È difficile per noi immaginare quale fosse l’aspetto delle bellezze russe nel lontano passato, perché non c’erano le fotografie a conservarne il ricordo. E anche la ritrattistica in Russia iniziò a svilupparsi solo nel XVII secolo con la comparsa del “parsuna” (un genere di transizione tra l’icona e il ritratto; il cui nome altro non era se non una storpiatura della parola latina “persona”). La pittura in senso stretto emerse solo sotto Pietro il Grande. I ritrattisti russi, e più tardi i fotografi, ci hanno comunque lasciato un numero considerevole di immagini delle muse del passato.
Natalja Naryshkina (1651-1694). Madre dell’imperatore Pietro il Grande
Dominio pubblico
Natalja non proveniva da una famiglia estremamente ricca e, secondo le usanze dell’epoca, non poteva sognare di sposare lo zar. Ma la ragazza fu cresciuta nella casa dell’influente boiardo Artamon Matveev, e lì conobbe lo zar Alessio Mikhailovich. Poche settimane dopo l’incontro, il sovrano mandò a chiamare Natalja e i due si sposarono.
Il diplomatico e viaggiatore originario della Curlandia Jacob Reitenfels, descrisse così la zarina: “Si tratta di una donna negli anni più fiorenti, di statura imponente, con occhi neri e vivaci. Il suo viso ha una bocca gradevole e rotonda, la fronte è alta, in tutto il corpo ha una graziosa proporzionalità, la voce è squillante e piacevole, e i gesti sono i più aggraziati”.
Elisabetta Petrovna (1709-1761). Imperatrice di tutte le Russie
Museo Ermitage
L’imperatrice Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro il Grande, era famosa per la sua straordinaria bellezza in gioventù. Il diplomatico e militare spagnolo James Stewart (duca di Liria) ricordò così la giovane Elisabetta: “La principessa Elisabetta, figlia di Pietro il Grande e della zarina Caterina, è di una bellezza che non ho mai visto. Il colore del suo viso è sorprendente, i suoi occhi sono di fuoco, la sua bocca è perfetta, il suo collo è bianchissimo e il suo portamento è stupefacente. È alta ed estremamente vivace. Balla bene e cavalca senza la minima paura. Si vedono in lei molta intelligenza e piacevolezza, e si nota una certa ambizione".
Marija Naryshkina (1779-1854). Favorita dell’imperatore Alessandro I
Museo di Pavlovsk
“Chi in Russia non conosce il nome di Maria Antonovna? Ricordo come, nel primo anno del mio soggiorno a San Pietroburgo, restando a bocca aperta, mi trovai davanti al suo palco e mi meravigliai della sua bellezza, così perfetta da sembrare innaturale, impossibile; posso solo dire una cosa: a San Pietroburgo, allora ricca di bellezze, lei era molto meglio di tutte“, scrisse il memorialista Philip Vigil. Nelle sue memorie scrive anche della sua storia d’amore con l’imperatore Alessandro I: per i contemporanei la loro relazione non era un segreto.
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Avdotja Golitsyna (1780-1850). Padrona di un salotto letterario
Museo di Pushkin, San Pietroburgo
L’amico di Aleksandr Pushkin, il poeta Pjotr Vyazemskij, ricordò la principessa: “Occhi neri ed espressivi, folti capelli scuri che le ricadevano sulle spalle in riccioli sinuosi, colorito meridionale del viso, sorriso bonario e aggraziato: a ciò si aggiunga la voce, dalla pronuncia insolitamente morbida ed eufonica… in generale, la sua bellezza rispondeva a qualcosa di plastico, che ricordava un’antica statua greca. Nulla in lei lasciava trasparire preoccupazioni mondane e civettuole vanità. Al contrario, c’era in lei qualcosa di chiaro, calmo, quasi pigro”. Sia Vjazemskij che Pushkin visitarono più volte il suo salotto, e quest’ultimo ovviamente era innamorato di Avdotja. Il poeta dedicò tre poesie alla “Principessa della notte”, come veniva soprannominata dai contemporanei per le sue serate che iniziavano sempre sul tardi.
Natalja Goncharova (Pushkina) (1812-1863). Moglie del poeta Aleksandr Pushkin
Dominio pubblico
La moglie del poeta russo Aleksandr Pushkin godeva della fama di prima bellezza di San Pietroburgo. La sua contemporanea, Nadezhda Eropkina, scrisse di lei: “Natalja già da adolescente si distingueva per la sua rara bellezza. Iniziò molto presto a uscire in pubblico, ed era sempre circondata da un nugolo di ammiratori e ammiratrici. Il posto di prima bellezza di Mosca era il suo.”
