Fortezza di Staraja Ladoga. Muro ovest con la torre Vorotnaja (a sinistra) e la torre Clement. Ricostruzione del 1976. Foto: 16 agosto 2003
William BrumfieldAll’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij sviluppò un procedimento straordinariamente versatile per la fotografia a colori (vedi il paragrafo in basso).Volendo usare questo metodo per registrare la ricchezza architettonica dell’Impero russo, intraprese numerosi viaggi su grandi distanze tra il 1903 e il 1916.
Tra il giugno e il luglio del 1909, Prokudin-Gorskij ricevette un lavoro su commissione da parte del Ministero dei Trasporti, per fotografare le località lungo il Canale Volga-Baltico (noto anche come “Marinskij”), un sistema di vie d’acqua creato da Pietro il Grande per collegare il bacino del fiume Volga con San Pietroburgo, città fondata nel 1703 e diventata la capitale della Russia nel 1712. Usando i laghi Ladoga, Onega e Bianco, il sistema conduceva al fiume Sheksna, che si getta nel Volga a nord-ovest di Mosca.
Fortezza di Staraja Ladoga. Chiesa di San Giorgio, facciata sud. Vista a nord con il fiume Volkhov e la torre Vorotnaja (a sinistra). 16 agosto 2003
William BrumfieldLa scelta del Canale Volga-Baltico si rivelò significativa nell’evoluzione del progetto documentario di Prokudin-Gorskij, perché collegava alcuni degli insediamenti più antichi della Russia nord-occidentale. Tra questi c’era Staraja (“Vecchia”) Ladoga, situata sul piccolo fiume (lungo appena 25 chilometri) Ladozhka (ora noto come fiume Elena), vicino alla sua confluenza con il fiume Volkhov. Il Volkhov, a sua volta, nasce dal Lago Ilmen a Velikij Novgorod, il principale centro commerciale del nordovest russo nel periodo medievale, e scorre verso nord fino a buttarsi nel Lago Ladoga.
Fortezza di Staraja Ladoga. Parete ovest con la chiesa di San Giorgio e il campanile (demolito). In primo piano: fiume Ladozhka (oggi Elena). Estate 1909
Sergej Prokudin-GorskijI reperti archeologici suggeriscono che il sito di Ladoga, situata strategicamente vicino alla riva sud-est del Lago Ladoga, fosse un centro commerciale già nel VII secolo. In effetti, le prove suggeriscono che l’area sia stata colonizzata fin dal Neolitico. Nella seconda metà del IX secolo, Ladoga fu associata all’ascesa dei Rjurikidi, la prima dinastia russa, che rimase sul trono fino al 1598.
La prima fortezza di Ladoga aveva bastioni di terra e data al IX secolo. Le cronache medievali la collegano al leader semi-leggendario del Variaghi, Rjurik, che, con i suoi due fratelli Sineus e Truvor, assunse il controllo del vasto territorio dell’antica Rus’ attorno all’860. A quel tempo la zona di Ladoga era popolata da un misto di slavi e popoli finnici, ma c’era anche una presenza scandinava.
Chiesa di San Giorgio, vista nord-ovest scattata durante il festival cittadino. 16 agosto 2003
William BrumfieldIn un’epoca in cui il commercio attraverso il Mediterraneo era insicuro, la rotta lungo il fiume Dnepr fino al Mar Nero – “dai Variaghi ai Greci” – permetteva ai mercanti del nord Europa un accesso alternativo a Costantinopoli e alla ricchezza dell’Impero bizantino. I Variaghi, identificati in molte testimonianze storiche con i Vichinghi, prestavano servizio come guardie imperiali a Costantinopoli.
Verso la metà degli anni Sessanta dell’Ottocento, il centro del potere di Rjurik si trasferì a Velikij Novgorod e, dopo la sua morte, intorno all’879, un suo parente, il principe Oleg, spostò il centro di potere a sud, a Kiev, sul fiume Dnepr. Nondimeno, le antiche cronache tramandano la prima presenza di Rjurik a Ladoga nell’862. Ciò sembra logico in considerazione dell’importanza del ruolo del Lago Ladoga e del fiume Volkhov nella rotta commerciale “dai Variaghi ai Greci”.
Chiesa di San Giorgio, interno. Affresco del tardo XII secolo raffigurante San Nicola. Estate 1909
Sergej Prokudin-GorskijNonostante il trasferimento del centro del potere a sud, l’importanza di Ladoga non diminuì e il fatto si riflette nelle imponenti mura di pietra che sostituirono la fortezza di terra all’inizio del XII secolo. Cominciata dal principe di Novgorod, Mstislav I di Kiev, detto anche il Grande, questa straordinaria fortificazione proteggeva l’area a sud del lago Ladoga dalle incursioni svedesi.
L’edificio sacro più antico fotografato da Prokudin-Gorskij a Ladoga era la Chiesa di San Giorgio, visibile nella sua fotografia vicino a una sezione delle mura della fortezza in rovina. Non ci sono prove che abbia fotografato la chiesa più da vicino. Lo spazio ristretto all’interno della fortezza e lo stato penoso delle mura apparentemente escludono che ci fosse la distanza necessaria per il suo obiettivo fotografico, che avrebbe avuto bisogno di più metri per riprendere l’intera struttura. Ho avuto il vantaggio di un muro fortificato ricostruito e sono stato in grado di fotografarla con obiettivi diversi durante il festival cittadino nell’agosto 2003.
