Il museo all’aria aperta di Suzdal, il luogo dove l’architettura in legno russa è più viva che mai

Lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield ci porta in una delle città più belle dell’Anello d’Oro e nella sua perla: la ricca collezione di chiese, case, capanne e mulini lignei

Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. Chiesa della Resurrezione, vista sud-ovest. Originariamente sorgeva nel villaggio di Patakino del distretto Kameshkovskij. Foto scattata il 4 agosto 1995

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi. Determinato a utilizzare questo nuovo metodo per documentare la bellezza dell’Impero russo, fotografò numerosi siti storici durante il decennio precedente all’abdicazione di Nicola II nel 1917. 

Nel corso dei suoi viaggi nell’area dell’Alto Volga (così si definisce la parte del fiume che va dalla sorgente fino alla confluenza nel fiume Oka, in corrispondenza di Nizhnij Novgorod) nell’estate del 1910, Prokudin-Gorskij fotografò l’antica città di Torzhok, situata 55 chilometri a ovest del capoluogo regionale, Tver. Menzionata in fonti scritte già nel 1138, ma esistente come insediamento molto prima, Torzhok prosperava come centro commerciale situato sul fiume Tvertsa, appena sopra la sua confluenza con il Volga (il suo nome deriva dalla parola “torg”; ossia “commercio”).

Torzhok. Chiesa dell’Icona della Vergine di Tikhvin (già Chiesa dell’Ascensione), vista nord-ovest. Foto dell’estate 1910

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Tra i numerosi complessi architettonici della città, forse il più caratteristico è la chiesa in legno dell’Icona della Vergine di Tikhvin, situata a breve distanza lungo il fiume, sulla stessa sponda del Monastero dei Santi Boris e Gleb. Anche se la data di costruzione è incerta, una teoria sostiene che una chiesa di legno fu costruita qui negli anni Cinquanta del Seicento e poi fu ricostruita nella forma attuale nel 1717.

Prokudin-Gorskij rimase ovviamente incuriosito da questa torreggiante struttura di tronchi, che si innalza per 38 metri in tre ordini ottagonali su una struttura a base quadrata che poggia su una fondazione di pietra grezza. Per la maggior parte, la chiesa dell’Icona della Vergine di Tikhvin è costituita da tronchi di pino uniti con estremità dentellate. I tronchi dell’abside sono stati squadrati e inseriti in un incastro a coda di rondine più stretto. La torre è coronata da un’unica grande cupola.

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Un angolo di Russia non toccata dal tempo

Fortunatamente, nel cuore della Russia esistono ancora altri esempi di chiese a torre a vari livelli. Una delle meglio conservate si trova nell’antica e pittoresca città di Suzdal, situata a circa 250 miglia a sud-est di Torzhok. Priva di collegamenti ferroviari e servita da povere strade di campagna, la bucolica Suzdal e le sue numerose chiese e monasteri antichi sono rimasti una specie di capsula del tempo fino agli anni Sessanta. 

Negli anni Sessanta sono stati formulati piani per trasformare questo ambiente unico in una riserva nazionale e in un polo di attrazione per il turismo culturale. Nel 1967, Suzdal fu ufficialmente designata dal governo sovietico come sito del patrimonio storico.  

Una componente importante del piano generale fu la creazione di un gruppo di strutture in legno provenienti dai villaggi dell’area che circonda Suzdal. Questo progetto fu sviluppato e supervisionato da Valerij Anisimov, un esperto di conservazione architettonica. Nonostante decenni di abbandono, nei distretti attorno esistevano ancora esempi significativi di architettura lignea tradizionale e il progetto era di salvarli attraverso la creazione di un museo all’aria aperta.   

Il museo dell’architettura in legno di Suzdal sorge su un terreno precedentemente occupato dal Monastero delle grotte di San Demetrio di Salonicco, fondato alla fine dell’XI secolo dai monaci del Monastero delle grotte di Kiev. Il monastero fu chiuso nel 1764, nell’ambito della nazionalizzazione delle proprietà dei monasteri e della riorganizzazione del sistema monastico voluta da Caterina la Grande. Sebbene di valore storico, le chiese parrocchiali rimaste furono demolite negli anni Trenta.

L’esposizione del patrimonio architettonico del parco museale di Suzdal si estende su un’altura al di là del piccolo fiume Kamenka, di fronte all’antica Cattedrale della Natività e alla Corte Arcivescovile. Si tratta di due chiese, una serie di case e fienili in legno e un mulino a vento. Una terza chiesa sorge all’ombra della Cattedrale della Natività.

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Un’impressionante chiesa a torre

La struttura più imponente del museo all’aperto è la Chiesa della Trasfigurazione, costruita in tronchi di pino nel 1756 a Kozljatevo, un villaggio situato nell’attuale distretto di Kolchugino della Regione di Vladimir. Nel 1965, questo tesoro monumentale venne smontato e trasferito al museo di Suzdal.    

Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. Chiesa della Trasfigurazione, vista sud-ovest. Originariamente sorgeva nel villaggio di Kozljatevo del distretto Kolchuginskij. Foto scattata il 5 marzo 1972

L’imponente forma a torre della Chiesa della Trasfigurazione è costituita da tre ordini ottagonali che salgono sopra un’ampia base cruciforme. Una delle caratteristiche notevoli di questa chiesa è l’uso della struttura per creare un intricato schema decorativo. I tetti del vestibolo e della struttura inferiore sono sormontati da timpani a “botte” che formano i “bracci” della croce ai punti cardinali della bussola. Altri due frontoni coronano l’abside sul lato est, per un totale di sei.       

I timpani a botte a nord e a sud del tetto principale sostengono delicate cupole rivestite di scandole di pioppo. Ogni cupola sostiene una croce di legno. I tetti dei livelli superiori hanno i loro timpani più piccoli e la torre culmina con una cupola di legno che sostiene una croce allungata.

Chiesa della Trasfigurazione, veduta est con l’abside. In primo piano: il solido recinto di tronchi. Foto del 18 giugno 1994

Il lato est della chiesa è il più complesso e contiene non solo l’altare principale al centro, ma anche due spazi laterali per i sacramenti e i paramenti del clero (noti come prothesis e diaconicon). Sul lato opposto della chiesa, un vestibolo e un ingresso rialzato si estendono a ovest della struttura di base.

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L’aspetto caratteristico della chiesa della Trasfigurazione deriva dalla forma delle sue pareti, che sono costruite con tronchi squadrati uniti strettamente da una specie di coda di rondine (di solito i tronchi sono lasciati nella loro forma rotonda unita da un semplice intaglio). È possibile che questa pratica costruttiva ad alta intensità di lavoro fosse necessaria per sostenere l’audace design verticale della torre. Ogni aspetto di questa struttura a livelli combina la funzionalità con l’estetica.       

Chiesa della Trasfigurazione, interno con l’iconostasi e le pitture murali. Foto del 25 maggio 1998

All’interno, la chiesa presenta un’iconostasi neoclassica bianca con diverse icone superstiti. L’iconostasi si innalza fino al primo ordine ottagonale della torre e culmina con una scultura dorata di Cristo in gloria. Una caratteristica molto insolita è che le superfici nude dei tronchi dei livelli ottagonali sono ornate da grandi raffigurazioni di santi realizzate con colori a olio in stile naïf.

Trasfigurazione e Resurrezione

A pochi passi dalla Chiesa della Trasfigurazione si trova la Chiesa della Resurrezione del villaggio di Patakino (distretto di Kameshkovo). Questa struttura rurale fu costruita nel 1776 e servì per quasi due secoli come santuario cimiteriale. Nel 1969-70, la chiesa fu smontata, trasportata nel sito del museo e ricostruita.

Chiesa della Resurrezione, vista sud. Foto del 27 aprile 1980

Sebbene il progetto sia più semplice rispetto alla forma a torre della Chiesa della Trasfigurazione, la chiesa di Patakino ha una ricchezza esteriore tutta sua. La struttura principale della chiesa della Resurrezione sale da un cubo a una cima ottagonale che sostiene un tetto inclinato con una piccola cupola e una croce. Sul lato est si trova un’abside allungata (contenente l’altare) con intagli ornamentali lungo la sommità del tetto.

Chiesa della Resurrezione, campanile, angolo nord-ovest con costruzione di tronchi con intaglio a coda di rondine. Foto del 18 giugno 1994

Sul lato ovest la chiesa della Resurrezione presenta un vestibolo che termina con un campanile sopra l’ingresso principale. Questa disposizione lineare delle componenti era tipica delle chiese parrocchiali in mattoni del XVII e XVIII secolo. Come la chiesa di Kozljatevo, le pareti di questa chiesa sono state costruite con tronchi di pino squadrati con incastri a coda di rondine. All’interno è conservata un’iconostasi e la chiesa viene usata occasionalmente per il culto.

Altri esempi interessanti e nuove aggiunte

Intorno alle due chiese si trova una piccola collezione di case di legno (isbe) riassemblate al museo. Secondo la tipica prassi sovietica, le case sono state definite in base agli strati sociali dei contadini che le abitavano. Tra queste, una casa del XIX secolo a un piano, con tavole intagliate e una mansarda, proveniente dal villaggio di Ilkino (distretto di Melenki). Accanto all’isba si trova un cancello di legno che si apre su un cortile recintato con capannoni e altre strutture.         

Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. Isba della famiglia Volkov. Si tratta di un’abitazione di un “contadino medio” (“serednjak”) del XIX secolo. Originariamente sorgeva nel villaggio di Ilkino del distretto Melenkovskij. Foto del 5 marzo 1972
Cornice legnea con intagli decorativi nell‘isba della famiglia Volkov. Foto del 5 marzo 1972

Molto più grande è una casa a due piani con tetto spiovente e mansarda proveniente dal villaggio di Log (distretto di Vjazniki). Sebbene le finestre siano dotate di semplici persiane, le tavole terminali del tetto sono intagliate in modo elaborato. Anch’essa ha un cortile recintato. L’interno della casa presenta un’esposizione di spazi abitativi.  

Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. Isba della famiglia Kuzovkin. Casa originariamente costruita nel 1861 da un “contadino medio” (“serednjak”) nel villaggio di Log del distretto Vjaznikovskij. Foto scattata il 27 aprile 1980
Isba della famiglia Kuzovkin. Interno, sala principale con culla sospesa a un ramo di betulla. Foto del 18 giugno 1994
Isba della famiglia Kuzovkin. Interno, sala principale con la stufa russa in muratura e vari attrezzi per la panificazione e la cucina. Foto del 4 agosto 1995

Più spaziosa è una casa della fine del XIX secolo con un tetto in ferro e un mezzo piano superiore (mezzanino) proveniente dal villaggio di Tyntsy (distretto di Kameshkovo). Questa casa mostra nel design alcune caratteristiche urbane. Vi è poi una serie di isbe più piccole, essenzialmente dei bilocali, di dimensioni modeste.

Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. Isba della famiglia Evgrafov. Casa del XIX secolo con rialzo (il tipico “mezzanino”). Originariamente sorgeva nel villaggio di Tyntsy del distretto Kameshkovskij. Fota scattata il 18 giugno 1994

Una delle ultime aggiunte al museo è la casa della famiglia di mercanti Agapov. Costruita alla fine del XIX secolo, la casa è rimasta nel suo sito originale ed è stata incorporata nel territorio del museo. Il piano terra in mattoni conteneva una fucina e ora espone attrezzi e mestieri da fabbro. Il piano superiore in legno, che fungeva da spazio abitativo per la famiglia, presenta oggi un’esposizione degli interni di una tipica casa di mercanti.

L’isba della famiglia Kulikov. Si noti il palo sul vertice del tetto, aggiunto dopo il riassemblaggio e il completo restauro al Museo dell’Architettura in legno di Suzdal. La foto è del 18 giugno 1994

Su un’altura in cima al parco si trovano due alti mulini a vento in tronchi di pino robusto provenienti dal villaggio di Moshok (distretto di Sudogda). La parte superiore di ciascun mulino ruota per catturare i venti prevalenti che alimentano il complesso meccanismo di macinazione. Questi mulini a vento appartenevano ai contadini più ricchi.

Mulino a vento in tronchi con parte superiore rotante. Originariamente era nel villaggio di Moshok del distretto Sudogodskij. Sebbene alcune fonti indichino il XVIII secolo, la struttura è databile in modo più affidabile alla fine del XIX. Foto del 18 giugno 1994

Mulino a vento con parte superiore rotante. Originariamente costruito nel XIX secolo nel villaggio di Moshok del distretto Sudogodskij. Sullo sfondo a destra: Chiesa in mattoni dei Santi Boris & Gleb (1749). Foto del 27 aprile 1980

Tradizioni ancora vive

Il percorso di ritorno dal museo al Cremlino di Suzdal attraversa il fiume Kamenka vicino a una fila di piccoli granai elevati su “zampe di gallina” (palafitte). Queste strutture consentivano un facile accesso al fiume e allo stesso tempo proteggevano gli oggetti conservati dalle annuali inondazioni primaverili. Questa pratica antica è stata testimoniata dalla scoperta archeologica di resti di palificazioni del XVII secolo in questo sito.

Capanne di stoccaggio su palafitte di tronchi. Originariamente sorgevano nel villaggio di Moshok del distretto Sudogodskij. Sullo sfondo il fiume Kamenka, che scorre a Suzdal. Foto del 27 aprile 1980

La terza chiesa in legno esposta al Museo all’aria aperta di Suzdal si trova all’ombra della grande Cattedrale della Natività. Dedicata a San Nicola, la piccola chiesa in legno con un tetto a falde alte fu costruita nel 1766 nel villaggio di Glotovo, vicino a Jurev-Polskij. Nel 1960, la chiesa fu trasferita a Suzdal come primo esempio di architettura lignea tradizionale da esporre nel complesso museale.

Le tradizioni dell’architettura in legno sono ancora vive a Suzdal, soprattutto nelle case di legno ben tenute della città, ornate da cornici decorative alle finestre. Queste case presentano spesso somiglianze con lo loro sorelle dei villaggi circostanti portate al museo, dimostrando così l’eredità vivente di antiche tradizioni.

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Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità 

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e 13 album di stampe a contatto e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.


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