Perché Nicola II fece pressioni sulla Chiesa per far santificare Serafino di Sarov?

Nicola II di Russia (1868-1918) volle fortemente la santificazione di Serafino di Sarov (1759-1833)

Nicola II di Russia (1868-1918) volle fortemente la santificazione di Serafino di Sarov (1759-1833)

Dominio pubblico
Malgrado l’opposizione dei vertici ecclesiastici, l’ultimo imperatore russo insistette per la canonizzazione di questo starets (mistico religioso). E lo fece non solo perché voleva compiacere il popolo, ma anche per chiedergli un miracolo…

Nel 1833, nel monastero di Sarov, nel Governatorato di Tambov (oggi Regione di Nizhnij Novgorod) moriva lo ieromonaco Serafino. Morì mentre stava pregando, dopo trent’anni di vita solitaria nella casetta che si era costruito in mezzo alla foresta. Durante la sua vita, moltissime persone erano andate da lui per chiedergli aiuto e nessuno era rimasto senza un conforto. La fama delle sue miracolose capacità spirituali si diffuse per tutta la Russia.

Della canonizzazione di Serafino si cominciò a parlare subito dopo la sua morte, ma la polemica si protrasse per anni e il processo fu portato a termine soltanto settant’anni dopo da Nicola II

Ritorno alle radici

Nel 1881, dopo l’assassinio di Alessandro II, al trono russo salì suo figlio, Alessandro III. Dopo due secoli di dominio europeo in tutte le sfere della vita russa, gli umori cambiarono. Il nuovo imperatore credeva che l’influenza occidentale fosse nociva per la Russia, in quanto aveva portato alla proliferazione delle idee rivoluzionarie e alla comparsa dei gruppi terroristici. Proprio con Alessandro III in Russia cominciarono i processi reazionari. Fisicamente forte come un mitico guerriero (durante l’incidente ferroviario del 1888, quando deragliò il treno imperiale, Alessandro sostenne sulle proprie spalle il tetto della carrozza ferroviaria mentre la sua famiglia veniva evacuata), lo zar era allo stesso tempo una persona molto religiosa e un grande ammiratore di tutto quello che era russo. 

Durante il regno di Alessandro III divenne di moda lo stile russo in architettura. Si cominciarono a costruire chiese e case che sembravano dei fiabeschi terem (antiche dimore nobiliari). L’esempio più emblematico è la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato a San Pietroburgo, eretta sul luogo di uccisione di Alessandro II. Alessandro III, il figlio inconsolabile dell’imperatore ucciso, approvò personalmente il progetto della cattedrale.

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Perché Serafino di Sarov?

Ritratto di Serafino di Sarov (al secolo Prókhor Moshnín), risalente al 1828

Anche Nicola II, figlio di Alessandro III, si sentiva molto legato alle radici russe. Nicola II, come pochi monarchi russi prima di lui, dimostrava la sua religiosità. In diverse occasioni, come confermato da testimonianze e fonti storiche, l’imperatore e sua moglie, parimenti pia, ebbero incontri con vari mistici e asceti; e regolarmente incontravano i gerarchi della Chiesa. 

Durante il regno di Nicola II furono canonizzati più santi che in tutto il secolo precedente. Nel 1903, quando ricorrevano i 290 anni della dinastia dei Romanov, l’imperatore insistette personalmente, affinché Serafino di Sarov fosse canonizzato. 

Negli ambienti ecclesiastici, della canonizzazione dello staréts si era cominciato a parlare già con Alessandro III. Tuttavia, il procuratore del Santo Sinodo, Konstantin Pobedonostsev, era categoricamente contrario. Già durante la sua vita, Serafino di Sarov era visto male dai capi della Chiesa per il suo modo “informale” di comunicare con i suoi fedele e il suo particolare approccio all’acquisizione dei doni dello Spirito Santo. A chi veniva da lui consigliava in particolare di leggere da soli il Vangelo, mentre la chiesa ufficiale insisteva che le Sacre Scritture dovessero essere spiegate al popolo dai sacerdoti.

Icona agiografica con gli episodi della vita di Serafino di Sarov. Inizio del XX secolo

Vari esponenti della Chiesa, dopo aver raccolto informazioni sui miracoli dell’asceta, più volte avevano proposto di canonizzare Serafino, ma ogni volta il Sinodo aveva declinato queste proposte. Una volta il metropolita Serafino (Chichagin) fu ricevuto in udienza da Nicola II e così riuscì a consegnare all’imperatore la sua “Cronaca del monastero Serafimo-Diveevskij”, nella quale il metropolita riportava le testimonianze della vita e dei miracoli di Serafino di Sarov, rinvenute negli archivi del monastero. L’imperatore ne fu molto impressionato e ordinò a Pobedonostsev di preparare il decreto di canonizzazione. 

Motivi personali

L’amore del popolo e la venerazione di Serafino erano incredibili. Migliaia di pellegrini andavano in pellegrinaggio al Monastero di Diveevo, fondato da Serafino, per pregare di fronte alle sue reliquie. Pertanto, da parte dell’imperatore, la canonizzazione di Serafino era anche un gesto di buona volontà rivolto al popolo, al quale egli voleva far sentire la sua vicinanza.

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Tuttavia, come testimoniavano i contemporanei, Nicola II aveva anche dei motivi personali per promuovere la canonizzazione di Serafino di Sarov. Siccome l’imperatore già aveva quattro figlie, nate una dopo l’altra, la famiglia, quasi disperata, aspettava la nascita di un figlio maschio per avere un erede al trono. Alla moglie di Nicola II, l’imperatrice Aleksandra, fu consigliato di rivolgere preghiere a Serafino di Sarov. 

Icona del Santo Serafino di Sarov dei primi del XX secolo

Il Presidente del Comitato dei Ministri, Sergej Vitte, era convinto che fosse stata proprio l’imperatrice a insistere sulla canonizzazione dello ieromonaco: “Era convinta che, dopo quattro Granduchesse, il santo di Sarov avrebbe dato alla Russia un erede”.

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I festeggiamenti

La canonizzazione di San Serafino fu solennemente festeggiata al monastero di Sarov in presenza dell’imperatore con sua moglie e di alcuni altri membri della famiglia dello zar. 

La famiglia Romanov ai solenni festeggiamenti di Sarov per la canonizzazione di Serafino, 1903

I Romanov arrivarono in treno ad Arzamas e da lì con i cavalli, in carrozza, arrivarono a Sarov. Lo zar visitò lo skita (eremo) di Serafino e partecipò alla liturgia commemorativa alla cattedrale della Dormizione, dove furono portati i resti del santo. Durante la processione, fu tra coloro che portarono la bara con le reliquie. Entusiasmato da questo evento, Nicola II scrisse nel suo diario: “L’impressione è stata straordinaria: vedere come il popolo, soprattutto i malati, gli storpi e gli infelici, accoglievano la processione… Il momento in cui è iniziata la glorificazione e poi la venerazione delle reliquie, è stato davvero molto solenne”. 

Nicola II e i membri della sua famiglia trasportano una teca con le reliquie di Serafino durante i solenni festeggiamenti per la canonizzazione a Sarov. 1º agosto (19 luglio del calendario giuliano) 1903

Le speranze di Nicola II si avverarono. Un anno dopo, nel 1904, l’imperatrice Aleksandra diede alla luce lo tsesarevich Aleksej, convincendosi definitivamente di aver fatto la cosa giusta innalzando le sue preghiere a San Serafino.

Nicola II di Russia a Sarov, nel luglio del 1903

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