Le vecchie immagini delle mura del Cremlino di Mosca mostrano che non erano rosse, come sono adesso, ma bianche, ancora alla fine del XIX secolo.
A quel tempo, non certo tra i migliori per la Russia, il Cremlino non era messo molto bene: la calce si staccava dai muri di mattoni, e il nuovo colore rosso (a cui tutti sono abituati ora) non era stato ancora utilizzato per la ristrutturazione.
Anche le famose stelle rosse sulle torri del Cremlino non sono sempre stare al loro posto. Fino al 1935 le torri erano sovrastate dalle aquile bicipiti, simbolo dell’Impero russo. Quelle rappresentazioni del vecchio potere erano mal sopportate dal padre della rivoluzione, Lenin, ma non fece in tempo a vederle sostituire. A proposito, le stelle del Cremlino sono sempre illuminate e sono state spente solo due volte: durante la Seconda guerra mondiale per oscurare la capitale ai bombardieri tedeschi, e nel 1998 per le riprese del film “Il barbiere di Siberia” di Nikita Mikhalkov.
La prima fossa comune a ridosso delle mura del Cremlino apparve nel 1917, e la prima tomba individuale nel 1919. Nel 1924 il punto centrale della necropoli venne occupato dal Mausoleo di Lenin, dove ancora oggi si trova il corpo imbalsamato del leader della Rivoluzione.
Molti funzionari di primo piano, militari e scrittori furono poi tumulati qui negli anni dell’Unione Sovietica e fino al 2013, quando nella Regione di Mosca è stato inaugurato il Cimitero Federale memoriale militare, dove vengono ora sepolte le personalità più importanti e gli eroi della Russia.
La Neglinnaja, affluente della Moscova, portava non pochi fastidi agli abitanti di Mosca fino agli anni Sessanta dell’Ottocento: quando pioveva molto, allagava completamente la piazza Trubnaja, il passaggio Neglinnyaja e la via Kuznetskij Most. Alla fine, questo fiume, lungo meno di otto chilometri, fu completamente coperto e incanalato in un sistema grosse tubature sotterranee, la cui variante moderna corre da piazza Trubnaja all’Okhotnyj Rjad.
Una quantità pari al peso di 234 balenottere azzurre, il più grande mammifero del pianeta. Per nutrire tutti i moscoviti e far andare avanti la città sono necessarie enormi risorse.
Per esempio, gli abitanti della capitale ogni giorno spendono oltre dieci milioni e mezzo di euro solo per fare il pieno alle loro macchine, e svuotano interi laghi per tirare lo sciacquone.
Quando il 31 gennaio 1990 sulla piazza Pushkin della capitale dell’Unione Sovietica aprì il primo McDonald’s, davanti alla sua porta si formò una coda lunga diversi chilometri. In quello stesso giorno furono serviti oltre 30 mila clienti. E questo rimane ancora oggi il record assoluto per la catena americana in tutto il mondo. E lo stesso ristorante ha stabilito il record annuo di clienti tra le varie filiali in giro per il pianeta nel 2008: 2,8 milioni di persone servite.
Secondo Forbes, Mosca attrae un gran numero di super ricchi. Nel 2012 la capitale russa è arrivata addirittura al primo posto nella classifica mondiale dei miliardari in dollari residenti, lasciandosi alle spalle New York, Londra e Hong Kong. Nel 2017 ha lasciato il gradino più alto del podio, e ora deve accontentarsi della medaglia di bronzo, essendo la casa di “appena” 73 miliardari.
La straordinaria concentrazione di Paperoni è spiegata dagli esperti di Forbes con una particolare caratteristica russa: a differenza di altri Paesi, chi si arricchisce preferisce non rimanere nelle regioni di provenienza, ma vuole vivere solo nella capitale, mentre, per esempio, i miliardari americani si distribuiscono di più sul territorio degli Usa e trovano la vita lontano dai grandi centri del tutto confortevole.
Si tratta del vicolo Stoleshnikov, una piccola via pedonale che unisce la via Tverskaja alla Petrovka. L’affitto qui supera i tremila dollari annui a metro quadrato: il che rende questo angolo della capitale il quindicesimo posto più caro al mondo.
Dopo la pedonalizzazione del vicolo, però, alcune delle più lussuose boutique che sorgono qui hanno perso parte dei loro clienti, che non ci pensano minimamente di arrivare fino al negozio senza la loro grossa macchina. E adesso il passaggio Tretjakovskij, dove ci sono marchi come Bentley, Brioni, Mercury e molti altri, se la gioca con vicolo Stoleshnikov per il titolo di via più cara della Russia.
I moscoviti purosangue non superano il 5 per cento della popolazione della città, ritengono i demografi. Ovviamente non c’è una definizione ufficiale di questa categoria, ma è abitudine ritenere tale chi può vantare almeno alcune generazioni di antenati qui residenti. Per questo i pochi “veri moscoviti” possono discutere animatamente su quante generazioni siano necessarie per far parte di questo club esclusivo.
Secondo un’opinione diffusa, esiste una cadenza tipica dei veri moscoviti quando parlano. Inoltre si ritiene che in società sappiano comportarsi con più disinvoltura e, in generale, che vadano molto orgogliosi delle loro origini e amino condividere casa con i genitori anche quando sono ormai abbastanza cresciuti per andare a vivere da soli.
La regola è scritta nero su bianco in una delibera della giunta cittadina di Mosca. Non è però chiaro come comportarsi con i trasgressori. Anche perché, per portare in tribunale il padrone dell’animale è necessaria una preventiva perizia di uno specialista, che stabilisca che il cane del vicino è stato intemperante durante la notte e ha superato il numero di decibel consentiti.
E inoltre è la sesta al mondo per numero quotidiano di passeggeri. Dopo l’inaugurazione di sette nuove stazioni nel settembre 2018, la metro della capitale russa conta ora 222 stazioni attive, gran parte delle quali sono delle vere e proprie opere d’arte; dei musei sotterranei. Grazie alla sua vastità e alla sua ricca storia, la metropolitana di Mosca ha generato molte leggende, tra cui la maledizione del 9 settembre.
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