Gli eventi storici descritti in “The Last Czars”/“Gli Ultimi zar” di Netflix, ovvero la Rivoluzione russa e la successiva uccisione della famiglia imperiale russa, sono stati fenomeni così complessi e ricchi di elementi, che semplicemente non ci si poteva aspettare che fossero fedelmente riprodotti con il budget e i mezzi di questa serie.
Quindi è forse inutile star lì a sottolineare il gran numero di inesattezze storiche nella rappresentazione dell’epoca, anche se questa superficialità ha deluso i russi. Il problema principale è che la vita della famiglia Romanov nella serie è fatta per assomigliare a quella di una famiglia americana dell’alta borghesia, e la vita politica dell’Impero russo viene fatta sembrare un circo itinerante, con gente che salta e urla, e fa a botte dappertutto. Tutte le cerimonie e le regole di condotta di corte a cui erano soggetti gli zar russi nella vita di tutti i giorni sono completamente trascurate, e le condizioni di vita mostrate sono piuttosto modeste, mentre Nicola e la sua famiglia vivevano nel lusso estremo.
Ma, oltre a questa questione generale, ci sono alcuni errori importanti che non possiamo non rimarcare.
Episodio 1
1) Uno zar non poteva bere in chiesa
Lo zar Nicola viene mostrato mentre beve in chiesa durante i funerali di suo padre. Basta dare un’occhiata alle foto storiche di Nicola nelle chiese. È sempre circondato dagli uomini di corte e dai suoi funzionari. In queste circostanze, lo zar non avrebbe avuto tempo e modo di bere senza farsene accorgere. E tenendo conto del suo status e della natura formale della cerimonia funebre, lo zar non si sarebbe mai potuto permettere di fare una cosa del genere!
2) Sergej Aleksandrovich non disse “Puzza!” della salma dell’imperatore
È impossibile che Sergej Aleksandrovic abbia detto: “Puzza!” riferendosi alla salma dell’imperatore defunto. Ciò avrebbe portato a un grande tumulto nella famiglia.
3) Lo zar non controllava tutto
Simon Montefiore, che interpreta il ruolo del narratore nella serie, dice erroneamente che lo zar controllava tutto, che era il Papa, il primo ministro, ecc. uniti in una sola persona. Questo è lontano dalla verità storica: gli zar, in particolare Nicola II, si servivano dell’aiuto dei consiglieri e consultavano i membri del governo per tutte le decisioni. Le sue azioni dipendevano dalla nobiltà russa, anche perché senza di essa, sarebbe rimasto senza alcun potere reale. In breve, lo zar era sempre il primo tra i nobili, ma non controllava la situazione da solo.
4) L’imperatrice vedova non incoronò l’imperatrice Aleksandra
Maria Fjodorovna (vedova di Alessandro III) viene mostrata mentre mette la corona sulla testa di Aleksandra (Alix) e dice “ora sei una di noi”. In nessun caso questo sarebbe potuto accadere in privato. L’incoronazione era un evento pubblico. Inoltre, solo lo zar, portatore della sovranità, poteva incoronare la sua consorte, la zarina. Il 14 maggio 1896 fu officiato il fastoso rito dell’incoronazione della coppia all’interno del Cremlino di Mosca
5) L’alfabeto è sbagliato
Rasputin legge il Vangelo nella nuova ortografia dopo la riforma bolscevica, senza le lettere russe pre-rivoluzionarie. Inoltre, prega davanti a un crocifisso chiaramente cattolico. La croce ortodossa ha tre barre trasversali: oltre a quella delle braccia, quella più corta per la scritta Inri e una obliqua “poggiapiedi”.
6) La tragedia di Khodynka e l’incoronazione non avvennero nello stesso giorno
La tragedia di Khodynka nella serie di Netflix si svolge simultaneamente con l’incoronazione. L’incoronazione avvenne il 14 maggio (26 maggio del calendario gregoriano) e la tragedia quattro giorni dopo, il 18 maggio (30 maggio). Schiacciate nella ressa morirono 1.389 persone.
7) Il monastero di Verkhoturje è completamente diverso
Invece del monastero di Verkhoturje, alle porte della Siberia, viene mostrato Khor Virap in Armenia. L’ambiente del Caucaso, con alte montagne alle spalle dell’isolato complesso religioso, è completamente diverso. In Siberia non c’è niente del genere.
