Quasi tutti i tre secoli di storia di San Pietroburgo rappresentano, in un certo senso, un duello tra l’uomo e l’acqua. La città fu costruita su un terreno paludoso, ma la sua posizione geografica unica le permise di controllare le rive del Golfo di Finlandia e il delta della Neva, nonché i suoi rami e affluenti. Di tanto in tanto, il fiume si vendicava e la città subiva terribili inondazioni. Per deviare i canali fluviali e prosciugare la città, nel XVIII secolo a San Pietroburgo furono scavati nuovi scolmatori e canali. Di conseguenza, all’inizio del XIX secolo la città contava 101 isole. In seguito, alcuni canali sono stati riempiti e le isole più piccole sono state accorpate a quelle più grandi.
Nell’attuale San Pietroburgo, secondo il registro dei nomi geografici, ci sono 33 isole (a Venezia sono 118). Tuttavia, questo computo esclude l’arcipelago di Kronshtadt, che comprende varie isole fortificate. Si scopre così che le isole sono in realtà più di quaranta.
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Quelle che si trovano in centro non sono ormai percepite come isole, in senso stretto, grazie allo sviluppato sistema di ponti sui fiumi e sui canali. Ad esempio, il Ponte Blu (Sinij most) nel centro di San Pietroburgo è largo 97,3 m (ma lungo solo 29) ed è considerato parte di Piazza Sant’Isacco.
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L’Isola delle Lepri
Andrew Shiva/Wikipedia (CC BY-SA 4.0)Il nucleo storico della città è l’Isola delle Lepri (Zajáchij óstrov). Qui fu fondata la Fortezza di Pietro e Paolo il 27 maggio 1703, giorno che è considerato il momento della fondazione della città. E qui si trovano gli oggetti chiave dell’epoca imperiale, come la Zecca, il mausoleo dei Romanov, e le casematte del bastione Trubetskoj (la principale prigione politica della storia russa).
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L'Isola Vasiljevskij
A.Savin, WikiCommonsL’isola più famosa può essere considerata l’Isola Vasiljevskij (Vasíljevskij óstrov): ad essa sono dedicate innumerevoli opere letterarie. Con il nome di “Vasiljev” l’isola compare in uno dei libri degli scribi di Novgorod del 1500. Oggi la gente del posto la chiama affettuosamente “Vaska”. Verso il centro storico di San Pietroburgo punta la sua estremità orientale, detta Strelka (in russo “freccia”, ma anche “sporgenza costiera”); facilmente riconoscibile dalle Colonne Rostrali, che in occasione delle principali celebrazioni cittadine, tornano alla loro funzione storica di faro.
Il ponte Litejnij sul fiume Neva che conduce all'isola Bezymjannyj
Legion MediaL’isola più grande del delta della Neva occupa 16,2 chilometri quadrati e per ironia della sorte si chiama Bezymjánnyj ostrov, che in russo vuol dire “isola Senza-Nome”. È collegata alle altre isole e alla parte continentale della città da ben 47 ponti. Si formò con la comparsa del Canale Obvodnyj, la cui costruzione iniziò nel periodo 1769-1780. L’Obvodnyj è il più grande canale di San Pietroburgo: la sua larghezza è di 42 km, la sua lunghezza supera gli 8 km.
L'isola Sernyj
Nikolaj Bulykin (CC BY-SA 4.0)La superficie dell’isola più piccola, Sérnyj óstrov è di appena 0,03 kmq, con un solo ponte che la raggiunge. L’isola ha ricevuto il suo nome (che in russo significa “dello zolfo”) nel XIX secolo perché era utilizzata per l’appunto come magazzino di zolfo.
Letnij Sad (Giardino d’estate)
Legion MediaDue isole, Letnij Sad (Giardino d’estate) e Elágin ostrov, si contendono questo titolo.
Giardino d’estate si trova nella parte storica della città e il suo territorio (0,12 km²) è occupato dall’omonimo parco: un lussuoso insieme paesaggistico con padiglioni, fontane, labirinti verdi e copie di sculture di maestri italiani della fine del XVII - inizio del XVIII secolo. Il giardino fu creato come residenza estiva di Pietro il Grande: nel 1710-1714 vi fu costruito un palazzo dove lo zar visse ogni estate fino alla fine della sua vita.
L’Isola Elagin è molto più grande di quella del Giardino d’Estate, e anche qui c’è un’ex residenza imperiale. La prima residente fu l’imperatrice vedova Marija Fjodorovna (moglie di Paolo I, nipote di Pietro il Grande). L’architetto italiano Carlo Rossi, allora poco conosciuto a San Pietroburgo, lavorò alla progettazione paesaggistica dell’Isola Elagin: il ricostruito Palazzo di Elagin fu la sua prima opera importante nella allora capitale russa.
