Cinque erbe selvatiche che in Russia sono cucinate e mangiate

Nikolaj_Donetsk/Getty Images
Potrebbe sembrare strano che un tempo si consumasse il farinello, oggi considerato un’erba infestante, eppure ha salvato dalla fame tante generazioni. Quali altre erbe inaspettate mettevano (e mettono ancora) i russi nel piatto?

1 / Farinello (Chenopodium)

I russi del XIX secolo facevano il pane con i suoi semi, in modo da sopravvivere fino al prossimo raccolto. Lo scrittore Lev Tolstoj scrisse: “Il pane di farinello, consumato da quasi tutti – a volte fatto con ⅓, a volte con ½ misura di esso – è un pane scuro, scuro come l’inchiostro, pesante e amaro, e tutti lo mangiano; i bambini, le donne incinte e che allattano, i malati…  Ma se ne mangi troppo a stomaco vuoto, vomiterai”.

Se fare la farina con i semi di farinello (che sono i parenti europei della quinoa) è un processo di macinazione un po’ complesso, consumare le sue parti verdi non è affatto difficile. I suoi gambi vengono aggiunti alle insalate e alle zuppe. La gente poteva consumarlo senza neanche cuocerlo: semplicemente strappando uno stelo nel campo durante una giornata di lavoro.  

Anche se la reazione dell’organismo ad esso non è sempre prevedibile, il farinello è stato usato anche nella medicina popolare: la pianta è ricca di aminoacidi, vitamine e oli essenziali. Migliora i processi digestivi, sostiene la salute dei reni e fa bene al sistema cardiovascolare.  

2 / Pisello selvatico

Oltre al farinello, durante la primavera i russi consumavano il pisello selvatico. Gli archivi di San Pietroburgo dell’Accademia Russa delle Scienze raccontano di una ricetta di pane della Carelia fatto con farina di segale e radice di pisello selvatico: “Questa pianta cresce sulle rive dei grandi corsi d’acqua e può raggiungere un’altezza superiore a 54 cm. Con l’arrivo della primavera, la gente del posto la strappa, essicca la radice e la trasforma in farina”.

Questa pianta non è esigente riguardo al calore e può essere anche coltivata nei campi prima della coltivazione del grano o delle patate. Oggi si usa soprattutto in agricoltura per l’alimentazione animale. La massa verde ha il 20% di proteine e contiene una gran varietà di aminoacidi.

3 / Trifoglio

Il nome popolare di questo fiore in Russia è “kashka”, che è un diminutivo di “kasha”, il tipico porridge russo. Quindi non è una sorpresa che la gente lo mangi. I bambini ne sono particolarmente ghiotti. In estate, sono attratti dalle infiorescenze, piene di nettare dolce. Gli apicoltori lo usano per un miele di colore chiaro con una sfumatura ambrata. Il trifoglio viene anche essiccato e usato per fare il tè. Nel Caucaso, i fiori vengono fatti fermentare e aggiunti alle insalate in inverno. In passato, durante i tempi duri, le infiorescenze e le foglie secche venivano aggiunte alla farina per fare il pane. Le foglie verdi venivano usate per condire la botvinja

La medicina fa dei paralleli con il ginseng quanto a benefici per la salute del trifoglio. Aiuta a combattere il diabete, l’asma bronchiale e l’anemia, e agisce anche come antisettico. 

LEGGI ANCHE: Dieci piante selvatiche che erano la merenda dei bimbi sovietici 

4 / Camenèrio (Epilobium angustifolium) detto “Ivan Chaj”

Una bevanda medicinale a base di Ivan chaj (“chaj” vuol dire “tè” in russo) è menzionata per la prima volta per iscritto nel XII secolo. Il sovrano russo Aleksandr Nevskij, dopo aver combattuto contro i Cavalieri Teutonici, si fece servire l’intruglio curativo dai monaci di Koporje, non lontano da San Pietroburgo. Il giorno dopo, riferì di aver sentito un grande impeto di forza e diede l’ordine alla popolazione locale di raccogliere quell’erba allo scopo di fare il tè per alleviare la sofferenza fisica dei suoi guerrieri in battaglia. La produzione di massa di Ivan Chaj iniziò durante il regno di Caterina II, nel XVIII secolo. L’Ivan chaj fu presto esportato in altre capitali europee. Era considerato una versione locale ed economica del tè cinese. 

In precedenza, l’Ivan chaj poteva essere visto in molte case russe, dove si preparavano le erbe. La parte verde dell’erba veniva aggiunta allo shchi verde e alle insalate. Le radici secche venivano usate per fare qualcosa di simile a un sostituto del caffè. Al giorno d’oggi, è più spesso usata per fare il tè e per il miele. 

Ivan-chai è raccomandato come bevanda durante la carenza di vitamine e raffreddori, o per trattare ictus e attacchi di cuore e malattie genito-urinarie.

LEGGI ANCHE: Le piante più utilizzate in Russia per tè e infusioni 

5 / Ortica 

Nell’antichità gli slavi credevano che l’ortica allontanasse gli spiriti maligni e proteggesse dal malocchio. Un rametto veniva messo in tasca per proteggersi; la gente ne faceva dei braccialetti;  e dei mazzi potevano essere appesi alle porte o alle recinzioni.

Una delle ricette più diffuse di questa “regina delle erbe” è lo shchi di ortica. Si trova nelle “Note culinarie” di Sergej Drukovtsov, pubblicate nel 1779: le ortiche vengono sbollentate e mescolate con uova, manzo e grasso di maiale. A volte si aggiunge dell’acetosa, per un po’ di acidità. Le ortiche si trovano ancora oggi in numerose insalate, così come nelle omelette; la gente le conserva anche essiccandole, per consumarle in inverno. 

Le ortiche aiutano la digestione, curano la tosse e sono usate negli shampoo e in altri prodotti cosmetici. 

LEGGI ANCHE: Ortiche dai mille sapori: cinque idee per servirle a tavola 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese



Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie