1 / Svjatoslav Rikhter
Virtuoso della tecnica e capace di trasmettere grandi emozioni, il pianista Rikhter (1915-1997) è stato il primo musicista sovietico a vincere un Grammy, nel 1961 (per l’esecuzione del “Secondo concerto per pianoforte” di Johannes Brahms con la Chicago Symphony Orchestra).
Il suo repertorio era ampio e diversificato: andava da Richard Wagner a Igor Stravinskij. Rikhter nacque nel 1915 a Zhitomir (città allora parte dell’Impero russo, oggi in Ucraina). Ereditò l’amore per la musica da suo padre, pianista e organista. Tenne la sua prima esibizione al pianoforte da solista al Conservatorio di Odessa nel 1934. Poco dopo si iscrisse al Conservatorio di Mosca, dove studiò con il famoso pianista Genrich Nejgauz (noto anche come Heinrich Neuhaus).
Il suo debutto a Mosca avvenne nel 1940 nella Sala Piccola del Conservatorio, dove il musicista eseguì la “Sesta Sonata per pianoforte” di Sergej Prokofiev, per la prima volta dopo lo stesso compositore. Rikhter ottenne un ampio riconoscimento in Unione Sovietica dopo aver vinto il terzo concorso di artisti musicali di tutta l’Unione nel 1945. Negli anni Cinquanta, fece un tour non solo in tutta l’Urss, ma gli fu anche permesso di esibirsi all’estero.
Nel 1960 Rikhter tenne diversi concerti a Los Angeles, New York e Chicago. Uomo di straordinaria energia, è stato spesso definito il “pianista del secolo”. L’infaticabile Rikhter tenne ben 150 concerti nel 1986, tra cui in molte città della Siberia e dell’Estremo Oriente.
2 / Mstislav Rostropovich
Rostropovich (1927-2007) ha vinto numerosi premi nel corso di una carriera durata sessant’anni, tra cui cinque Grammy. Ha ricevuto il suo primo Grammy nel 1970 nella categoria “Best Classical Performance” (per Brahms: Double Concerto) e l’ultimo nel 2003 nella categoria “Best Instrumental Soloist Performance” (per Britten: Violin Concerto/Walton: Viola Concerto).
Benjamin Britten, Dmitrij Shostakovich, Sergej Prokofjev, Aram Khatchaturian e Alfred Schnittke rimasero in soggezione per il suo talento, e compose opere appositamente per Rostropovich. Era nato nel 1927 a Bakù (allora Repubblica Socialista Sovietica Azera). La musica ovviamente era di famiglia. Suo nonno e suo padre erano violoncellisti e sua madre era una pianista. Rostropovich iniziò a suonare il pianoforte quando aveva solo 4 anni, ma passò al violoncello a 7. Tra i suoi insegnanti al Conservatorio di Mosca c’erano Sergej Prokofiev e Dmitrij Shostakovich.
Rostropovich raggiunse la fama internazionale come violoncellista nel 1945, dopo aver vinto la medaglia d’oro al 3° Concorso di artisti musicali di Mosca. Nel 1947 vinse il primo premio al Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti a Praga e negli anni Cinquanta iniziò a fare tournée all’estero. Ha anche suonato il pianoforte in recital con sua moglie, la famosa soprano Galina Vishnevskaja. Nel 1962, il poliedrico musicista fece il suo debutto come direttore d’orchestra.
Rostropovich è stato direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington, D.C. per quasi due decenni. Successivamente, ha diretto molte delle orchestre di tutto il mondo, tra cui la London’s Symphony Orchestra e la Berliner Philharmoniker.
3 / Vladimir Ashkenazi
Musicista dal temperamento vulcanico, Ashkenazi (1937-) è un campione tra i vincitori russi dei Grammy. Ne ha portati a casa ben sette. Il primo è arrivato nel 1974 per la migliore esecuzione del “Concerto per pianoforte n. 5” di Ludwig van Beethoven. Ulteriori vittorie sono seguite nel 1979, 1982, 1986, 1988, 2000 e 2010.
Ashkenazi si è fatto una reputazione come uno dei migliori pianisti e direttori d’orchestra del XX secolo. Ha ereditato la passione per la musica da suo padre, un talentuoso pianista. Nato a Gorkij (oggi Nizhnij Novgorod), iniziò a suonare il pianoforte all’età di sei anni. Il debutto sulla scena mondiale avvenne nel 1955 al Concorso Chopin di Varsavia. Ashkenazi ha condiviso (con l’inglese John Ogdon) il primo premio al secondo Concorso Chaikovskij, nel 1962. Da allora, premi e riconoscimenti internazionali gli sono arrivati costantemente.
Nel 1963, l’ambizioso musicista emigrò in Occidente, assumendo la cittadinanza islandese nei primi anni Settanta. A metà degli anni Settanta, Ashkenazi iniziò a dirigere, e questa divenne la sua principale passione. Ha collaborato con alcune delle migliori orchestre del mondo, tra cui la Royal Philharmonic Orchestra, la Berlin Radio Symphony Orchestra (Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin) e la Sydney Symphony Orchestra, solo per citarne alcune.