8) Non fu un’incoronazione low cost
L’incoronazione mostrata nella serie è completamente fittizia. L’incoronazione di Nicola e Alessandra fu una delle più sontuose della storia russa. Sicuramente non sembrava una cerimonia normale in una chiesa russa in presenza dei membri più stretti della famiglia.
Basta leggere qualche resoconto dell’epoca e dare un’occhiata alle foto della vera incoronazione. Un altro grave errore è il fatto che il prete faccia il segno della croce sulla testa del monarca con la Corona Imperiale, il che è assolutamente assurdo: la Corona Imperiale non è un attributo religioso o un’icona su cui si può fare il segno della croce.
9) La catena al collo è sbagliata
La catena dell’Ordine di Sant’Andrea era effettivamente al collo di Nicola durante la cerimonia, ma non assomigliava per niente a quella mostrata nella serie. Date un’occhiata alla vera catena nella foto. Inoltre, nessuno, nemmeno lo zar, poteva calpestarla, come fanno gli attori che hanno interpretato Nicola e Aleksandra nell’episodio.
10) Lo zar e sua moglie visitarono gli ospedali dopo la tragedia di Khodynka
Simon Montefiore sostiene che Nicola e Aleksandra “avrebbero dovuto visitare gli ospedali dopo la tragedia di Khodynka”. Ma lo fecero! E la coppia imperiale regalò ai feriti 80.000 rubli e 1.000 bottiglie di vino di Madeira, e il 19 e 20 maggio zar e zarina visitarono due ospedali dove venivano curati i feriti, insieme al granduca Sergej Aleksandrovich.
11) Il granduca Sergej Aleksandrovich era completamente diverso
Nella serie, il granduca Sergej Aleksandrovich è raffigurato (qui un confronto tra i personaggi storici e gli attori) come un uomo di bassa statura, sempre di cattivo umore e furiosamente conservatore. Secondo la serie, è stato ucciso perché era l’incarnazione dell’autocrazia. In realtà, il Granduca era completamente diverso e probabilmente una persona molto più complicata.
In effetti, era fermamente contrario alle riforme democratiche. Ma aveva un aspetto differente e si comportava in altro modo. Il Granduca era più alto di Nicola (foto). Aveva tratti del viso gentili ed era biondo. In effetti era però caustico. E per questo non piaceva a molte persone.
Inoltre, c’erano voci insistenti sul fatto che il granduca Sergej Aleksandrovich fosse omosessuale. “Questo uomo arido, cattivo… portava in faccia i segni acuti del vizio che lo divorava, il vizio che aveva reso la vita di sua moglie, Elizaveta Fjodorovna, insopportabile e la spinse… alla vita monastica”, scrisse Viktor Obninskij, un politico del suo tempo. Le voci sull’omosessualità di Sergej Aleksandovich sono ripetute in varie memorie dell’epoca. Lui e sua moglie non ebbero figli.
12) L’incoronazione non avvenne il primo giorno del regno di Nicola
Contrariamente a quanto dice Pablo de Orellana nell’intro all’episodio, il giorno dell’incoronazione e quello della tragedia di Khodynka non furono i primi giorni del regno di Nicola. Nicola divenne zar e imperatore nell’ottobre 1894, subito dopo la scomparsa del padre. L’incoronazione avvenne un anno e mezzo dopo, nel maggio del 1896.
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Episodio 2
13) La coppia reale non era sola a Sarov
Nicola e Aleksandra vengono mostrati mentre vanno in pellegrinaggio a Sarov per pregare per la fertilità di lei. La visita a Sarov fu organizzata per la beatificazione di San Serafino di Sarov. Questa beatificazione fu tra le mosse più vincenti di Nicola, poiché Serafino era molto venerato dai russi. Date un’occhiata alle foto di questo viaggio. In nessun caso Aleksandra e Nicola avrebbero potuto rimanere da soli, vestiti con abiti semplici, a pregare (almeno 15.000 fanti furono coinvolti nella protezione della famiglia imperiale durante questa visita. C’erano letteralmente soldati dappertutto).