“Natasha era davvero bella e l’ho sempre ammirata. La sua educazione in campagna, all’aria aperta, le aveva lasciato in eredità una salute di ferro. Forte e agile, era insolitamente ben proporzionata e ogni suo movimento era pieno di grazia. I suoi occhi erano tranquilli, allegri, con una luce incoraggiante che brillava da sotto le lunghe ciglia di velluto. Ma il velo di timida modestia fermava sempre in tempo gli impulsi troppo acuti. Il fascino principale di Natalja era la sua naturalezza. Molti pensavano che fosse una civetta, ma questa accusa era ingiusta.”
“I suoi occhi insolitamente espressivi, il suo sorriso affascinante e la sua accattivante semplicità, al di là della sua volontà, le fecero guadagnare il favore di tutti”.
Natalja Aleksandrovna Pushkina-Dubelt, contessa Merenberg (1836-1913). Figlia del poeta Aleksandr Pushkin
Dominio pubblico
Anche la figlia minore di Aleksandr Pushkin e Natalja Goncharova si rivelò una bellezza straordinaria. Ecco come il figlio dello scrittore Mikhail Zagoskin, Sergej Zagoskin, raccontò di lei: “In tutta la mia vita non ho visto una donna più bella! Era Natalja Aleksandrovna Dubelt, nata Pushkin, figlia del nostro poeta immortale. Alta di statura, estremamente snella, con spalle magnifiche e una notevole bianchezza del viso, brillava di luce abbagliante. Nonostante i tratti del viso poco corretti, che ricordavano il tipo africano del suo celebre padre, si poteva definire una bellezza completa, e se a questa bellezza si aggiungono intelligenza e cortesia, si può facilmente immaginare come fosse circondata ai balli, e come intorno a lei tutti i giovani eleganti, e i vecchi non distogliessero lo sguardo…”.
Il primo marito di Natalja, Michael Dubelt, era un giocatore. Sperperò non solo la sua fortuna, ma anche la dote della moglie. Dopo un doloroso divorzio, Natalja trovò comunque la felicità sposando l’aristocratico tedesco Nicholas Wilhelm Nassau.
Varvara Rimskaja-Korsakova (1833-1878). Aristocratica
The Musée d'Orsay
La ragazza “…era considerata non solo una bellezza pietroburghese, ma anche una bellezza europea. Brillando all’estero, a Biarritz e Ostenda, così come alle Tuileries, al culmine del folle lusso dell’imperatrice Eugenia e dello splendore di Napoleone III, Varvara condivise i suoi successi tra la grande luce di San Pietroburgo e la corte francese, dove era chiamata Venere”, così scrisse il suo conoscente, il principe Dmitrij Obolenskij.
La donna si trovò più volte al centro di scandali. Uno di questi si verificò nel 1863: si presentò a un ballo con un abito quasi trasparente. Secondo la leggenda, per questa audacia fu scortata fuori dal ballo dai gendarmi.
Zinaida Jusupova (1861-1939). Erede della famiglia Jusupov, filantropa
L’erede di una delle famiglie più ricche dell’Impero russo, gli Jusupov, Zinaida era la sposa più desiderata di San Pietroburgo. La sua mano era ambita persino dai rappresentanti delle famiglie reali europee, ma lei volle scegliere uno sposo di suo gradimento e sposò un semplice ufficiale, che accompagnava uno dei suoi pretendenti a cui aveva detto no.
Eulalia de Bourbon, l’Infanta di Spagna, ospite degli Jusupov, parlò così di lei: “La principessa era insolitamente bella, di quella bellezza che è un simbolo dell’epoca. Viveva tra dipinti e sculture in un ambiente sontuoso di stile bizantino… A cena, la padrona sedeva in un abito da cerimonia, cucito con diamanti e meravigliose perle orientali. Era statuaria, flessibile, e portava in testa un kokoshnik, un diadema ricoperto di perle e diamanti. Gioielli straordinari, tesori dell’Occidente e dell’Oriente, completavano l’abbigliamento. Con pesanti bracciali d’oro di perle, con motivi bizantini, orecchini con turchesi e perle e anelli che brillavano con tutti i colori dell’arcobaleno, la Principessa sembrava un’antica imperatrice…”.
Mary Eristavi (1888-1986). Modella di Chanel
Dominio pubblico
L’aristocratica georgiana fu dama di corte dell’ultima imperatrice, Aleksandra Fjodorovna. Secondo la leggenda, lo stesso imperatore Nicola II rimase colpito dalla sua bellezza: quando la incontrò disse: “Principessa, non si può essere così belli”.
Dopo la Rivoluzione di Febbraio, Mary tornò in Georgia e, poco dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi, lasciò la sua patria per trasferirsi in Francia. Lì, nel 1925, divenne modella per Coco Chanel.
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