Lenin (22 aprile 1870 – 21 gennaio 1924)
Russia Beyond (Foto: Dominio pubblico)Nel luglio del 1921, Lenin scrisse a Maksim Gorkij: “Sono talmente stanco che non posso fare assolutamente niente”. Eppure, in quel periodo, partecipava ogni giorno a una quarantina di riunioni e comitati e riceveva decine di persone. La sorella di Lenin, Marija Uljanova, ricordava: “Dalle riunioni del Sovnarkom [il Consiglio dei commissari del popolo; ossia il Consiglio dei ministri; ndr], tornava di sera o più spesso verso le 2 di notte, totalmente esausto, pallido, e talvolta non era neanche in grado di parlare o di mangiare, si versava soltanto una tazza di latte caldo e lo beveva camminando su e giù per la cucina, dove di solito cenavamo”.
Lenin con il cane Aida a Gorki (oggi Gorki Leninskie), nel 1922
MAMM/MDF/Russia in photoIl professor Liverij Darshkevich, che visitò Lenin nel marzo del 1922, rilevava una “massa di manifestazioni nevrotiche di estrema gravità che lo privavano della possibilità di lavorare come aveva lavorato in precedenza” e una “serie di pensieri fissi che al paziente stesso facevano paura”. “Non sarà che sto diventando matto?”, chiese una volta Lenin al medico.
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Nell’aprile del 1922, le condizioni di Lenin peggiorarono tanto che i medici ipotizzarono un processo di intossicazione causato dal piombo delle pallottole rimaste nel suo corpo dopo l’attentato compiuto da Fanni Kaplan il 30 agosto 1918. Tuttavia, Jurij Lopukhin, membro dell’Accademia delle scienze mediche, ha osservato che tale ipotesi “è dubbia e discutibile, considerato che in quattro anni, trascorsi dall’attentato, le pallottole erano state ormai incapsulate, pertanto, come constatava il professor Vladimir Rozanov, la loro estrazione sarebbe stata più dannosa che utile”.
Il proiettile di una pistola Brauning estratto dal corpo di Lenin il 23 aprile 1922
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Tuttavia, il 23 aprile 1922, il chirurgo tedesco Moritz Borchardt estrasse una pallottola dal corpo di Lenin e già il 27 aprile Lenin partecipò a una riunione dell’Ufficio politico del partito. Continuò a lavorare attivamente per un altro mese fino a quando, il 25 maggio, nella residenza di Gorki, ebbe il primo ictus. Da quel momento, Lenin cominciò ad avere difficoltà di linguaggio, periodicamente non riusciva a leggere e scrivere, e muoveva a stento il braccio destro.
Il 29 maggio, fu riunita la commissione dei medici di Lenin (tra cui il neuropatologo Grigorij Rossolimo e il Commissario del popolo alla sanità Nikolaj Semashko). I medici constatarono che la natura della malattia restava non chiara. Fu ipotizzata l’arteriosclerosi, ma i medici erano meravigliati dal fatto che l’intelligenza di Lenin fosse rimasta intaccata e che le sue condizioni presentassero periodicamente dei miglioramenti, seppure provvisori.
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Lenin in sedia a rotelle a Gorki nel 1923
Dominio pubblicoIl 30 maggio, subito dopo la commissione dei medici, Lenin chiese a Stalin di venire da lui a Gorki. Come scrive Jurij Lopukhin, “conoscendo la fermezza del carattere di Stalin, Lenin gli chiese di portargli del veleno per potersi togliere la vita”. Tuttavia, Stalin riuscì a convincere Vladimi Iljich a continuare le cure. Nell’estate del 1922, le condizioni di Lenin cominciarono a migliorare. Il 16 giugno gli fu permesso di alzarsi dal letto. Come riferì in seguito l’infermiera Marija Petrasheva, “si è messo persino a ballare con me”. Tuttavia, gli attacchi della malattia continuarono durante tutta l’estate. Ogni tanto perdeva l’equilibrio, mentre il 4 agosto, dopo un’iniezione di un farmaco contenente arsenico, ebbe uno spasmo che lo privò temporaneamente della capacità di parlare.
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Il 2 ottobre 1922, a distanza di meno di 5 mesi dall’ictus, Lenin tornò a Mosca. I medici ritenevano che fosse totalmente guarito, ma lui stesso confessava: “Fisicamente mi sento bene, ma non ho più la freschezza del pensiero di una volta. Professionalmente parlando, ho perso la capacità lavorativa per un lungo periodo”.
Lenin con la moglie Nadezhda Krupskaja nel 1922
Dominio pubblicoNei mesi di ottobre e novembre, Lenin partecipò ripetutamente alle riunioni del governo e parlò a vari congressi. Entro il 7 dicembre rimase senza forze e partì per Gorki. Il 12 dicembre tornò a Mosca, dove, per alcune volte, subì l’inasprimento della malattia fino ad avere un altro ictus (16 dicembre) che portò alla paralisi della parte destra del corpo.
Il 24 dicembre 1922, Stalin convocò una riunione cui parteciparono i dirigenti sovietici Lev Kamenev e Nikolaj Bukharin, nonché i medici di Lenin. Fu deciso di non comunicare più a Lenin le notizie della vita politica “per non dargli materiale per riflessioni e preoccupazioni”. Furono vietate anche le visite.
Ciononostante, Lenin continuò a dettare comunicazioni e lettere fino al 9 marzo 1923, quando ebbe il terzo ictus. Ancora una volta perse la capacità di parlare e non tornò mai più a lavorare. Nell’estate del 1923, con l’aiuto di sua moglie Nadezhda Krupskaja, dovette nuovamente imparare a camminare, a prendere in mano vari oggetti e a pronunciare delle singole parole. Krupskaja scrisse in quel periodo: “Adesso cammina (se assistito) molto e con i propri piedi, appoggiandosi al parapetto, sale e scende le scale. […] È di ottimo umore: ormai anche lui vede che sta guarendo”. Il 18-19 ottobre, Lenin andò per l’ultima volta a Mosca, dopo di che non uscì più dalla residenza di Gorki.
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Lenin sul letto di morte. Disegno di Pjotr Lvov, 1924
Dominio pubblicoLenin morì a Gorki (dopo il decesso la località, in suo onore, fu ribattezzata Gorki Leninskie), nei pressi di Mosca, la sera del 21 gennaio 1924 alle ore 18:50. Aveva 53 anni. L’autopsia fu effettuata alle ore 11:00 del giorno dopo. Questo è forse il particolare più importante. Per quale motivo il corpo non fu portato a Mosca, dove c’erano tutte le condizioni per fare l’esame autoptico con la massima accuratezza, ma fu deciso di fare l’autopsia a Gorki, nella stanza da bagno?
Esistono due principali teorie sulle cause che provocarono la morte di Lenin: arteriosclerosi e sifilide. Ancora oggi, a distanza di 100 anni, il consenso in merito non è stato raggiunto. Secondo l’accademico Juri Lopukhin, la vera causa della malattia e del conseguente decesso fu l’insufficienza di afflusso di sangue al cervello, causata dalla ferita subita da Lenin nel 1918.
Lenin dopo la morte, a Gorki, gennaio 1924
TASSUna notevole parte dei documenti relativi alla morte di Lenin, classificati su richiesta della nipote di Lenin, Olga Dmitrievna Uljanova, rimane a tutt’oggi secretata. Il segreto di Stato, però, scadrà nel corso del 2024.
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