprendere il linguaggio dei carri armati sovietici che gli chiedono di aiutarli a sconfiggere la Tigre Bianca, nemico comune.

La Tigre Bianca rappresenta la guerra in tutti i suoi orrori, metafora della perenne lotta tra il Bene e il Male. 

3 / Città zero (Город Зеро), 1988

Aleksej Varakin, ingegnere di un impianto produttivo di macchine, viene inviato da Mosca in una cittadina di provincia per lavoro. Già dall’ingresso nello stabilimento nota le prime stranezze che si dimostrano essere diffuse in tutti gli abitanti della cittadina. La segretaria del direttore della fabbrica lavora completamente nuda, ma nessuno ci presta attenzione. Il direttore non sa che l’ingegnere capo dell’impianto è morto in un incidente già da otto mesi.

Una delle scene cult del film è quella al ristorante dove Varakin viene omaggiato dallo chef con un dessert speciale: una torta a forma di testa dello stesso Varakin. Ciò che accade dopo al cuoco, che si ritrova all’improvviso con una pallottola nel cuore, innesca una catena inarrestabile di eventi comico-grotteschi in cui Varakin cerca di destreggiarsi nel tentativo non semplice di andarsene dalla cittadina e tornare a Mosca.

Surreale, grottesco, a tratti ansiogeno e ironico, “Città Zero” mostra, in una chiave satirica, il sistema di relazioni umane in tutta la loro assurdità del quotidiano. Ogni vicenda assurda in cui si ritrova Varakin sembra riflettere le dinamiche paradossali di una società grigia, burocratizzata, svuotata ormai di qualsiasi contenuto, dove affiorano i malesseri di un’Unione Sovietica ormai al tramonto. Il film fu presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 42° Festival di Cannes.

4 / La figlia americana (Американская дочь), 1995

Elena lascia il marito Aleksej e parte per gli Stati Uniti, portando con sé la sua piccola figlia. Quattro anni dopo, Aleksej arriva a San Francisco per riprendersi sua figlia. La sua ex moglie si è risposata e, nonostante siano passati degli anni, non permette a suo padre di rivedere la figlia. La bambina, che viene chiamata Ann, è cresciuta, non parla il russo, ma ama ancora suo padre e vuole tornare in Russia con lui. Padre e figlia decidono di fuggire in Messico, e da lì prendere un volo per Mosca. 

Per i due inizia un viaggio in autostop attraverso l’America, pieno di avventure mentre cercano di sfuggire alla polizia che è sulle loro tracce…

5 / Il corriere (Курьер), 1986

I Miroshnikov divorziano e il loro figlio Ivan, 16 anni, rimane con sua madre. Poiché non è riuscito a superare il test d’ingresso all’università, Ivan decide di lavorare come corriere per una rivista. Il primo giorno di lavoro deve consegnare un manoscritto al professor Kuznetsov, ma Ivan incontra il suo amico Bazin e arriva tardi, con la disapprovazione del professore. A casa del professore, incontra sua figlia Katja e i due ragazzi fanno subito amicizia. Iniziano a frequentarsi e a conoscere i rispettivi amici.

Katja e le sue amiche rappresentano la cosiddetta “gioventù d’oro”, provengono da famiglie intellettuali e benestanti; gli amici di Ivan, al contrario, non sono ricchi e conducono una vita più semplice. Ben presto il padre di Katja proibisce a Ivan di continuare a vedere sua figlia. Ivan s’inventa che Katja è incinta di lui e chiede la sua mano al professore. Il giorno dopo, Ivan incontra Katja vicino all’Università statale di Mosca e cerca di scusarsi ma scopre che lei ha confermato la sua bugia...

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