Le confessioni di Tarkovskij: a Roma una retrospettiva sul lato più intimo e sconosciuto del maestro

Daria Kropotova
Il Centro russo di Scienza e Cultura ospita dal 16 al 29 ottobre 2020 il “Trittico Tarkovskiano”: tre docufilm realizzati negli anni ‘80 dalla regista Donatella Baglivo che raccontano Andrej Tarkovskij dentro e fuori dal set, i suoi pensieri e i suoi ricordi. Le proiezioni saranno accompagnate da una mostra di foto e oggetti del regista sovietico

Cos’è la felicità? Non esiste. Cos’è l’arte? Un modo per crescere spiritualmente. E l’amore? Una catastrofe. È un ritratto sincero e senza filtri quello che la regista Donatella Baglivo “dipinge” di Andrej Tarkovskij  (1932 - 1986). E Tarkovskij, gigante della Settima Arte, padre di alcuni tra i più grandi capolavori della storia del cinema, si racconta come se parlasse allo specchio, mettendo a nudo la sua vita, la sua carriera, le sue idee. Oggi quelle video-interviste scritte, dirette e montate negli anni ‘80 dalla regista Donatella Baglivo compongono una trilogia che sarà al centro dell’evento culturale “Trittico Tarkovskiano”, che si svolgerà al Centro russo di Scienza e Cultura di Roma dal 16 al 29 ottobre 2020. Le proiezioni saranno accompagnate da una mostra, curata da Paola Pisanelli Nero, voluta per ricordare e rendere omaggio al grande regista sovietico. 

La rassegna cinematografica e la mostra

Il “trittico” di film biografici girati da Baglivo - “Un Poeta nel Cinema” (1983), “Il cinema è un mosaico fatto di tempo” (1982) e “Andrej Tarkovskij in Nostalghia” (1984) - sarà arricchito da un’esposizione che presenterà al pubblico alcune istantanee scattate sui set di Tarkovskij durante i suoi provini o nei suoi momenti di svago, riflessione o solitudine: immagini che ritraggono il regista sovietico in mezzo alla natura, che lui tanto amava, o durante alcuni festival.

I visitatori potranno inoltre ammirare alcuni oggetti preziosamente conservati nell’Archivio Baglivo ed esposti per la prima volta: strumenti di scena, manufatti antichi comprati nei mercatini, alberi svedesi usati sul set del film “Sacrificio”, alcune sedie da lui disegnate… Oggetti che raccontano il regista oltre il lavoro, la sua vena poetica, i suoi sentimenti, la sua condizione di esule (nel 1982, durante un soggiorno in Italia, prese la decisione definitiva di non fare mai più ritorno in patria). 

“Gli oggetti esposti nelle tre sale del Centro russo svelano la personalità poliedrica di Tarkovskij - racconta la curatrice della mostra, Paola Pisanelli Nero -. Le sedie da lui disegnate ci suggeriscono che non era solo regista, ma anche designer; i manufatti in ferro battuto da lui acquistati e conservati ci dicono che aveva un gusto ricercato. Il pubblico potrà poi ripercorrere la sua produzione cinematografica attraverso le locandine dei film e conoscere più da vicino il maestro attraverso gli oggetti di scena, o i primi piani che lo ritraggono nei suoi momenti di riflessione, o attraverso le foto che lo mostrano in compagnia dei grandi protagonisti del cinema italiano, come Tonino Guerra. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo al giorno d’oggi, le parole e la pacatezza di Tarkovskij fanno bene, sono quasi terapeutiche”.

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L’incontro fra Andrej e Donatella

L’incontro fra Andrej Tarkovskij e Donatella Baglivo avvenne negli anni ‘80, quasi per caso. Lui era un regista ancora poco conosciuto in Italia, nonostante il Leone d’Oro vinto nel 1962 al Festival del cinema di Venezia con “L’infanzia di Ivan”; lei era una giovane professionista della cinepresa, già regista e montatrice in RAI. Una sera, Donatella andò con alcuni amici a seguire la proiezione di un film. “Ma a metà serata uscii dalla sala perché quel film non mi piaceva e decisi di aspettare i miei amici fuori - racconta Baglivo -. Iniziai quindi a passeggiare avanti e indietro per il viale vicino, sedendomi ogni tanto su una panchina. Poco dopo uscì anche un altro signore, che venne a sedersi non lontano da me. C’era molto buio, e io guardavo quella persona con sospetto. Alla fine della proiezione tornai in sala alla ricerca dei miei amici. Quando li incontrai, uno di loro mi disse che era in compagnia di una persona che veniva dall’estero: era quel signore che era uscito in strada con me. Era Andrej Tarkovskij”. 