Qualsiasi tipo di rapporto sessuale (mostrato nel film) durante una tale visita sarebbe stato del tutto impossibile, così come la possibilità per lo zar e sua moglie di vestirsi in abiti civili, persino nella loro camera da letto.
14) Il Granduca non era il principale consigliere di guerra di Nicola
Il granduca Sergej Aleksandrovich non era il consigliere dell’imperatore per le questioni di guerra. Molto probabilmente fu il ministro dell’Interno, Vjacheslav Plehve, a sostenere che la guerra con il Giappone sarebbe stata utile.
15) Nicola non mostrò suo figlio a una festa
Nicola e Aleksandra vengono mostrati mentre fanno vedere il loro tanto atteso figlio ed erede al trono al pubblico durante un cocktail party nel palazzo. Lo stesso Nicola porta in giro il ragazzo per mostrarlo alla famiglia. Questo è semplicemente ridicolo. Ogni apparizione dell’erede al trono in pubblico era una cerimonia molto formale.
16) Lo zar non fumava sigarette
È vero, Nicola II fumava davvero molto, ma fumava le papirosi, un tipo speciale di sigarette russe con più carta (o cartoncino) che tabacco. Le sigarette alla occidentale che tutti fumano nella serie sono chiaramente un anacronismo.
17) Il soprannome “Principesse nere” è falso
Katherine Antonova è una dei pochi consulenti della serie che insegna Storia russa, ma dice una grande castroneria, chiamando la principessa Milica e la principessa Anastasia del Montenegro “le cosiddette principesse nere”. Erano nate nella famiglia di un principe montenegrino e si erano poi sposate con dei principi della famiglia Romanov. Sebbene non fossero così nobili quanto i Romanov, erano comunque considerate delle altezze reali e non furono mai chiamate “nere”. Sembra che gli sceneggiatori abbiano semplicemente confuso le parole “Chernogorija” (“Montenegro” in russo) e chernyj (“nero” in russo). Che peccato!
18) Nicola indossa un ordine che non aveva ancora ricevuto
Per tutta la serie, Nicola viene mostrato con una medaglia sul petto. È l’Ordine di San Giorgio, di quarta classe. Il problema è che Nicola ricevette questo ordine solo nel 1915, per sollevare gli spiriti di battaglia dell’esercito. Ma nella serie, lo indossa fin dall’inizio.
19) I pantaloni sbagliati
Durante un consiglio militare in presenza dello zar, vengono mostrati i comandanti militari in pantaloni blu a righe. Sembra che appartengano tutti all’armata dei cosacchi (i pantaloni blu a strisce erano la loro uniforme). La divisa dei più alti ufficiali militari aveva invece pantaloni neri.
20) Nicola non aveva abiti tanto modesti
Lo zar Nicola era un uomo molto alla moda, uno dei dandy più belli e ricchi dell’Europa della sua epoca. Come imperatore, era a capo di molti reggimenti e poteva indossare qualsiasi uniforme da parata di uno qualsiasi di essi. Ma durante tutta la serie, ha sempre la stessa uniforme, come se fosse solo un normale militare. Date un’occhiata a Nicola nelle sue varie divise.
21) Sergej Aleksandrovich aveva le guardie del corpo
Il granduca Sergej Aleksandrovic, zio dello zar, era una delle persone più odiate del Paese. E per questo era scortato continuamente. Nella serie è mostrato da solo alla guida di una semplice carrozza, con persone che bussavano ai finestrini. In realtà, nessuno poteva nemmeno avvicinarsi alla carrozza a piedi (sì, Sergej Aleksandrovich fu ucciso in un attentato, ma Ivan Kaljaev lanciò una bomba nella sua carrozza con grande destrezza, mentre il convoglio aveva rallentato un po’ a un incrocio).
Più tardi, nella serie, Sergej Aleksandrovich viene visto uscire da casa con sua moglie, come un uomo comune che va a passeggio. Una guardia solitaria se ne sta in veranda. Questo è semplicemente ridicolo. Girava sotto scorta di uomini armati fino ai denti.