L’Isola Elagin
A.Savin, WikiCommonsNel 1932, sull’isola fu inaugurato il Parco Centrale della Cultura e della Ricreazione, che due anni dopo prese il nome di Kirov, in onore del leader comunista assassinato. Vi si trovano campi sportivi e di gioco, giostre e sculture a tema sportivo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’isola Elagin e il Palazzo furono gravemente danneggiati. Il restauro del suo aspetto storico è stato portato avanti per quasi mezzo secolo, ma si è intensificato soprattutto tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila. E oggi possiamo di nuovo gustarci la zona come fu progettata da Rossi.
L'isola Nuova Olanda
A.Savin, WikiCommonsLa Nóvaja Gollándija, ossia “Nuova Olanda”, è un’isola che tiene armonicamente insieme il romanticismo post-industriale con lo spazio cittadino contemporaneo (a rigor di termini, si tratta di due isolette che formano un’unica composizione). Il riferimento olandese del nome ricorda quando lo zar Pietro il Grande fondò la Flotta del Nord sulle rive della Neva, invitando i costruttori navali olandesi nella capitale. Le isole vicino ai cantieri navali erano utilizzate dall’Ammiragliato come magazzini per lo stoccaggio del legname per la costruzione delle navi. A metà del XIX secolo, su Novaja Gollandija fu costruita una prigione marittima, soprannominata “Butylka”, ossia “Bottiglia” da cui è tratta una celebre espressione russa.
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Nel secondo decennio del XXI secolo, questo monumento dell’architettura industriale si è trasformato in uno spazio pubblico alla moda con ristoranti, sale conferenze, un palco per spettacoli e un parco paesaggistico.
Lo stadio dello Zenit e altri complessi sportivi sull'Isola Krestovskij
Legion MediaTradizionalmente questo titolo appartiene all’Isola Krestovskij (Krestóvskij óstrov). Qui si trova il più grande stadio di calcio di San Pietroburgo (e diversi stadi più piccoli), un complesso sportivo, una pista ciclabile, un’arena di atletica e un club di canottaggio. Gran parte dell’isola è occupata dal Primorskij Park Pobedy (“Parco litoraneo della Vittoria”), un luogo popolare tra pattinatori, ciclisti e amanti del jogging, che vanta anche un grande parco divertimenti.
La storia sportiva dell’isola risale alla metà del XIX secolo. Qui furono fondati lo Yacht Club della Neva nel 1859, la Società di canottaggio di San Pietroburgo nel 1889 e i campi da tennis cittadini nel 1894.
Vale la pena di recarsi sull’Isola Krestovskij per vedere la Gazprom-Arena, lo stadio dello Zenit San Pietroburgo, opera dell’architetto giapponese Kishō Kurokawa con un tetto retrattile (in fase di progetto veniva chiamato “Navicella Spaziale”). La Gazprom-Arena ha ospitato alcune partite del Campionato europeo di calcio 2020 e del Mondiale 2018. Proprio in quell’occasione è stata aperta una stazione della metropolitana, ora chiamata Zenit, vicino all’impianto. In caso di eventi sportivi lo stadio può ospitare quasi 65.000 spettatori, in caso di eventi teatrali e concerti, fino a 80.000. L’arena è stata costruita sul sito di un altro grande impianto sportivo del XX secolo, lo Stadio Kirov, che era considerato uno dei più grandi al mondo: prima di una ricostruzione che abbassò la capienza a 85 mila persone, nel periodo 1950-1978, ospitava fino a 100 mila spettatori.
L'iIsola di Kotlin, dove si trova la città fortificata di Kronshtadt
Sergej Fomin/Global Look PressSeparata dal resto delle isole del delta della Neva è l’Isola di Kotlin, sulla quale si trova la città fortificata di Kronshtadt. Kotlin è collegata alla terraferma da un complesso di strutture che proteggono San Pietroburgo dalle inondazioni. Ci sono 11 dighe per una lunghezza totale di 23,4 km, costruite nell’arco di trent’anni, fino al 2011. Allo stesso tempo, sulla diga è stato aperto un ponte per il traffico veicolare.
Intorno a Kotlin ci sono molti forti, la cui maggiore concentrazione si trova nella zona delle acque interne. Queste costruzioni proteggevano la città dagli attacchi provenienti dal mare. Uno dei forti, il Forte Alessandro I, fu escluso dal novero delle costruzioni difensive alla fine del XIX secolo e lì venne allestito un laboratorio batteriologico per produrre un siero anti-peste.
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