Una scena tratta dal film "Infanzia, adolescenza, giovinezza"
Pjotr Fomenko,1973La maggior parte dei bambini russi si avvicina alle opere del grande Lev Tosltoj leggendo proprio questo libro. Opera prima dell’autore, è parte di una trilogia biografica; è un sapiente tentativo di esplorare i sentimenti e i pensieri umani, di estrapolarne la natura e le origini.
L'autore osserva da vicino il protagonista del romanzo, il piccolo Nikolaj (Tolstoj stesso) in una fase transitoria della sua vita, quando suo padre lo porta a Mosca, lontano dalla sua casa e dall'amata madre. Quando lei muore, l'infanzia felice di Nikolaj finisce bruscamente. Tolstoj osserva da vicino e in dettaglio il pudore, il rancore, l'imbarazzo, l'eccitazione e altri sentimenti provati dal suo giovane alterego.
La difesa di Sebastopoli
Franz Roubaud/Panorama di SebastopoliOsservando i ritratti del grande scrittore ormai anziano, è difficile immaginare che lui, quel saggio dalla lunga barba grigia, avesse combattuto in guerra, vestendo la divisa da ufficiale. Tolstoj combattè nel Caucaso per diversi anni e, durante la guerra di Crimea del 1853-1856, trascorse quasi un anno a Sebastopoli, guidando anche una batteria. Per lo scrittore fu un periodo molto difficile, ma riuscì ugualmente a catturare nella sua mente gli orrari del conflitto. Ne nacque “Racconti di Sebastopoli”, una raccolta di tre racconti composti durante la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli e pubblicati separatamente fra il 1855 e il 1856. Il primo racconto in particolare causò una grande impressione nel pubblico, assetato di notizie dal fronte. È considerata infatti la prima opera realista in assoluto sulla guerra.
Una scena tratta dalla serie tv "Guerra e pace" della BBC
Tom Harper/BBC Cymru Wales, 2016Nessuna panoramica sulla produzione di Tolstoj può tralasciare il suo massimo capolavoro, trascritto a mano più volte dalla moglie, Sofia Andreevna. In questo romanzo Tolstoj descrive le battaglie delle guerre napoleoniche e l’impatto che esse hanno sulla vita di diverse generazioni. Racconta Mosca e San Pietroburgo, e il destino di intere famiglie nobili, ragalando ai lettori ritratti psicologici incredibilmente profondi dei suoi personaggi: la giovane Natasha Rostova, il vecchio e scontroso principe Bolkonskij, persino Napoleone stesso. Non a caso, tra i russi la guerra del 1812 contro la Francia è spesso percepita attraverso il prisma del capolavoro di Tolstoj.
Una scena tratta dal film "Il prigioniero del Caucaso"
Giorgi Kalatozishvili/Georgia Film studio, 1975Il titolo è un chiaro riferimento all'omonimo poema del poeta nazionale russo, Aleksandr Pushkin. Scritto 50 anni dopo, racconta di due ufficiali russi che vengono catturati sulle montagne quando il loro compagno non riesce a coprirli e per questo scappa. Il protagonista cerca in tutti i modi di fuggire, e viene aiutato dalla figlia di uno dei rapitori. I russi vedono quest’opera come una storia sulla guerra, l'onore e la dignità.
“Il prigioniero del Caucaso” è stato trasportato più volte al cinema: il film di Sergej Bodrov del 1996, ambientato durante la prima guerra cecena degli anni '90, è un brillante esempio di adattamento di quest’opera.
Una scena tratta dal film "Anna Karenina" con l'attrice Keira Knightley
Joe Wright/Studio Canal, Working Title Films, 2012Di solito i lettori di Tolstoj si dividono in due categorie: quelli secondo i quali l’opera massima di Lev è “Guerra e pace”, e quelli che invece mettono in cima alla classifica “Anna Karenina”. Questo secondo capolavoro, scritto un decennio dopo, si svolge in un arco temporale meno ampio rispetto a “Guerra e pace”: Tolstoj si concentra infatti sulle vicende familiari e sull’alternarsi della felicità e dell’infelicità della protagonista. L’autore affronta una serie di questioni etiche: è accettabile lasciare un figlio per il bene della persona amata? È possibile perdonare un partner traditore per la felicità dei figli? Il romanzo presenta anche un autoritratto poco velato, personificato da Konstantin Levin, che abbandona la vita dell'alta società per arare i campi insieme ai suoi contadini.
LEGGI ANCHE: Cosa c’è di tanto speciale nelle scuole fondate da Lev Tolstoj?
Una scena tratta dal film "A Simple Death"
Aleksandr Kaidanovskij/Lenfilm, 1985La morte occupa un posto centrale nella letteratura russa. E questo romanzo è la quintessenza dell'atteggiamento russo nei suoi confronti: un tentativo di guardare la morte in faccia. Tolstoj descrive nei minimi dettagli il processo della morte del protagonista, Ivan Ilyich. Alla fine, quando egli esala l'ultimo respiro, il terrore della morte provato da Ivan lo abbandona e - così come suggerisce Tolstoj - la morte stessa scompare… come, del resto, la vita.
Una scena tratta dal film "Sonata a Kreutzer"
Mikhail Shveytser, Sofiya Milkina/Mosfilm, 1987Questa novella, che prende il nome dalla sonata per violino di Beethoven, fece furore nella società. Temendo che diventasse popolare anche tra la fascia più giovane della popolazione, la censura zarista per un certo periodo ne vietò la pubblicazione.
In questo romanzo breve, un marito uccide la moglie in un attacco di gelosia; viene assolto e molti anni dopo confida la storia a un compagno di viaggio incontrato a bordo di un treno, accompagnando il racconto con alcune riflessioni sulla decadenza morale della società: è disgustato dal fatto che le ragazze siano educate a essere mogli servili, mentre è normale per i giovani uomini indulgere nella dissolutezza prima del matrimonio.
Una scena tratta dal film "Resurrezione"
Mikhail Shveytser/Mosfilm, 1960Ecco l'ultimo romanzo di Tolstoj, che lui stesso considerava la sua opera migliore. È la storia della redenzione di un ufficiale, un tempo rozzo, che seduce l'innocente figlia adottiva di sua zia; dopo averla messa incinta, l’abbandona nella miseria. Per lui si tratta di una semplice avventura, ma la vita della ragazza è ormai distrutta.
Anni dopo si incontrano in tribunale: lui come giurato disinteressato, lei come imputata. Dopo aver appreso la terribile storia di lei, l'ex ufficiale ha un crollo interno. Quando la donna viene condannata ai lavori forzati, anche lui decide di andare a redimersi... Il romanzo riflette appieno le peregrinazioni spirituali di Tolstoj.
Illustrazione del romanzo "Hadji Murat" di Tolstoj
Aleksandr SafronovTolstoj torna sul tema del Caucaso, ispirandosi a una storia vera che aveva attirato la sua attenzione più di 40 anni prima, durante il suo servizio militare nella regione. Hadji Murat, il braccio destro del leader avaro Imam Shamil, passa dalla parte dei russi. Viene ricevuto come un caro ospite dal comandante dell'esercito. Hadji Murat promette di convincere il Daghestan a stringere un'alleanza con i russi se lo aiutano a salvare la sua famiglia dalla prigionia di Shamil. Naturalmente, non tutti credono che il “disertore” sia autentico...
Una scena tratta dal film "Padre Sergij"
Igor Talankin/Mosfilm, 1978Negli anni ‘80 dell’Ottocento, Tolstoj subisce un grande terremoto spirituale che lo porta a riconsiderare il suo atteggiamento nei confronti della fede e della morale. In Padre Sergij, descrive il percorso spirituale quasi esemplare che una persona può seguire.
Il giovane ufficiale Stepan rompe il fidanzamento con la sua amata quando viene a sapere che un tempo era stata l'amante dello zar, che lui ammirava molto. Stepan si ritira in un monastero, dove diventa padre Sergij. Ma anche lì, nella solitudine del monastero, non riesce a trovare la vera fede e viene distratto dallo stile di vita dei pellegrini in visita. Alla fine, lascia il monastero per mettersi alla ricerca della sua strada, fatta di atti di carità e di cure dei malati. Tolstoj dipinge un intimo ritratto psicologico del suo protagonista, in tutte le fasi della sua ricerca spirituale.
LEGGI ANCHE: Come la più censurata tra le opere di Lev Tolstoj mise le basi per la rivoluzione sessuale in Russia
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email