4 / Daniil Trifonov
Con profondità espressiva e tecnica impeccabile, le sue emozionanti esibizioni al pianoforte irradiano un’aria di potere e speranza. Il pianista Daniil Trifonov è il più giovane russo ad aver mai vinto un Grammy. Il musicista ha vinto nella categoria “Best Classical Instrumental Solo” nel 2018. “Senza dubbio, questo è il pianista più straordinario del nostro tempo”, ha scritto “The Times” sull’esecuzione di Trifonov del “Transcendental Étude No. 4” di Franz Liszt.
Trifonov è nato a Nizhnij Novgorod nel 1991 e ha iniziato la sua formazione musicale all’età di cinque anni. Ha frequentato la Scuola di Musica Gnessin di Mosca e poi il Cleveland Institute of Music. Trifonov ha fatto scalpore quando ha ottenuto il massimo dei voti al Concorso Chaikovskij nel 2011. Era un predestinato al successo! I premi sono fioccati uno dopo l’altro e il pianista classico è stato presto nominato “2016 Gramophone Artist of the Year”.
Trifonov ha suonato con le maggiori orchestre americane ed europee. Grande interprete di Chopin, Rakhmaninov e Chaikovskij, l’artista scrive anche per pianoforte e registra abbondantemente.
5 / Mikhail Gorbachev
Quando si tratta di premi, probabilmente nessuno fa meglio di Mikhail Gorbachev, che nel 1990 ha ricevuto anche il Premio Nobel per la pace. L’ex leader sovietico ha vinto pure un Grammy nella categoria “Best Spoken Word Album for Children” nel 2004.
Mikhail Gorbachev, Bill Clinton e Sophia Loren hanno prestato la loro voce per “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofjev e per una composizione del compositore francese Jean-Pascal Beintus “Wolf Tracks”. Sophia Loren narrava in inglese “Pierino e il lupo”, mentre a leggere “Wolf Tracks” era il 42° presidente degli Stati Uniti.
Ultimo, ma non meno importante, l’Introduzione, l’Intermezzo e l’Epilogo erano registrati dall’uomo della Perestrojka e della Glasnost, Mikhail Gorbachev. Parlava in russo, con la sua riconoscibile voce roca, più ricca che mai.
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6 / Jurij Bashmet
Musicista di grande versatilità e integrità, Bashmet si è inizialmente guadagnato la reputazione di abile violista. Si è esibito come solista con le più grandi orchestre del mondo, tra cui i Berliner Philharmoniker, la New York Philharmonic Orchestra e i Wiener Philharmoniker.
Il maestro Bashmet, nato nel 1953 nella città di Rostov sul Don, nel Sud della Russia, ha iniziato a dirigere nel 1985. L’anno successivo, ha fondato l’orchestra da camera dei Solisti di Mosca. All’inizio degli anni Novanta, Bashmet fu costretto a rifondare il suo ensemble, quando i membri originali della compagnia decisero di rimanere definitivamente in Francia. La sua nuova orchestra era composta dai diplomati più promettenti del Conservatorio di Mosca.
In varie occasioni, pesi massimi del mondo musicale, tra cui Svjatoslav Rikhter e Mstislav Rostropovich, hanno collaborato con l’ensemble. Nel 2008, i suoi Solisti di Mosca hanno vinto un Grammy, diventando il primo ensemble da camera russo a ricevere l’ambito premio.
7 / Gidon Kremer
I prestigiosi riconoscimenti internazionali non sono mai mancati a Kremer. Nel 2001, il violinista ha vinto un Grammy nella categoria “Best Small Ensemble Performance” per “After Mozart”. Ha sempre avuto la musica nell’anima: il padre e il nonno erano violinisti professionisti.
Nato nel 1947 a Riga (allora Repubblica Socialista Sovietica Lettone), Gidon Kremer si è avvicinato alla musica in tenera età, prendendo le prime lezioni di violino quando aveva quattro anni. Nel 1969, Kremer si è diplomato al Conservatorio di Mosca, dove ha studiato con David Oistrakh. Nel 1980 emigrò dall’Urss nella Germania occidentale. Nel 1997, Kremer, uno dei più grandi musicisti della sua generazione, ha fondato l’orchestra da camera Kremerata Baltica.
Il suo repertorio comprende una varietà di musica, dalla musica classica a quella orchestrale d’avanguardia. Kremer è sempre stato un grande ammiratore delle opere dei compositori russi, comprese quelle di Moisej Vajnberg (noto anche come Mieczysław Weinberg).
8 / Maksim Vengerov
Dopo sei nomination, il 2004 ha finalmente portato al musicista il suo primo Grammy. Nato nel 1974 a Novosibirsk, Maksim ha intrapreso la carriera di violinista solista all’età di soli cinque anni. Sua madre era direttrice di un coro in un orfanotrofio, mentre suo padre lavorava come oboista nell’Orchestra Filarmonica di Novosibirsk.
