Fedor Shekhtel (1859-1926), la stella più brillante del panorama Art Nouveau di Mosca all’inizio del XX secolo, ammise di aver seguito con grande interesse il lavoro di Antoni Gaudí (1852-1926), massimo esponente del modernismo catalano. I due architetti si conoscevano bene e talvolta si incontrarono persino per scambiarsi idee. Gaudí era di qualche anno più grande di Shekhtel e indubbiamente lo influenzò. Ma dove si possono trovare gli edifici più belli del “Gaudí russo”, che continuano a stupire i visitatori di tutto il mondo?
1. Palazzo Rjabushinskij
Questa è una delle residenze più uniche di Mosca. Originariamente costruita su ordine dell’imprenditore Stepan Rjabushinskij, la casa divenne l’ultima dimora dello scrittore sovietico Maksim Gorkij (ancora oggi vi ha sede il museo a lui dedicato).
La scala a forma di onda tiene banco come principale caratteristica interna della casa, e il tema subacqueo continua nello stile delle pareti e nelle decorazioni di soffitto, porte, finestre, maniglie e vetrate colorate.
Alcuni visitatori dicono che la scala ricorda quella della Casa Batlló di Gaudí a Barcellona. Per saperne di più su questa splendida residenza moscovita, leggete qui.
2. Dimora Morozov
Questa elegante dimora, che oggi funge da reception del Ministero degli Esteri russo, fu uno dei primi edifici progettati da Shekhtel. Il miliardario russo che ne commissionò la costruzione, Savva Morozov, si era laureato all’Università di Cambridge e voleva che l’edificio fosse progettato in stile neo-gotico inglese.
A parte questa richiesta, Shekhtel fu lasciato completamente libero di progettare la casa come voleva, e collaborò con il pittore russo Mikhail Vrubel. Insieme crearono tutti i dettagli interni, dando vita a un’atmosfera unica e lussuosa.
Il fatto più sorprendente è che Shekhtel progettò e costruì la villa senza alcuna formazione architettonica. Era stato infatti costretto a lasciare anzitempo la Scuola di Pittura, Scultura e Architettura per prendersi cura di sua madre malata. Successivamente, lavorò per diversi laboratori di architettura, illustrò libri e si occupò di scenografie teatrali. Per cui fu un grande momento per lui quando Morozov lo chiamò a lavorare a questo progetto. A quel tempo, Shekhtel aveva già costruito la dacia di Morozov sulle rive del fiume Kirzhach. L’architetto ottenne finalmente la sua qualifica professionale all’età di 35 anni: un diploma in Ingegneria civile. La Dimora Morozov è uno dei tesori nascosti di Mosca da non perdere.
3. Stazione di Mosca Jaroslavskij
La stazione Jaroslavskij collegava Mosca al Mar Bianco e alle province settentrionali della Russia, così Shekhtel scelse uno stile neo-russo, rielaborando certa architettura medievale, per questo progetto.
In questo edificio soluzioni architettoniche complesse si combinano a un design semplice e, di conseguenza, assomiglia più a un palazzo di una fiaba russa che a una stazione ferroviaria.
Le finestre, i fregi in mosaico verde e gli ornamenti floreali mostrano tutto l’amore dell’architetto per lo stile Art Nouveau (Liberty). Andate a dare un’occhiata ai bassorilievi con motivi di animali all’interno dell’edificio. E se volete saperne di più su questa e su altre stazioni di Mosca, perle architettoniche, leggete qui.
4. Teatro d’Arte di Mosca
Appassionato conoscitore di teatro, Shekhtel rinviò altri progetti pur di ricostruire il vecchio edificio del Teatro d’Arte di Mosca (fondato da Konstantin Stanislavskij e Vladimir Nemirovich-Danchenko).
Ha personalmente progettato tutto, compresi i mobili, i colori e si è persino occupato dell’illuminazione, per creare un mondo magico e speciale.
Shekhtel è stato il creatore della famosa parete di ulivo del teatro, con un motivo a onde e l’immagine di un gabbiano che le sorvola. Questo rimane l’emblema eterno del Teatro d’Arte di Mosca.
5. Edificio della società tipografica Levenson
Uno degli edifici di tipografie più originali della Russia, quello della società di “stampa veloce” Levenson, è un crogiolo di stili gotico e liberty.
La torretta dell’edificio è decorata con un ornamento a stucco raffigurante un cardo, che sottolinea lo stile Art Nouveau, con i suoi motivi vegetali e floreali. La grande scalinata della casa e la vetrata della porta ritraggono altre forme e linee graziose tipiche dello stile.
La tipografia rimase in questo edificio fino alla Rivoluzione del 1917. Successivamente fu nazionalizzata dal governo sovietico e trasformata in una azienda di Stato.
Dopo la rivoluzione del 1917, Shekhtel cercò di adattarsi alla nuova realtà, ma diede vita a pochi progetti significativi. Nel 1918 la sua villa fu nazionalizzata e insieme alla sua famiglia fu costretto ad affittare un appartamento dopo l’altro. Questo geniale architetto, che aveva costruito tanti palazzi per i miliardari russi, morì in povertà, senza possedere neanche un tetto sotto cui dormire.
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