Cinque sedi di ambasciata a Mosca che sono autentici gioielli architettonici

Legion Media
A Mosca i monumenti non mancano, ma se siete in cerca di qualche capolavoro meno conosciuto, non perdetevi questi edifici. Ce ne sono in stile Liberty, in stile Impero e in stile Eclettico; insomma un po’ per tutti i gusti

1 / Ambasciata d’Islanda

Le relazioni diplomatiche ufficiali tra l’Islanda e l’Unione Sovietica furono stabilite durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943. L’anno successivo, l’Islanda aprì la sua ambasciata nel cuore di Mosca, al numero 28 di vicolo (pereùlok) Khlebnij. In precedenza, tra il 1935 e il 1941, l’edificio era stata la residenza ufficiale dell’addetto militare tedesco Ernst August Köstring, il diplomatico (era cresciuto a San Pietroburgo e parlava un ottimo russo) che aveva preso parte agli storici negoziati sul patto Molotov-Ribbentrop nel 1939.

Costruito originariamente nel 1815, questo basso edificio (ha solo un piano rialzato) divenne un simbolo dell’architettura in stile Impero, con ornamenti unici e grande ricchezza di dettagli decorativi. L’edificio, allungato e sontuoso, vanta una terrazza invernale e un piccolo giardino. Un tempo fu la residenza dell’amico di Aleksandr Pushkin (1799-1837) Aleksej Verstovskij (1799-1862), il compositore la cui opera romantica del 1835 “Askóldova mogìla” (“Аскольдова могила”, ossia “La tomba di Askold”) è stata la prima in assoluto a essere eseguita negli Stati Uniti (con il titolo di “Askold’s Grave”), nel 1869. Tra il 2011 e il 2013 l’edificio è stato scrupolosamente restaurato.

2 / Ambasciata della Nuova Zelanda

Chi visita Mosca non dovrebbe perdersi l’elegante dimora che si trova all’angolo tra vicolo Skarjatinskij e via Povarskaja, al civico 44 di quest’ultima. È chiaro fin dal primo sguardo perché il frutto dell’ingegno dell’illustre architetto russo Lev Kekushev (1862-tra il 1916 e il 1919) sia considerato uno dei più splendidi edifici in stile Liberty di Mosca.

Ha tutti i tratti distintivi dell’Art Nouveau, con asimmetria delle linee per creare una forma insolita, finestre tripartite per avere molta luce naturale all’interno e un generoso uso di simboli, decorazioni e ornamenti di leoni.

La casa fu costruita intorno al 1904 e pare sia costata una fortuna. Non c’è da stupirsi che ci siano voluti cinque anni per trovare un acquirente. Ivan Mindovskij, ricco commerciante e comproprietario della manifattura di carta e lino del Volga, si trasferì qui nel 1909 e vi visse fino alla sua morte, nel 1912.

Dopo la Rivoluzione russa, l’edificio fu nazionalizzato. Nel 1924, l’anno in cui morì Lenin, la villa (“osobnjàk” in russo) divenne sede della missione diplomatica svedese.

Dal 1973 è la sede dell’ambasciata della Nuova Zelanda. La moglie di John Larkindale, ambasciatore della Nuova Zelanda in Russia tra il 1996 e il 1999, è rimasta così colpita dallo stile grandioso dell’a magione che ha scritto un libro sulla sua storia.

Nel 2019 l’ambasciata ha subito un importante restauro. E la dea Aurora è riapparsa sulla facciata meridionale dell’edificio.

3 / Ambasciata del Cile

Ci sono stati momenti in cui l’Urss e il Cile non andavano troppo d’accordo. I rapporti diplomatici completi furono stabiliti nel 1944, solo per essere interrotti appena tre anni dopo. Ripresero nel 1964, ma furono di nuovo interrotti a seguito del colpo di stato militare cileno di Pinochet del 1973.

Solo nel 1990 Mosca e Santiago hanno finalmente ritrovato normali relazioni diplomatiche. Da allora, un edificio storico al numero 7 di vicolo Denezhnij, proprio dietro un grattacielo simbolo dell’era di Stalin, una delle Sette Sorelle dove ha sede il Ministero degli Affari Esteri, è diventato l’ambasciata cilena.

