I dieci passi di un comunista sovietico, da bambino con la spilla rossa a capo dell’Urss

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Figlio dell’Ottobre a sette anni, Pioniere a nove, membro del Komsomol a 14, e poi, una volta entrato nel Pcus da maggiorenne, passando per il periodo da “candidato”, un bravo membro poteva iniziare la scalata interna, fino al vertice del potere

1 / Oktjabrjónok (Figlio dell’Ottobre)

Prendiamo un immaginario comunista esemplare e diamo un’occhiata a come poteva svolgersi la sua carriera nel Partito ai tempi dell’Unione Sovietica. 

Chiamiamolo Petja (diminutivo di Pjotr). All’età di 7 anni inizia la scuola e può entrare nella prima organizzazione giovanile comunista per bambini. Diventa uno degli Oktjabrjáta (Октябрята; al singolare: Октябрёнок; Oktjabrjónok); ossia un “Figlio dell’Ottobre”, e riceve un distintivo onorario a forma di stella rossa con al centro l’immagine di Lenin (bambino, ripreso da un ritratto realizzato dal pittore Ivan Parkhomenko a partire da una foto del leader della Rivoluzione a quattro anni.

Il nome dell’associazione rimandava alla Rivoluzione d’Ottobre (secondo il nuovo calendario avvenuta in realtà in novembre), che era la definizione più comunemente usata per la Rivoluzione bolscevica del 1917, visto che nel 1917 c’era stata anche la Rivoluzione di febbraio. I primi Oktjabrjata apparvero nel 1924 e quindi, avendo 7 anni, erano coetanei della Rivoluzione.

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Gli Oktjabrjata erano solitamente divisi in gruppi e posti sotto il controllo di ragazzi più grandi, di età compresa tra i 14 e i 16 anni. I “Figli dell’Ottobre” dovevano essere bravi nelle lezioni scolastiche, avere un comportamento esemplare, rispettare gli adulti e gli anziani e, in generale, essere puliti e ordinati. Dovevano poi essere amichevoli tra loro, organizzare attività comuni, cantare, dipingere ed essere felici della vita. 

Una volta entrato nell’organizzazione, il nostro Petja doveva insomma dimostrarsi all’altezza dell’onore di essere stato ammesso a essere uno degli Oktjabrjata.

2 / Pioniere

Al compimento dei nove anni, più o meno verso l’inizio della terza elementare, Petja otteneva il diritto di entrare nell’organizzazione giovanile dei Pionieri (Пионеры). I Pionieri – o, come si chiamava ufficialmente, l’“Organizzazione dei pionieri di tutta l’Unione ‘Vladimir Ilich Lenin’” (in russo: “Всесоюзная пионерская организация имени В. И. Ленина”; “Vsesojuznaja pionerskaja organizatsija imeni V. I. Lenina”) – rappresentavano l’organizzazione giovanile di massa dell’Urss.

Ricordava gli scout, ma aveva un tipo di impostazione e di educazione comunista. 

I pionieri venivano educati a contribuire alla società sovietica. Raccoglievano carta straccia e rottami metallici e li portavano al riciclaggio (e facevano a gara a chi ne portava di più). L’organizzazione dei pionieri aveva le sue regole e le sue leggi: i pionieri dovevano essere fedeli alla patria, dovevano comportarsi bene, dovevano lavorare in un collettivo ed essere laboriosi.

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Il loro motto era “Sempre pronto!” (in russo: “Всегда готов!”; “Vsegdá gotóv”). Petja era desideroso di lavorare, di difendere la patria e gli ideali del Partito comunista. Gli sarebbe piaciuto diventare un eroe (e se nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe segretamente invidiato coloro che avevano potuto “battere i nazisti” o erano stati partigiani, e sarebbe stato orgoglioso di loro). Petja aiutava anche gli anziani a portare le borse della spesa o ad attraversare la strada. 

Dopo l’ingresso nei Pionieri, Petja indossava una fazzoletto rosso e un distintivo con la stella rossa sormontata da fiamme e con al centro il ritratto di Lenin (ma adesso già da adulto). Se Petja era un pioniere esemplare, poteva ricevere un “buono di viaggio” per un campo estivo gratuito: i più fortunati andavano al mare nel leggendario campo di Artek, in Crimea. 

