Molte tenute nobiliari russe hanno un legame molto stretto con la cultura nazionale: sono state le residenze di persone in vista al loro tempo, tra cui poeti, scrittori, musicisti e pittori. Ma ci sono sulla carta della Russia dei posti senza i quali è del tutto impossibile immaginare nella sua pienezza la cultura russa. Uno di questi luoghi è senza dubbio la tenuta di Abramtsevo, nella regione di Mosca, poco più di 70 chilometri a nord della capitale. In cosa sta la sua unicità? E perché molti esponenti della cultura noti in tutto il mondo sono a lei legati? Eccovi alcuni dei fatti più importanti della storia di questa tenuta, che dovrebbero convincervi a visitarla.
Si può discutere a lungo sul perché tutto il tumulto della vita artistica e poetica della Russia pre rivoluzionaria ruotasse attorno a questa tenuta. Ma è abbastanza ovvio. La storia di questo posto è “intessuta” della straordinaria bellezza di questi luoghi. È stata proprio l’eccezionale bellezza dei paesaggi ad attirare qui sia i famosi proprietari della tenuta che gli artisti che cercavano ispirazione nelle sconfinate distese che si aprono alla vista.
Vale la pena di visitare Abramtsevo anche solo per godere di uno dei migliori esempi di parco signorile, creato sullo sfondo della bellezza naturale dei paesaggi della regione di Mosca.
La storia di Abramtsevo è la storia del Mecenatismo con una emme maiuscola. L’apogeo della tenuta, e della sua popolarità, corrisponde infatti con l’attività del “Circolo di Abramtsevo”, organizzato da Savva Ivanovich Mamontov (1841-1918). Questo straordinario uomo univa il talento imprenditoriale e una infinita generosità. Essendo l’imprenditore più ricco del suo tempo, è entrato per sempre nella storia della Russia come uno dei mecenati più generosi del Paese. È grazie alla sua protezione e al suo sostegno finanziario che personalità leggendarie come il cantante Fjodor Shaljapin o i pittori Viktor Vasnetsov e Valentin Serov e molti altri hanno rivelato il loro talento. Savva Mamontov fondò l’Opera privata russa di Mosca, finanziò diversi progetti editoriali, dette il la alla costruzione dell’hotel Metropol e della stazione ferroviaria Jaroslavskij di Mosca, sponsorizzò progetti educativi e di beneficenza, stanziò regolarmente fondi per aiutare gli strati più deboli della società. E fece tutto questo con grande entusiasmo e senza doppi fini.
Prima di Savva Mamontov, la tenuta era stata di proprietà dello scrittore Sergej Timofeevich Aksakov (1791-1859). Lo scrittore riteneva questa residenza di campagna una fonte inesauribile di ispirazione. Inoltre, Aksakov era amico con molti famosi poeti e scrittori russi. Da lui, furono ospiti ad Abramtsevo Nikolaj Gogol, Ivan Turgenev, Fjodor Tjutchev e molti altri maestri della penna.
Savva Mamontov fu all’origine della creazione del cosiddetto “circolo di Abramtsevo” di artisti. Molti dei dipinti di fama mondiale di Repin, Vasnetsov, Serov (tra cui la celeberrima “Ragazza con le pesche”), Repin e di altri artisti sono stati dipinti qui.
È interessante notare che un genere a sé nel lavoro di questi artisti era rappresentato dalla pittura dei paesaggi della tenuta stessa. Abramtsevo può essere visto nelle tele “In barca. Abramtsevo” di Vasilij Ponebov; “Viale ad Abramtsevo” di Viktor Vasnetsov e “Abramtsevo” di Iljà Repin, così come in “Paesaggio estivo”, sempre di quest’ultimo.
La tenuta di Abramtsevo è interessante anche per gli appassionati di architettura. Qui si possono trovare sia forme architettoniche tradizionali che singolari. E se l’edificio padronale principale, in legno “accogliente”, è un piacere per gli occhi grazie alla sua raffinata semplicità, “l’izba sulle zampe di gallina” (riproduzione della tipica abitazione di Baba Jagà, tramandata dal folklore slavo), “la banja Teremok” e “il laboratorio” sorprendono gli ospiti e li portano nel mondo arcano delle fiabe russe.
E, naturalmente, la perla architettonica di Abramtsevo è la Chiesa dell’Immagine del Salvatore non dipinta da mano umana costruita dall’architetto Pavel Samarin, su progetto degli artisti Viktor Vasnetsov e Vasilij Polenov. Bianca come la neve, in miniatura, creata a somiglianza degli antichi templi russi con bizzarri elementi di modernità, lascia a bocca aperta anche chi di solito non si appassiona granché di architettura.
Dopo la Rivoluzione del 1917, la maggior parte delle ex proprietà nobiliari furono abbandonate, saccheggiate o distrutte. Abramtsevo riuscì a scampare a questo triste destino. Nel 1917, la tenuta fu nazionalizzata e si trasformò in un museo, il cui primo custode fu la figlia di Savva Mamontov, Aleksandra Mamontova. Da allora, la Riserva museale storica, artistica e letteraria “Abramtsevo” è un museo interessante, che è visitato ogni anno da migliaia di turisti e che recentemente ha celebrato il suo centenario.
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