22) Le parole di Pablo de Orellana sulla rivoluzione scorrono su un filmato degli anni Trenta
Mentre lo storico parla degli eventi del 1905, il filmato mostra gente russa degli anni Trenta, come si può chiaramente capire dai cavi elettrici mostrati nel filmato. Le strade russe furono elettrificate solo negli anni Venti e Trenta del Novecento. Lo stesso si può dire delle fabbriche mostrate numerose volte nel filmato. Inoltre, a un certo punto, vediamo persino una persona africana affamata. Ci sono alcuni sostanziali dubbi sul fatto che il filmato sia storicamente accurato (sebbene ci siano sicuramente parti di filmati reali della Rivoluzione del 1905 e del 1917-1918).
23) Nicola non era a San Pietroburgo nei giorni precedenti alla “Domenica di Sangue”
Non ci fu dibattito sul fatto se lo zar dovesse rimanere a Pietroburgo il 9 gennaio 1905 (in seguito noto come “Domenica di Sangue”). Infatti, aveva lasciato la capitale giorni prima, temendo per la sua vita. Il 6 gennaio, giorno della celebrazione ortodossa del Battesimo di Gesù, durante la cerimonia religiosa nelle acque del fiume Neva, ci fu un tentativo di attentato alla vita dello zar (cercavano sempre di assassinare lo zar, prima ancora dei bolscevichi ), quando uno dei cannoni cerimoniali sparò in direzione della tenda dell’imperatore. Si scoprì che era armato non a salve. Sul terreno rimase un poliziotto ferito e diverse finestre nel palazzo d’Inverno andarono in pezzi. Quella stessa sera, l’imperatore e la sua famiglia furono trasportati a Tsarskoe Selò.
24) Nicola non discuteva di tutto con sua madre e sua moglie
Non sta né in piedi né in terra che lo zar Nicola potesse discutere con sua madre e sua moglie se la famiglia dovesse trasferirsi o restare a Pietroburgo. La sicurezza dello zar era una questione di Stato.
25) Il dovere dello zar era nei confronti del suo Paese, non della famiglia
“Il tuo primo dovere è nei confronti della tua famiglia”, dice Aleksandra a Nicola, il che è sostanzialmente sbagliato. L’essenza della vocazione dello zar, incarnata nel processo della sua incoronazione, è il suo “matrimonio” con lo Stato. Il Paese e il suo popolo devono essere la preoccupazione principale dello zar e della sua famiglia. Facendo dire ad Aleksandra queste parole, gli sceneggiatori minano del tutto il significato del potere dello zar. Se la sua famiglia fosse stato il suo primo dovere, sarebbero fuggiti in Europa prima del precipitare degli eventi, ma non lo fecero, a causa della sua responsabilità come zar e dello scoramento in cui sarebbe caduta la nazione se fosse partito.
26) La “Domenica di sangue” è mal rappresentata
De Orellana parla di alcuni bambini seduti sui rami degli alberi che furono uccisi, a cui seguirono disordini e un massacro. Non ci sono fatti storici per dimostrare quello che afferma. In realtà, il 9 gennaio (22 gennaio per il calendario attuale) del 1905 si verificò una massiccia rivolta con migliaia di morti e feriti, sia tra il popolo che tra le file dell’esercito. La portata e l’importanza di questa giornata sono fortemente indebolite nella serie, facendo sembrare la “Domenica di sangue” una rivolta di poco conto.
27) Il numero di vittime è troppo basso
De Orellana indica erroneamente il numero delle vittime del 9 gennaio. Il numero esatto è ancora oggetto di discussione; tuttavia, è probabilmente superiore a duemila o anche vicino a tremila persone.
28) La Duma non era un governo
La dottoressa Philippa Hetherington probabilmente commette l’errore più marchiano della serie, definendo la Duma un “governo eletto”, mentre era un corpo legislativo e non esecutivo. Inoltre, nel quinto episodio, sentiamo parlare di un “presidente della Duma”, il che è piuttosto divertente: non esisteva una tale carica!
29) Kaljaev fu impiccato, non fucilato
Ivan Kaljaev, il socialista rivoluzionario responsabile dell’attentato mortale contro Sergej Aleksandrovich fu impiccato, non giustiziato da un plotone di esecuzione.