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3 / Komsomolets

A partire dall’età di 14 anni, Petja poteva ottenere l’onore di entrare a far parte dell’“Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione” (“Всесоюзный ленинский коммунистический союз молодёжи”;  “Vsesojuznyj leninskij kommunisticheskij sojuz molodjozhi), detta in breve  “Komsomol” (“Комсомол”). Si trattava già di una cosa seria, un’organizzazione politica giovanile che veniva spesso definita “il fratello minore del Partito Comunista”. Il distintivo del Komsomol era una bandiera rossa con il ritratto di Lenin.

Per richiedere l’adesione al Komsomol, Petja doveva fornire le raccomandazioni di comunisti o di Komsomólets (così si chiamava un aderente al Komsomol; e il corrispettivo femminile era Komsomólka) esperti. E infine superare un esame davanti a una commissione di compagni. 

Inoltre, Petja poteva essere facilmente espulso dall’organizzazione per cattiva condotta e brutti voti scolastici o universitari, e per altre cose che non corrispondevano all’onore comunista (compreso il caso in cui un membro della famiglia fosse finito in un Gulag). Se Petja fosse stato espulso dal Komsomol, non avrebbe più avuto la possibilità di entrare nel Partito Comunista!

Petja poteva rimanere membro del Komsomol fino a 28 anni. Questa iscrizione di solito lo aiutava a frequentare la scuola e poi l’università e ad essere assunto nel mondo del lavoro. I membri del Komsomol dovevano pagare una piccola quota di iscrizione. 

Allo stesso tempo, un Komsomolets poteva partecipare ai lavori di costruzione, ai lavori di raccolta e a molte altre attività nel tempo libero, ricevendo anche un compenso in denaro.

4 / Segretario di un’organizzazione del Komsomol

Ogni scuola e università aveva la propria cellula del Komsomol che indiceva le riunioni e organizzava il lavoro con gli studenti. Nel 1977 i membri del Komsomol erano più di 36 milioni! Esisteva anche una sorta di “giudizio” pubblico, quando uno studente con cattivi voti o con un comportamento non comunista veniva condannato di fronte a un grande pubblico. 

Ma se Petja era un ragazzo attivo, che studiava con profitto, faceva sport e dava un grande esempio agli altri, poteva ambire a diventare segretario (capo) della cellula del Komsomol. Questa posizione portava più rispetto (e denaro), e naturalmente più responsabilità.

5 / Candidato a membro del partito

A partire dall’età di 18 anni, Petja aveva il diritto di richiedere l’iscrizione al Partito comunista. Ma prima di ricevere il grande onore di entrare nel Partito, Petja doveva dimostrare di meritarlo. E prima di tutto poteva diventare un “candidato a membro del Partito” (“Кандидат в члены КПСС”, Kandidát v chlény KPSS”), “per acquisire maggiore familiarità con il Programma e lo Statuto del Partito Comunista dell’Unione Sovietica [in sigla Pcus; in russo: KPSS; ndr] e per prepararsi a diventare un membro del Partito”, come scrive la Grande Enciclopedia Sovietica.

Il mandato di candidato, una sorta di periodo di prova, poteva durare da uno fino a cinque anni, prima del 1961 (a seconda della professione; il periodo minimo era per gli operai), ma in seguito divenne di un anno per tutti. Nonostante il precetto di Lenin di sottoporre un candidato a sfide reali per metterlo alla prova, lo status di candidato era più che altro una cosa formale.

6 / Membro del Partito Comunista

Quando Petja ottiene formalmente la tessera del partito è d’ora in poi è un vero comunista. Petja doveva a questo punto pagare le quote mensili di iscrizione in quanto membro (“член”; “chlen”) del partito, e sulla tessera veniva annotato ogni pagamento effettuato. 

All’inizio dell’Unione Sovietica, la maggior parte dei membri del Partito erano operai e contadini (allora membri dei kolkhoz). Tuttavia, con il passare del tempo crebbe il numero di funzionari comunisti di altra estrazione.

Petja ora doveva partecipare alle riunioni del Partito, e lo faceva con piacere, pensando che avrebbero discusso di alcuni problemi seri e che avrebbero reso il mondo un posto migliore. Se Petja si impegnava molto, poteva dedicare la sua vita al Partito e fare del comunismo il suo unico e solo lavoro. 

Per i veri comunisti come Petja, c’erano diverse alte scuole sovietiche che preparavano i funzionari del Partito, la cosiddetta nomenklatura. I diplomati potevano fare una grande carriera all’interno del Partito.