Chiesa di San Giorgio, vista sud con abside (a destra). 16 agosto 2003
William BrumfieldTra gli studiosi non c’è consenso sulle date di inizio della costruzione della chiesa di San Giorgio, e potrebbe essere stata edificata in fasi diverse, a partire dall’865. Tuttavia, tutte le versioni concordano sul fatto che la costruzione definitiva della chiesa risalga alla seconda metà del XII secolo, al tempo in cui gli slavi stavano combattendo contro gli svedesi per il controllo di questo territorio strategico. La dedica alla figura combattente di San Giorgio è associata al ruolo di Ladoga in una vittoriosa respinta dell’invasore svedese durante una battaglia sul vicino fiume Voronezhka, nel maggio 1164.
Si pensa che l’iniziatore della Chiesa di San Giorgio sia il vescovo Nifont, un prelato di origini greche che fu responsabile della costruzione della bellissima cattedrale della Trasfigurazione del Salvatore nel Monastero della Trasfigurazione a Pskov, città che allora era conosciuta come la “sorella minore” di Novgorod.
Fortezza di Staraja Ladoga. Rovine del muro ovest e Torre Vorotnaja (a sinistra). Estate 1909
Sergej Prokudin-GorskijLa chiesa di San Giorgio si conforma a una struttura di base comune nella Rus’ di Novgorod di prima dell’invasone mongola: una semplice edificio imbiancato a calce, con ogni facciata divisa in tre campate. Un’abside, che conteneva l’altare, si estendeva dal lato est e la struttura era coronata da una cupola unica che si innalzava in un tamburo, o cilindro. Il semplice interno aveva quattro pilastri che sostenevano il soffitto e la cupola.
L’antica chiesa fu restaurata in varie fasi durante il XX secolo, inclusi gli anni Venti e Cinquanta. Durante quel periodo il campanile del XIX secolo visibile nella fotografia di Prokudin-Gorskij fu demolito, in quanto considerato un anacronismo architettonico.
Fortezza di Staraja Ladoga. Muro ovest con la torre Vorotnaja (a sinistra) e la torre Clement. Primo piano: fiume Ladozhka. 16 agosto 2003
William BrumfieldAll’interno, Prokudin-Gorskij riuscì a fotografare frammenti di affreschi della fine del XII secolo, la maggior parte dei quali era svanita nel corso dei secoli, in particolare durante una ristrutturazione della chiesa negli anni Ottanta del XIX secolo. Una piccola parte degli originali era stata scoperta e ripulita all’inizio del XX secolo, alcuni anni prima della visita del fotografo. Il suo occhio magistrale riconobbe l’importanza degli affreschi e la necessità di scattare foto, nonostante la difficile luce dei piccoli interni.
Ladoga rimase per secoli un importante avamposto russo nel nord-ovest. Le sue mura furono ampliate con enormi torri dal Gran Principe Ivan il Grande di Mosca alla fine del XV secolo. Conquistata dal comandante svedese Jacob De la Gardie nel 1610, durante il Periodo dei Torbidi, Ladoga fu riconquistata da Ivan Saltykov l’anno seguente, ma poi passò di nuovo in mano. In uno Stato molto ridotto, rimase territorio russo con la firma, nel 1617, del trattato di Stolobovo, che pose fine alla guerra russo-svedese del 1610-1617.
Il villaggio di Staraja Ladoga con il fiume Ladozhka e le rovine della torre Vorotnaja. Estate 1909
Sergej Prokudin-GorskijAll’inizio del XVIII secolo, Pietro il Grande fondò San Pietroburgo nel 1703 e ampliò notevolmente il territorio russo a scapito della Svezia, durante la Grande Guerra del Nord. Come parte del suo piano per espandere il commercio e le comunicazioni russe a sostegno della sua nuova città, Pietro fondò la città di Novaja (“Nuova”) Ladoga nel 1704 nel punto in cui il fiume Volkhov si butta nel Lago Ladoga. Di conseguenza, l’antico insediamento fu ribattezzato Staraja (“Vecchia”) Ladoga, un nome che porta ancora oggi.
Al tempo della visita di Prokudin-Gorskij, le massicce mura di pietra versavano in uno stato di pittoresco abbandono. Lui scattò quattro fotografie dei resti della fortezza, principalmente dal fiume Ladozhka.
Fortezza di Staraja Ladoga. Ingresso con rovine della Torre Vorotnaja. Estate 1909
Sergej Prokudin-GorskijDei lavori di restauro prolungati sulle mura della fortezza iniziarono nel 1960, e nel 1976 alcune parti delle mura e due grandi torri, la Vorotnaja e la Clement, furono ricostruite. Un notevole impulso venne dato dalla fondazione del Museo di Staraja Ladoga, nel 1971. Le mie fotografie mostrano le mura della fortezza e le torri per come apparivano nel 2003. Il processo di restauro continua ai giorni nostri.
Chiesa in legno di San Demetrio di Salonicco. Costruita come chiesa parrocchiale nel 1731. Restaurata nel 1901 e all’inizio di questo secolo. 16 agosto 2003
William BrumfieldAnche nel suo stato di abbandono (o forse specialmente in quello stato), Staraja Ladoga ha ispirato generazioni di artisti, tra cui Valentin Serov, Boris Kustodiev e, soprattutto, Nicholas Roerich, i cui dipinti hanno ricreato visivamente le imbarcazioni vichinghe nella zona. In una giornata estiva ventosa, la vista dalla fortezza di Staraja Ladoga lungo il fiume Volkhov continua a evocare tali fantasticherie.
Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità
Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventòun complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiòper l’Impero Russo e scattòoltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciòla Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilìin Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield organizzòla prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.
Non solo Mosca: tutte le capitali della Russia nei secoli
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