I tre unici leader sovietici che non governarono fino alla morte

La stragrande maggioranza degli uomini a capo dell’Urss è rimasto al potere finché è stato in vita. Ma ci furono tre eccezioni (non per loro volontà). Ecco cosa fecero quegli uomini politici dopo essere stati messi “in pensione”

1 / Georgij Malenkov (1901-1988)

“E Shepilov, che si è unito a loro”. In epoca sovietica, ogni cittadino conosceva questo meme ante litteram. È associato al caso del “Gruppo antipartito” (o “Gruppo dei deviazionisti”) che portò alla rimozione di Georgij Malenkov dalle più alte cariche del partito. Malenkov non contestò le decisioni dei funzionari si massimo livello del Pcus. All’inizio fu “trasferito” alla posizione di direttore della centrale idroelettrica di Ust-Kamenogorsk, e poi a una posizione simile nella lontana Ekibastuz in Kazakistan. Nel 1961 Malenkov fu addirittura espulso dal Pcus.

E solo dieci anni dopo, l’ex presidente del Consiglio dei ministri fu  autorizzato a tornare nella regione di Mosca e, dal 1973, a Mosca. Con sua moglie Valeria Golubtsova, viveva in un bilocale in Via Sinichkina, in un angolo remoto del quartiere di Lefortovo. “Non offriva le sue memorie alle riviste, non frequentava le sale di lettura delle biblioteche di Mosca. In tal modo, si può ipotizzare che abbia deciso di non scrivere le sue memorie”, ricordò lo storico Roj Medvedev. 

“In precedenza viaggiava per Mosca e i suoi dintorni solo su una limousine blindata. Ora doveva prendere i biglietti per il treno dei pendolari. Lungo la strada rimaneva in silenzio, a volte scambiando commenti con sua moglie. Malenkov perse molto peso e perciò succedeva spesso che non lo riconoscessero. Ogni estate, però, Malenkov riposava e veniva curato in case di salute per privilegiati”.

Giravano voci che Malenkov fosse spesso visto in una chiesa nel villaggio di Kratovo, dove si trovava la sua dacia. Nobile di nascita, verso la fine della vita divenne religioso. Nel 1980, per ordine di Jurij Andropov, Malenkov e sua moglie furono traslocati sul lungofiume Frunzenskaja, in un appartamento della “nomenklatura”, dove morì nel 1988, tre mesi dopo la moglie.

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2 / Nikita Khrushchev (1894-1971)

Khrushchev fu destituito dalla carica di Primo Segretario (sotto di lui così era stato ribattezzato il ruolo di Segretario generale) del Comitato centrale, dopo essere stato richiamato dalla vacanza a Pitsunda, in Abcasia. In una riunione del Presidium del Comitato Centrale sotto la guida di Leonid Brezhnev, Nikita Sergeevich fu sottoposto a un critica così severa che, come ricordò suo figlio Sergej, “in una sola notte la sua faccia è dimagrita e in qualche modo ingrigita, e i suoi movimenti si sono rallentati”.

La mattina dopo, il 15 ottobre 1964, Khrushchev fu “interdetto nei privilegi”: gli furono staccate tutte le “vertushka” (così si chiamavano i telefoni a disco del sistema di telecomunicazioni governativo), la sua guardia personale fu sostituita con una di rango inferiore: ora era semplicemente “tenuto a bada”.

Eppure, con Khrushchev il partito si comportò in modo più clemente che con Malenkov. Lui fu sfrattato dalla dacia governativa a Gorki, ma gli lasciarono la dacia a un piano a Petrovo-Dalnee e un appartamento di cinque stanze sull’Arbat, nonché fornirono inservienti alla sua famiglia. Tuttavia, all’inizio Khrushchev viveva effettivamente agli arresti domiciliari: lo facevano uscire solo per delle analisi mediche.

Secondo i ricordi dei suoi parenti, l’ex leader cadde in depressione. Secondo lo storico William Taubman, Khrushchev non si interessava ai libri o ai film con i quali suoi figli e nipoti cercavano di distrarlo. Il figlio e la moglie hanno affermato che lui spesso si metteva a piangere a lungo, e che invece di fare qualche lavoro vagava silenziosamente per il territorio della dacia e per l’area circostante, ovviamente, sempre sotto la sorveglianza degli agenti del Kgb. “A volte rompeva il silenzio e ripeteva con amarezza che la sua vita era finita, che aveva vissuto davvero solo quando la gente aveva bisogno di lui, e ora la vita era diventata priva di senso. A gli occhi gli si bagnavano di lacrime”, ricordò suo figlio Sergej Khrushchev.