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7 / Segretario di una sezione del Partito

Il Partito Comunista era una struttura imponente che aveva i suoi rappresentanti in tutte le organizzazioni sovietiche: nelle scuole, nelle università, in ogni fabbrica e ospedale, negli istituti scientifici e nell’esercito. 

Se Petja decideva di diventare un comunista “di professione”, poteva diventare intanto capo di una sezione del Partito, e sarebbe stato chiamato “segretario” (“Секретарь”; “Sekretár”). Ora Petja era responsabile dell’“alfabetizzazione politica” dei suoi compagni. Doveva organizzare le riunioni dei membri del Partito e occuparsi di una serie di questioni. Ad esempio, la moglie di un operaio della sua fabbrica poteva lamentarsi con Petja del fatto che il marito beveva troppo o era infedele. Petja doveva allora organizzare un pubblico giudizio nei confronti del compagno per riportare l’uomo sulla retta via.

8 / Segretario della sezione regionale del Partito

Oltre alle piccole cellule del Partito nei luoghi di lavoro, c’erano i comitati del Partito responsabili dei distretti, delle città, delle regioni e infine delle repubbliche sovietiche. Se Petja si dimostrava un leader carismatico, poteva essere proposto per entrare a far parte del comitato più grande. E, se era fortunato, essere eletto segretario di questo comitato.

Si trattava già di una posizione di tutto rispetto, e queste persone di solito avevano molto potere. Petja sarebbe stato in grado di influenzare molti membri del Partito in posizioni inferiori, ordinando loro di portare a termine i compiti che lui stesso riceveva dall’alto. In qualità di segretario di un comitato regionale, aveva molti agganci e conosceva molte persone che poteva usare anche a suo tornaconto!

9 / Membro del Comitato Centrale del Partito Comunista 

Dopo aver ottenuto buoni risultati nel Comitato regionale del Partito o addirittura in quello a livello repubblicano (ogni repubblica dell’Urss aveva un suo partito comunista, tranne la Russia), Petja poteva avere il grande onore di entrare a far parte dell’élite del Partito e dell’Urss: il Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (“Центральный Комитет Коммунистической Партии Советского Союза”; “Tsentralnyj komitet Kommunisticheskoj partii Sovetskogo Sojuza”, spesso abbreviato in “ЦК КПСС”). Quelle erano le persone più importanti del Paese. E nonostante in Urss ci fossero ministeri e ministri, i membri del Comitato Centrale erano anche responsabili di alcuni settori, come la cultura, la propaganda, l’industria leggera e pesante, i lavori di costruzione, i trasporti e molti altri.

Inoltre, Petja poteva essere nominato in un ministero come capo della gestione politica… Una sorta di controllore del Partito Comunista nelle strutture amministrative.

Per entrare a far parte del Comitato Centrale, Petja doveva aver conseguito il diploma della scuola di partito dei membri del Comitato Centrale. Il Comitato Centrale era l’organizzazione più importante, e i suoi membri erano pochi: il massimo fu di 412 nel 1990.

10 / Segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista

Petja è ora un brillante membro del Partito, un comunista modello. Può quindi essere eletto nella struttura direttiva del Comitato Centrale, la Segreteria (responsabile delle attività e dell’esistenza del Partito) o l’Ufficio Politico (organo esecutivo ideologico).

Nell’Unione Sovietica c’era un parlamento (soviet significa “consiglio”), e c’erano il Soviet Supremo (composto dal Soviet dell’Unione e dal Soviet delle Nazionalità) e il Presidium del Soviet Supremo (“Президиум Верховного Совета СССР”; “Prezidium Verkhovnogo Soletta SSSR”), e il Presidente del Presidium del Soviet Supremo… che de iure era il capo dell’Unione Sovietica! Ma in realtà il leader sovietico era il capo del Partito Comunista (questa posizione era chiamata in modo diverso: solitamente “Segretario Generale” o, ai tempi di Khrushchev “Primo Segretario” “del Comitato Centrale del Partito Comunista”). 

Purtroppo era molto improbabile che Petja riuscisse a raggiungere questo ruolo… Ma conosciamo alcune persone che ci sono riuscite: Iosif Stalin, Georgij Malenkov (per metà anno), Nikita Khrushchev, Leonid Brezhnev, Jurij Andropov, Konstantin Chernenko e Mikhail Gorbachev (che ha riformato la posizione e la struttura statale ed è divenuto anche il primo e ultimo “presidente dell’Unione Sovietica”). 

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