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Опубликовано Donatella Baglivo Суббота, 4 апреля 2020 г.

Da quel momento fra Andrej e Donatella nacque un’amicizia saldata dalla cinepresa: “Veniva tutti i giorni nel mio laboratorio di regia: gli mancava la moviola - dice Donatella, ricordando con affetto l’amico e collega scomparso nel 1986 -. Stavamo lunghe ore a parlare, spesso fino a tarda notte. Era una persona meravigliosa: avevo la sensazione di parlare con un profeta, con qualcuno che aveva qualcosa da insegnarmi”. 

Il Tarkovskij uomo, artista e regista è stato magistralmente raccontato da Baglivo con discrezione e profondità nei tre film che saranno proiettati a Roma. Non tre documentari, come ci tiene a precisare la regista, bensì “film biografici”, “lezioni di vita e di cinema”.

Il programma delle proiezioni

Il 17 ottobre alle 16 si terrà la proiezione de “Il Cinema è un mosaico fatto di tempo”; lo stesso giorno alle 18 “Andrej Tarkovskij in Nostalghia”; e il 22 ottobre alle 19 si terrà la proiezione de “Un poeta nel cinema”.

Nel film “Il Cinema è un mosaico fatto di tempo” Tarkovskij denuncia la povertà di pensiero ed estetica dell’epoca moderna, parla dei suoi maestri (Kurosawa, Buñuel e Antonioni) e dei film che lo hanno maggiormente influenzato. L’incontro con il regista sovietico si trasforma in un’affascinante e lunga lezione sul cinema che Tarkovskij ritiene in crisi, perché ha seguito per troppo tempo, a scopo di lucro, i gusti del pubblico. Un incontro chetermina col non essere una semplice conversazione di arte, ma anche una lezione di vita”.

La trilogia prosegue con la proiezione di “Andrej Tarkovskij in Nostalghia”: un film dentro il film, realizzato mentre Tarkovskij girava “Nostalghia” in Italia. Durante tutte le riprese di “Nostalghia”, infatti, la regista Baglivo segue Tarkovskij con discrezione, immortalando sulla pellicola i momenti più importanti e significativi della nascita del film.

Nel docufilm, lo sceneggiatore Tonino Guerra racconta perché Tarkovskij avesse scelto come set Bagno Vignoni in Toscana dopo aver viaggiato per tutta l’Italia; gli attori Erland Josephson, Oleg Yankovskij, Delia Boccardo e Domiziana Giordano condividono le loro impressioni mentre scorrono alcune scene della pellicola.

“Durante le riprese di ‘Andrej Tarkovskij in Nostalghia’ ho fatto una grandissima attenzione per non disturbarlo sul set - spiega Baglivo -. Lo seguivo con la mia troupe da lontano, con discrezione. Quando finii le riprese, lui mi chiese: ‘Ma come hai fatto a fare questo film? Non ti ho mai vista!’”.

Lo scopo di Donatella Baglivo non è solo quello di offrire un documentario sul particolare modo di lavorare di Tarkovskij, ma anche di ricreare poeticamente l’atmosfera del set e raccontare il processo creativo del maestro.

“Nel corso delle varie interviste gli ho rivolto domande intime, personali, esistenziali, ma anche tecniche e di lavoro: era quello che sentivo di chiedergli, quello che ero affamata di sapere”, conclude la regista. Un lavoro che, oltre a essere un interessante documentario su una delle figure più influenti del cinema mondiale, si rivela esso stesso un’importante lezione di cinema.

Il “Trittico Tarkovskiano” si chiuderà con la proiezione de “Un poeta nel cinema”, il docufilm acclamato al 37° Festival di Cannes del 1984 in cui Tarkovskij, sullo sfondo di una natura dai colori nostalgici, racconta la sua infanzia, i ricordi del padre Arsenij, la sua carriera artistica e la sua visione del cinema d’autore. Incalzato dalle domande della regista Donatella Baglivo, Tarkovskij svela i suoi pensieri più intimi, gettando luce anche su alcuni dei suoi film più famosi. Un lungometraggio che si rivela, in fin dei conti, il suo testamento artistico, morale e spirituale.

Orari di apertura della mostra:

Lun-Mer-Gio – dalle 10.00 alle 15.00

Mar-Ven – dalle 10.00 alle 20.00

Per maggiori informazioni sull'evento, cliccate qui.

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