Vengerov ha fatto la sua prima registrazione all’età di dieci anni. Il percorso del musicista verso il successo ha richiesto duro lavoro, determinazione e dedizione. Ha anche vinto l’International Henryk Wieniawski Violin Competition a dieci anni e il torneo Carl Flesch a 15. Da allora, Vengerov è stato all’altezza della sua reputazione come uno dei solisti più richiesti della musica classica.
Per ampliare i suoi orizzonti, Vengerov ha preso in mano la bacchetta da direttore nel 2008. Ha diretto molte delle grandi orchestre del mondo, tra cui l’Orchestre symphonique de Montréal e la Toronto Symphony Orchestra.
9 / Mikhail Pletnev
Pletnev è considerato uno dei più grandi interpreti al mondo di Pjotr Chaikovskij, ma ha vinto un Grammy nella categoria “Best Chamber Music Performance” con musiche di Sergej Prokofiev e Maurice Ravel nel 2005.
Mikhail è nato nel 1957 in una famiglia di musicisti ad Arcangelo. Ha seguito le orme della madre, studiando pianoforte al Conservatorio di Mosca. A 21 anni, Pletnev è salito sulla scena internazionale come pianista che ha vinto il primo premio al prestigioso Concorso Chaikovskij. Ha girato il mondo a lungo e ha collaborato con le maggiori orchestre come pianista.
Pletnev ha debuttato come direttore d’orchestra nel 1980 e da allora si è esibito come direttore ospite con numerose orchestre di spicco, tra cui la London Symphony, la City of Birmingham Symphony e la Los Angeles Philharmonic.
10 / Evgenij Kissin
Kissin è stato un bambino prodigio del piano. Nato a Mosca nel 1971, ha iniziato le lezioni di pianoforte all’età di due anni. Evgenij si iscrisse a una scuola di musica per bambini dotati a sei anni e, nel 1984, eseguiva già i Concerti per pianoforte di Chopin nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca.
Alla fine degli anni Ottanta, Kissin ha attraversato l’Europa a zig zag con i virtuosi di Mosca e il maestro Vladimir Spivakov. Nel 1988, il pianista si è esibito con Herbert von Karajan e la Filarmonica di Berlino e, due anni dopo, con la New York Philharmonic diretta da Zubin Mehta. Ha vinto tantissimi premi, tra cui il Premio Shostakovich e il Premio musicale Herbert von Karajan.
Kissin ha ottenuto 12 nomination ai Grammy, con un totale di due vittorie (per i Concerti per pianoforte n. 2 e 3 di Prokofjev e Scriabin, Medtner, Stravinskij).
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11 / Marina Domashenko
La registrazione dell’opera buffa di Verdi “Falstaff”, con la Domashenko alla ribalta, ha vinto il Grammy Award nella categoria “Best Opera Recording” nel 2006. Il mezzosoprano russo è nato nella città siberiana di Kemerovo nel 1979. Da bambina, Marina ha preso lezioni di pianoforte e in seguito si è diplomata all’Istituto statale di cultura di Kemerovo come pianista e direttore d’orchestra.
La sua carriera di cantante è decollata dopo essersi iscritta al dipartimento vocale del Conservatorio statale degli Urali intitolato a Mussorgskij. Ha vinto il primo premio al Concorso di Canto Antonín Dvořák a Karlsbad nel 1997 e al Concorso Internazionale per giovani cantanti lirici in Italia nel 1999.
Nel 2002, Domashenko ha vinto il Diva Award della Philadelphia Opera.
12 / Ildar Abdrazakov
È stato Oroveso nella “Norma” di Bellini e Selim ne “Il turco in Italia” di Rossini, Banquo nel “Macbeth” e Filippo II nel “Don Carlo” di Verdi, Boris nel “Boris Godunov” di Mussorgskij e Leporello nel “Don Giovanni” di Mozart.
Ildar Abdrazakov è un cantante d’opera immensamente carismatico, la cui presenza imponente ravviva il palcoscenico.
La registrazione del “Requiem” di Verdi, con Abdrazakov, della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti, ha ricevuto due Grammy Award nel 2010.
Il basso russo è cresciuto in Baschiria e si è laureato all’Istituto Statale di Arti di Ufà. Nel 1997 ha vinto il Concorso Internazionale Glinka ed è stato invitato a far parte del leggendario Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Ma è la vittoria del cantante al Maria Callas TV Competition in Italia ad aver catapultato in alto la sua carriera internazionale.
All’età di 25 anni, Abdrazakov ha fatto il suo debutto alla Scala. Da allora, si è esibito in alcuni dei più grandi teatri del mondo, tra cui il Metropolitan Opera, l’Opéra de Paris e la Royal Opera House, solo per citarne alcuni. Abdrazarov affascina il pubblico da più di 20 anni.
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