30) La rivoluzione bolscevica non avvenne immediatamente dopo il 1905
La serie lascia chiaramente intendere che dopo la rivoluzione del 1905 la Russia “sfugge completamente al controllo”. Non è esatto. Tra il 1905 e gli eventi rivoluzionari del 1917, ci sono stati anni in cui il governo russo tenne sotto controllo la situazione: venne formata la Duma e si svolsero delle elezioni, con la Russia che vide anche una certa fioritura industriale e culturale, almeno fino allo scoppio della Prima guerra mondiale.
31) La battaglia di Tsushima è rappresentata falsamente
De Orellana afferma che la battaglia navale di Tsushima durò 40 minuti, mentre in realtà ai giapponesi ci vollero due giorni, il 27 maggio e il 28 maggio 1905, per distruggere la flotta russa.
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Episodio 3
32) Nicola non finanziava i pogrom
Nicola II non finanziava i pogrom (le rivolte antiebraiche con violenze nei confronti della comunità). Durante il regno di Nicola, i pogrom si intensificarono, e c’erano molti antisemiti all’interno dell’esercito russo e della polizia russa, che rendevano difficile la soppressione del fenomeno. È ancora dibattuto se il governo russo fosse davvero riluttante a fermare i pogrom. Ma le accuse di finanziamento sono oltraggiose.
33) Nessuno poteva gridare contro lo zar, nemmeno il Primo Ministro
Pjotr Stolypin (così come alcuni altri personaggi della serie) sono mostrati nell’atto di urlare all’indirizzo dello zar, il che era impossibile, per via del sistema di regole dei ranghi civili russi, almeno fino all’abdicazione dello zar.
34) Stolypin rimase illeso dopo l’attentato
Pjotr Stolypin viene mostrato con lividi dopo l’esplosione nella sua dacia. Tuttavia, non riportò ferite, e era solo imbrattato di inchiostro dopo che il calamaio gli volò sulla testa per l’onda d’urto.
35) Rasputin non cercò di molestare la figlia di Stolypin
Questa è pura finzione. In effetti, Stolypin era molto sospettoso nei confronti di Rasputin e ordinò che il “monaco” fosse messo sotto sorveglianza, ma non sono noti contatti tra Rasputin e la figlia di Stolypin.
36) La casa di Rasputin è un falso storico
Per un russo, la casa di Rasputin in Siberia è “storica” come il Mausoleo di Lenin nel 1905. Immaginate di dover riscaldare questa casa quando fuori è -30 ºC. Date un’occhiata alla vera casa Rasputin a Pokrovskoe, nella regione di Tjumen.
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Episodio 4
37) Dire “Granduca Nikolasha” è un’assurdità
Quando de Orellana dice il “Granduca Nikolasha”, suona come se chiamassimo la regina Elisabetta II “Queen Lizzy”, e ci dispiace sentirlo dire da uno storico. ‘Nikolasha’ era il soprannome usato in famiglia per Nikolaj Nikolaevich, e non poteva essere usato normalmente associato con il suo titolo nobiliare.
38) Aleksandra non ha governato il Paese
Il potere imperiale russo viene mostrato nella serie come un semplice lavoro che la moglie può svolgere mentre il marito è assente. “Concentrati sulla guerra”, dice Aleksandra a Nicola, “mi prenderò cura io di tutto il resto qui”, come se la guerra stesse accadendo in qualche altro Paese. Dopo queste parole, Aleksandra occupa il tavolo di lavoro di Nicola e “inizia a governare”, il che è fuori luogo. L’Impero aveva il governo, la Duma, il Senato, un esercito di funzionari e servitori statali che l’Imperatrice, più o meno, poteva provare a manipolare attraverso una vasta rete di aiutanti e funzionari, ma non controllò mai ufficialmente il governo.
39) L’imperatore non poteva avere un servo africano
Quando l’imperatrice vedova Maria Feodorovna arriva a Mogilev per incontrare il figlio deposto, una domestica africana viene ad aprirle la porta. L’imperatore Nicola II non ebbe mai domestici di colore nei suoi appartamenti privati, anche se era esistito in Russia il fenomeno dei mori di corte.
40) La pistola con cui Rasputin viene ucciso è un anacronismo
È strano come il conte Jusupov usi chiaramente una pistola moderna contro Rasputin. Rasputin fu probabilmente ucciso da un revolver Webley calibro 455. Non è un oggetto molto difficile da procurarsi.