Successivamente, Khrushchev fu trasferito a vivere nella sua dacia a un piano sulle rive del fiume Istra. Dall’estate del 1965 iniziò a fare più passeggiate e a comunicare con i vacanzieri della casa di salute vicina: per fare questo ottenne un permesso delle autorità competenti.

“L’amministrazione del villaggio permise che nel recinto [della sua dacia] fosse aperto un cancello, e ora i vacanzieri si affollavano costantemente intorno a Khrushchev, facevano foto con lui e ascoltavano le sue storie. A poco a poco, gli ‘incontri con Khrushchev’ diventarono un elemento non ufficiale ma obbligatorio del loro ‘programma culturale’”, scrisse William Taubman.

Khrushchev aveva poco interesse per quello che rimaneva della sua “vita di una volta”.Ex cacciatore appassionato, regalò la sua collezione di armi e quasi non rispondeva alle numerose lettere che gli arrivavano. A volte arrivavano in visita ospiti “autorizzati”: il poeta Evgenij Evtushenko, il bardo Vladimir Vysotskij, il regista Roman Karmen, il drammaturgo Mikhail Shatrov.

Khrushchev si appassionò del giardinaggio: coltivava patate, cetrioli, ravanelli, zucche, mais, allestiva serre e toglieva erbacce. Dal 1967 iniziò a dettare le memorie, che successivamente furono portate in Occidente e pubblicate in lingua inglese. Durante la vita di Khrushchev, fu pubblicato solo il primo volume delle sue memorie: l’11 settembre 1971 morì di infarto all’età di 77 anni.

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3 / Mikhail Gorbachev (1931-2022)

Mikhail Gorbachev fu rimosso dal potere più o meno allo stesso modo di Nikita Khrushchev. Durante il putsch di agosto del 1991 rimase nella sua dacia di Foros, in Crimea, senza rientrare a Mosca. Successivamente, Gorbachev stesso dichiarò di essere stato “isolato e bloccato lì”, ma questo non concorda con le dichiarazioni degli altri personaggi coinvolti nella storia. Il 24 agosto 1991, dopo la fine del golpe, Gorbachev annunciò le dimissioni dalla carica del Segretario generale del Comitato centrale del Pcus e il 25 dicembre si dimise anche da Presidente dell’Urss, segnando di fatto la fine del Paese.

Gorbachev non smise di occuparsi di attività politica e civica. Nel dicembre 1991, proprio durante gli eventi legati al crollo dell’Urss, istituì la Fondazione Gorbachev (Fondazione internazionale per la ricerca socio-economica e di scienze politiche) e ne diventò capo. Gorbachev cercò di influenzare la politica: finanziava il Partito socialdemocratico russo, rilasciava dichiarazioni in cui condannava la politica di Eltsin, ma questo non dette mai nessun risultato. Al contrario, nel 1994 Boris Eltsin concesse a Gorbachev una pensione vitalizia pari a 40 pensioni di vecchiaia minime. Negli anni Novanta e Duemila Gorbachev non visse in Russia, avendo scelto come residenza la città di Rottach-Egern, in Baviera.

Nel 1996 si candidò alla presidenza della Federazione Russa e ricevette 380 mila voti (0,51%). L’anno successivo, invece, Gorbachev divenne famoso in tutto il mondo come protagonista di uno spot pubblicitario di Pizza Hut. Nel 2011, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, con decreto del presidente Dmitrij Medvedev, fu insignito dell’Ordine di Sant’Andrea il Primo Chiamato, il più alto riconoscimento statale della Federazione Russa. È interessante notare che Gorbachev festeggiò l’ottantesimo compleanno sia in Russia che a Londra, con un concerto di beneficenza chiamato “Gorby 80 Gala” all’Albert Hall, il 30 marzo 2011.

Gorbachev è morto a Mosca il 30 agosto 2022. A differenza dei funerali di Malenkov e Khrushchev, quello di Gorbachev si è svolto con gli onori militari e con una cerimonia solenne nella Sala delle colonne della Casa dei sindacati.

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