Questa meraviglia dell’Art Nouveau è stata costruita intorno al 1912 e fa parte del patrimonio culturale di Mosca. È stata progettata dall’architetto Adolf Seligson (1867-1919), un ebreo polacco che aveva studiato a San Pietroburgo ed era arrivato a Mosca dopo aver trascorso un anno a Parigi, dove lo stile liberty era di gran moda.

L’edificio a due piani inizialmente appartenne a German Brojdo, un imprenditore che acquistava regolarmente terreni per costruirvi palazzi che poi affittava o rivendeva. In questo caso trovò un acquirente ancor prima che la costruzione fosse terminata. Il signor Viktorin Burdakov, proprietario di diverse compagnie minerarie d’oro e di platino, acquistò il palazzo e si trasferì immediatamente nelle sue venti grandi stanze per godersi un po’ di pace e serenità.

4 / Ambasciata dell’Argentina

Le relazioni diplomatiche tra Russia e Argentina risalgono addirittura al lontano 1885.

L’edificio in stile Impero su via Bolshaja Ordynka 72 dove oggi ha sede l’ambasciata è un gioiello architettonico che fu costruito nel 1823. Progettato senza troppi fronzoli, ma con un suo stile ben riconoscibile, era destinata a diventare la nuova casa di Nadezhda Lobanova, la moglie di un mercante. La donna vi visse circa 15 anni.

Nel 1859 si trasferirono qui i nuovi proprietari: i fratelli Aleksej e Nikolaj Pugovkin. I due mercanti decisero di cogliere al volo l’opportunità e rinnovarono sensibilmente l’edificio. Il risultato fu questo stile eclettico.

Nel 1907, un altro mercante di nome Aleksandr Kuleshov acquistò la villa. Prima di diventare l’Ambasciata dell’Argentina, edificio ha ospitato anche l’Ambasciata del Ruanda.

Nel 2020, quasi duecento anni dopo la sua originaria costruzione, l’esterno dell’edificio conserva ancora il suo fascino, leggermente nostalgico.

5 / Ambasciata d’Austria

Situata proprio nel cuore della città vecchia, all’incrocio tra i vicoli Starokonjushennyj e Prechistenskij, l’ambasciata austriaca è uno straordinario gioiello architettonico. L’edificio, con cupola e colonne, è una miscela di stili vecchi e nuovi, che ricorda le tenute delle famiglie nobili descritte nei romanzi di Lev Tolstoj.

Progettato e costruito dall’architetto neoclassico Nikita Lazarev (1866-1932) nel 1906, questo palazzo secolare è meglio conosciuto come Casa (Dom) Mindovskij (il padre di Nikolaj, Ivan Mindovskij, possedeva tre palazzi a Mosca.) Nikolaj visse lì fino alla la Rivoluzione bolscevica del 1917.

Negli anni Venti del Novecento, il palazzo divenne un ufficio del registro civile per i matrimoni. Fu lì che il poeta Sergej Esenin (1895-1925) sposò la sua amata moglie, la ballerina americana Isadora Duncan, e lo scrittore Mikhail Bulgakov (1891-1940) mise la fede al dito alla sua seconda moglie, Ljubov Belozerskaja, nel 1925.

Nel 1927 l’edificio fu preso in affitto dall’ambasciata austriaca. Dal 1938, in seguito all’Anschluss, ospitò l’ambasciata tedesca. La leggenda narra che il patto Molotov-Ribbentrop sia stato firmato proprio in questo edificio nel 1939.

Il palazzo accolse un numero di ospiti di prim’ordine. Nel 1944 (ovviamente l’ambasciata tedesca era chiusa per via della guerra), il primo ministro britannico Winston Churchill trascorse la notte nella Casa Mindovskij (era arrivato a Mosca per dei negoziati con Stalin).

Già dopo la morte di Stalin, l’edificio ospitò nel 1955 i colloqui sul Trattato di Stato austriaco, che venne poi firmato il 15 maggio di quell’anno a Vienna, al Castello Belvedere, e che ristabilì un’Austria libera, sovrana e democratica (in precedenza era sottoposta a zone di occupazione delle potenze vincitrici, come la Germania). Successivamente, quello stesso anno, il palazzo divenne per la seconda volta l’ambasciata dell’Austria indipendente.


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