Se siete stati in un villaggio russo, probabilmente avrete notato che tutte le finestre delle tradizionali case di legno sono sempre decorate con elementi intagliati. Questo elemento architettonico in russo si chiama “nalìchnik”, ed in italiano è il “coprifilo”, ovvero una sorta di cornice attorno al telaio della finestra. In Russia sono estremamente elaborati e rappresentano qualcosa di davvero bello che cattura l’occhio! Ma, a quanto pare, tutto questo lavoro artigianale non è fatto solo per l’estetica.
Il coprifilo ha due funzioni principali. Una è puramente pratica: deve sigillare lo spazio tra il telaio della finestra e i tronchi d’albero che costituiscono la parete della casa, in modo che il vento non crei spifferi all’interno. L’altra è decorativa: deve abbellire gli edifici, e far risaltare le finestre. E per molto tempo anche questa funzione estetica è stata tenuta in grande considerazione.
“Si ritiene che inizialmente i tipici nalichnik fossero considerati una versione russa di un elemento in pietra dell’architettura europea, le cornici attorno alle finestre, che arrivò in Russia quando gli zar iniziarono a invitare architetti italiani”, afferma il fotografo Ivan Khafizov, fondatore del museo virtuale nalichniki.com, dedicato proprio ai coprifilo. Dal 2007, viaggia per tutto il Paese alla ricerca dei nalichnik più interessanti. “Tra i primi edifici russi con cornici di pietra alle finestre ci furono la chiesa dell’Ascensione a Kolomenskoe e il campanile di Ivan il Grande al Cremlino, risalente all’inizio del XVI secolo.”
Ma in seguito apparvero i coprifilo in legno, a partire dal XVII secolo circa, di pari passo con la proliferazione delle finestre di vetro in Russia. Prima, le finestre erano molto piccole e chiuse da saracinesche per evitare la fuoriuscita del calore. In effetti, più finestre c’erano nella casa, più ricco era il proprietario. A partire da Pietro il Grande (1672-1725), la produzione di vetro si sviluppò nel Paese, e, gradualmente, prima nelle case dei ricchi, e poi anche in quelle dei contadini, le finestre iniziarono ad apparire per come le conosciamo noi oggi. Contro gli spifferi, lo spazio tra il telaio e le pareti veniva riempito di stoppa, e poi il tutto era ricoperto da una tavola di legno.
Molto probabilmente, i contadini vedevano l’esempio delle cornici di pietra lavorata nelle dimore dei boiardi e dei nobili, ma poiché la pietra era un materiale molto costoso, e le loro case in legno, semplicemente iniziarono a fare più grandi e a intagliare i coprifilo”, spiega Ivan. “Possiamo dire che si tratta di un adattamento dell’architettura europea alla realtà russa”.
Inizialmente i coprifilo decoravano le case seguendo i canoni italiani: ai bordi un frontone arcuato e al centro triangolare. Poi si iniziò a creare nalichnik identici ovunque. La tradizione italiana può essere rinvenuta ormai solo nelle case costruite a cavallo del XIX e XX secolo nella città di Sevsk, nella regione di Brjansk, 490 chilometri a sudovest di Mosca.
Nel Sud della Russia, oltre a questi coprifilo monumentali, alle finestre ci sono anche i portelloni dipinti e/o scolpiti. Questo è, ovviamente, collegato al gran numero di giorni di sole e alla necessità, altrove assente, di ombreggiare la casa.
Ivan consiglia di cercare gli intagli più raffinati nelle città e nei villaggi siberiani. “La Siberia è la nostra Alaska, la regione di estrazione dell’oro, in cui la gente andava per far soldi”, spiega. Ordinavano i lavori migliori agli artigiani di San Pietroburgo. Ci sono enormi palazzi, con finestre due volte più grandi del solito e nalichnik con i disegni più bizzarri.” Inoltre, in Siberia non mancava il materiale: per i coprifilo è infatti meglio usare legni resinosi, come quelli delle conifere.
In Siberia e anche a Nizhnij Novgorod erano comuni gli “intagli ciechi”, cioè i motivi in rilievo. Ma in altre regioni, è più comune l’intaglio vero e proprio, quando cioè la tavola viene bucata, segata e scalpellata per ottenere l’effetto del pizzo all’uncinetto. Molte interessanti lavorazioni di intaglio si sono conservate fino a oggi in Buriazia, in Udmurtia, in Ciuvashia, in Tatarstan, e in località non distanti da Mosca come Guslitsy, Taldom e Kimrakh.
Se si guarda un nalichnik da vicino, si possono riconoscere fiori, greche, stelle e uccelli. Alcuni considerano le immagini sui coprifilo dei talismani, ma Ivan afferma che la prima menzione di questa teoria è apparsa solo negli anni Ottanta del Novecento, e che i disegni erano molto simili in varie regioni in cui vivevano persone di fedi diverse. Gli stessi intagliatori credono che questi ornamenti abbiano una funzione decorativa e non apotropaica.
“Ai vecchi tempi, i nalichnik erano realizzati da artél (dei laboratori cooperativi, ndr) che prendevano in prestito modelli gli uni dagli altri e li distribuivano in tutto il Paese”, afferma Aleksandr Saltykov, un ebanista di Mosca.
Gli ornamenti venivano tramandati di generazione in generazione e i maestri cercavano ispirazione nelle cose quotidiane: ricami, stampe sulle carte da parati, confezioni di sapone o olio. Dopotutto, i contadini non avevano riviste di architettura…
In epoca sovietica, apparvero nalichnik con falci e martello e ritratti di Stalin. E oggi ognuno fa quel che può.
Nel villaggio di Navashino, nella regione di Nizhnij Novgorod, Ivan ha trovato una casa in cui sui coprifilo c’erano dei simboli ecclesiastici, mentre a Perm dei semi delle carte da gioco.
“Oggi uniamo una varietà di elementi e stili diversi, dal moderno al classico”, afferma Aleksandr. “Ai nostri giorni le persone hanno un grande interesse per la creatività. Molti vengono alle mie lezioni perché vogliono restaurare da soli i vecchi nalichnik del villaggio o crearne di nuovi, ma in stile, per le loro case, anche se dal punto di vista pratico, con gli isolanti moderni, non sarebbero più necessari”.
Dieci magnifiche isbe: mai stati in una casa russa di legno?
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