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Episodio 5
41) De Orellana descrive eventi falsi
“Un bambino è trivellato di colpi sul recinto del Palazzo d’Inverno”, dice il dottor Orellana, riferendosi non a fatti, ma a una storia o una leggenda che nemmeno i russi conoscono!
42) Non c’era la “Guardia Marina” in Russia
Nicola II dispiega la “Guardia Marina” per garantire la sicurezza della sua famiglia. Non c’era un tale reggimento o forza nell’esercito russo. Durante i giorni della Rivoluzione, i reggimenti che custodivano la famiglia imperiale a Tsarskoe Selò erano il Convoglio di Sua Maestà Imperiale e il Reggimento di Sua Maestà Imperiale. In realtà, non hanno disertato e hanno protetto la famiglia fino al suo arresto da parte del governo provvisorio.
43) Si perde traccia degli eventi
Con il quinto episodio, gli eventi della serie si mescolano fino al punto di diventare una farsa. Fatti di diversi anni sono uniti in una narrazione senza filo logico. Il professor Sean McMeekin del Bard College afferma: “In poco tempo, un gran numero di soldati è sceso in piazza. Alcuni di loro iniziano a sventolare bandiere rosse, requisiscono veicoli e, alla sera, è chiaro che il governo ha perso il controllo dell’ordine pubblico a Pietrogrado.” Non è chiaro, tuttavia, quale giorno intenda.
A detta di tutti, durante i tumulti della rivoluzione infuriarono una vasta serie di sommosse per diversi giorni. Certo che devono aver sventolato bandiere rosse! Ma ce n’erano migliaia! E certo che furono requisiti veicoli. E persino treni. E navi! Era la rivoluzione russa, uno degli eventi più sanguinosi nella storia politica dell’umanità, non una rivolta operaia in una lontana città del nord!
E quando il dottor de Orellana dice che l’esercito ha iniziato a disertare “a un certo punto”, ci chiediamo che cosa intenda, dato che diverse divisioni dell’esercito e varie guarnigioni disertarono caoticamente, mentre molte rimasero fedeli allo zar.
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Episodio 6
44) La famiglia imperiale non era così povera
Quando i Romanov si sistemano nella casa Ipatjev a Ekaterinburg, nella serie sembrano al verde. In realtà, erano molto più ricchi: quando i bambini furono portati a casa Ipatjev seguendo i loro genitori, viaggiavano con 26 persone della corte, a quanto dice Nikolaj Sokolov, l’investigatore sovietico dell’uccisione della famiglia imperiale.
45) L’alfabeto sbagliato (ancora un volta!)
Mentre Nicola legge la lettera di un misterioso benefattore, possiamo vedere che è scritta nell’ortografia russa contemporanea, quella dopo la riforma post rivoluzione.
46) L’imperatrice non poteva inginocchiarsi alla presenza delle guardie bolsceviche
Mentre le guardie di casa Ipatjev cercano le proprietà di Romanov, Aleksandra si mette in ginocchio a pregare, cosa che non avrebbe mai fatto in presenza di guardie comuniste. Anche se ex zarina, dentro rimaneva tale.
47) I bolscevichi dovettero proteggere la famiglia imperiale dal popolo
Parlando del destino della famiglia imperiale a Ekaterinburg, gli storici della serie non menzionano che i Romanov dovettero essere protetti anche del popolo infuriato. Quando Nicola e Aleksandra arrivarono a Ekaterinburg da Tobolsk, i bolscevichi che li sorvegliavano dovettero trattenere una folla di persone desiderose di vendicarsi dello zar. Solo la vista di molte mitragliatrici Gatling fermò la rivolta, e il treno con lo zar poté dirigersi verso la stazione successiva per salvare Nicola e Aleksandra dalla folla.
48) Lo zar non era il “rappresentante sulla terra” di Dio
Il dottor Hetherington si riferisce a Nicola come “rappresentante di Dio sulla terra”. È una visione distorta del ruolo dello zar. Durante la cerimonia dell’incoronazione, gli zar russi venivano battezzati per la seconda volta nella loro vita “per servire la volontà di Dio di essere lo zar russo”; una missione e una vocazione paragonabili a quella del sacerdozio.
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