1 / Non bisogna confondere il “kokòshnik” con il “venèts”
L’immagine ha fatto il giro del mondo e in Russia è diventata un meme popolarissimo: siamo nei momenti più tesi dei tempi supplementari della storica partita Russia-Spagna e questi tre tifosi, con un copricapo tradizionale in testa, cosa pensano di fare? Si mangiano un bel panino. Anche se quasi tutti hanno scritto che si trattava di “kokoshnik”, un antico copricapo russo femminile, in realtà i più attenti su internet hanno iniziato a far notare che erano dei “venets”: infatti non coprivano i capelli, ma incorniciavano solo la testa.
Avete visto la foto di Kate Middleton al battesimo del suo ultimo nato Louis? Beh, anche il suo copricapo lo potremmo definire un “venets”; una sorta di corona.
La basilare caratteristica del kokoshnik sta nell’alta cresta, simile alla coda di un gallo (nell’antica Rus’ “gallina” si diceva “kokosh”).
2 / Lo indossavano solo le donne sposate
Le donne con marito nella Rus’ dovevano coprire il capo e nascondere i capelli. Alla cresta rialzata del kokoshnik si fermava una stoffa, che copriva la testa e in certi casi anche il collo.
Dai capelli e dal copricapo era possibile capire lo stato civile della donna. Una lunga treccia significava che la ragazza era da marito. Se la natura non aveva dotato la fanciulla di bei capelli resistenti, si ricorreva a extension di crini di cavallo. In questo modo si voleva dimostrare di essere in salute e di poter dare alla luce molti bambini.
Le donne sposate si facevano invece due trecce e le fermavano intorno alla testa.
3 / Lo si portava unicamente per le feste
Il kokoshnik era spesso di ottimo tessuto e adornato con perle e perline, e costava molto caro. Veniva conservato con grande attenzione, lo si indossava solo per le grandi feste, pochi giorni all’anno, e passava in eredità di generazione in generazione.
Nella vita di tutti i giorni, le donne portavano il povòjnik, un berretto morbido, attorno al quale veniva fermato un fazzoletto che nascondeva i capelli.
4 / Ne esistono molti tipi differenti
Il più diffuso è quello a una punta sola, con una cresta alta che emerge, a forma di triangolo o di mezzaluna. Ma c’erano anche dei kokoshnik cilindrici con una base poco profonda e rotonda; degli altri a forma di sella, o simili a elmetti. In pratica, ognuna delle tante regioni della Russia aveva la sua variante locale.
5 / Gli zar li hanno strumentalizzati per fini politici
Pietro il Grande (1672-1725) combatté le abitudini della Russia dei boiardi (ai quali fece tagliare la barba) e alle loro dame vietò di portare il kokoshnik. Oltre a questo introdusse la moda degli abiti da signora occidentali e del décolleté, un doppio choc per le russe sposate. A quell’epoca il kokoshnik iniziò ad associarsi non più con l’alta società, ma solo con le donne dei mercanti e dei contadini.
Ma ecco che Caterina la Grande, che salì sul trono nel 1762, essendo di origini tedesche e volendo rimarcare la sua russità, lo riportò in auge come elemento fondamentale ai balli in maschera, e lei stessa posò con il kokoshnik in testa davanti ai ritrattisti di corte.
Al tempo della guerra contro Napoleone del 1812 l’alta società russa, in precedenza francofona e francofila, decise di ritornare ai costumi nazionali, e per tutto il corso del XIX secolo si possono trovare ritratti di dame di corte e imperatrici in kokoshnik.
6 / È stato rappresentato sulle carte da poker
Nel 1903 Nicola II dette un famoso ballo in maschera, per festeggiare l’anniversario della dinastia Romanov. I nobili si fecero confezionare degli abiti in stile russo pre Pietro il Grande in stoffe pregiate e con ricche aggiunte di pietre preziose. Le dame erano tutte in sarafan e kokoshnik.
A quel ballo furono scattate molte fotografie e i diversi tipi di abito furono utilizzati per illustrare le carte da gioco “in stile russo”, messe sul mercato nel 1913. Lo stesso Nicola II era il re di cuori.
E a quanto pare, anche il vestito della regina Padmé Amidala in “Guerre stellari” ha tratto ispirazione da questo ballo.
7 / Divenne di moda in Europa negli anni Venti
Grazie all’esempio degli emigranti russi e delle ballerine, il kokoshnik divenne un accessorio alla moda per le spose europee: per esempio lo portava Maria di Teck durante le nozze con Giorgio V d’Inghilterra. La ballerina Anna Pavlova si esibiva con il kokoshnik in testa nei Ballets Russes di Diaghilev, e diverse cantanti d’opera, attrici e donne del bel mondo furono immortalate nei giornali dell’epoca con il copricapo russo
8 / È entrato nella cultura pop
Nella collezione di Chanel Parigi-Mosca Pre-Fall 2009 Karl Lagerfeld presentò il suo punto di vista sul kokoshnik e le matrioske.
Nel 2011 Courtney Love si esibì con il kokoshnik in testa al festival musicale “Afisha Picnic” e Jennifer Lopez si è fatta fotografare con il copricapo tradizionale per la versione russa di “Harper’s Bazaar”, nel 2014.
E al kokoshnik dedicano attenzioni anche artisti contemporanei: Johann Nikadimus, ad esempio, ricostruisce kokoshnik a partire dalle illustrazioni di libri di Ivan Bilibin e dai dipinti di Viktor Vasnetsov, usando materiali vintage.
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