L’idea che si ha del Cremlino di Mosca è che sia una bella fortezza medievale con intricati passaggi, splendide viste della città e del fiume godibili dalle mura, e tesori nascosti all’interno di antiche sale. Tutto vero, solo che, molto probabilmente, non vedrete niente di tutto ciò.
Per prima cosa, avrete bisogno di diversi tipi di biglietti per entrare nel Cremlino, nelle sue cattedrali, nell’Armeria e sul campanile di Ivan il Grande. È piuttosto difficile visitare l’Armeria senza aver prenotato per tempo, a causa dell’afflusso di visitatori; e lo stesso vale per le cattedrali della Dormizione, dell’Annunciazione e dell’Arcangelo, che possono anche essere chiuse se il tempo è brutto. Il Palazzo delle Faccette è aperto solo su richiesta, mentre lo storico Palazzo Terem è la residenza ufficiale del Presidente; quindi niente turisti qui, mi dispiace. Il territorio del Cremlino è sottoposto a controlli di massima sicurezza: il Presidente vive qui e il governo della Russia tiene qui le sue riunioni: quindi niente passeggiate sulle Mura del Cremlino e nei giardini se qualche incontro è in corso. E l’intricato orario di apertura del Cremlino coincide con le ore più affollate di Mosca: dalle 10 alle 17.
L’ingresso per vedere il corpo imbalsamato del padre della Rivoluzione Lenin è gratuito. E questa è l’unica buona notizia.
Il Mausoleo è aperto dal martedì alla domenica (ops, ma è chiuso il venerdì) solo per tre ore, dalle 10 alle 13. Dopo aver passato i metal detector, lasciando le borse in un armadietto (questa volta, dovrete pagare), arriverete al corpo, ma dimenticatevi Instagram: nessuna fotografia è permessa all’interno. Le misure anti-terrorismo sono lì per una ragione: ci sono stati attentati in passato contro il corpo di Lenin. E all’interno dovrete muovervi e non avrete la possibilità di contemplare il corpo del leader: il Mausoleo è sotto il controllo del Servizio Federale di Sicurezza, quindi dovrete tenere il passo e non fermarvi. A proposito, è obbligatorio togliersi il cappello in questo edificio di culto.
È la strada centrale di Mosca, costellata di boutique di marca e (non troppo) accoglienti caffè, e vi si trovano i monumenti di Pushkin e Majakovskij. Ma la Tverskaja è la strada più trafficata della città. Sempre. Qui respirerete a pieni polmoni monossido di carbonio e dovrete gridare più forte dei clacson per farvi sentire dai vostri amici.
Per quanto riguarda le boutique, le più eleganti sono sul Passaggio Tretjakovskij e in Vicolo Stoleshnikov, e si possono trovare caffè meno affollati e più eleganti vicino agli Stagni del Patriarca, non lontano da qui. Ricordate anche che molti turisti (inclusi i russi) sono qui per lo stesso motivo, il che fa salire i prezzi nei caffè sulla Tverskaja. E infine, questa non è la strada “principale” di Mosca: è solo una delle vie principali. Ma anche un’altra strada che vuole rivendicare questo status, la Arbat, non è molto meglio.
Le guide dicono che l’Arbat è la principale strada turistica di Mosca, ma dimenticano di menzionare il fatto che è stata appositamente trasformata in questo solo una trentina di anni fa. Ecco perché è così innaturale: una vecchia strada come tante, in tutto simile alla Pokrovka e alla Marosejka, è stata pedonalizzata e riempita di negozi di souvenir e fastidiosi banchetti di street food all’americana.
Aggiungete a questo: homeless che insistono per avere qualche moneta, i peggiori musicisti di strada (ogni principiante in grado di strimpellare qualcosa in Russia pensa che l’Arbat lo lancerà verso la celebrità), souvenir così trash che devono essere prodotti appositamente per essere venduti solo sull’Arbat, perché questa paccottiglia si trova praticamente solo qui.
L’unico museo (se non consideriamo nel novero il Museo dell’Orrore e il Museo del Sesso) è la Casa-Museo Aleksandr Pushkin (dove il poeta trascorse pochi mesi infelici), che si affaccia su un orribile monumento a Pushkin e sua moglie, simile alle bamboline degli sposi sulle torte nuziali. Una casa antica a un piano e una chiesa moscovita standard sono tutto ciò che rimane della scena del dipinto di Vasilij Polenov del 1878 “Cortile di Mosca.”
Il nome “Bolshoj” è famoso in tutto il mondo. I biglietti per uno spettacolo costano cari, ma ne vale la pena.
L’edificio del Bolshoj è stato restaurato numerose volte e l’ultimo restauro si è rivelato il più controverso: il numero di posti è stato ridotto da 2.100 a 1.700. Le applique di bronzo sono sparite e sono state sostituite da copie in plastica… E questi non sono gli unici problemi.
Sebbene il prezzo dei biglietti più economici per il Bolshoj sia poco sopra ai dieci euro, il costo sale spesso a centinaia o anche migliaia di euro, a causa del fenomeno dei bagarini, che l’amministrazione non riesce contrastare con sufficiente efficacia. I frequentatori dicono anche che il lampadario oscura lo schermo dei sottotitoli a parte degli spettatori, che l’orchestra e il coro siedono in modo disagevole dietro al pubblico, che il sistema di ventilazione rumoroso rovina l’acustica un tempo celebre.
Se siete appassionati di opera o di balletto, probabilmente saprete che alcuni degli altri teatri della capitale russa (ad esempio il Teatro Accademico Musicale di Mosca o il Nuovo Teatro dell’Opera) hanno spesso in cartellone spettacoli dello stesso livello se non più impressionanti. Quindi perché snobbarli?
Tutto ciò che avete sempre voluto sapere su Mosca
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