Cosa si regalavano i Romanov per Natale?

Russia Beyond (Dominio pubblico; DNY59 / Getty Images)
Gioielli, libri, belle stoviglie, dolci, vestiti e persino mobili: i membri della famiglia imperiale sapevano cosa mettere sotto l’albero ai loro cari. Ed erano dei veri e propri trend setter in fatto di doni, alla loro epoca

Oggi in Russia la principale festività dell’anno, associata all’albero addobbato e ai regali, non è il Natale, bensì il Capodanno. Il regime sovietico abolì la celebrazione del Natale cristiano, e la sostituì con una massiccia celebrazione del Capodanno

Prima della Rivoluzione, la gente in Russia amava il Natale e lo festeggiava molto. Mentre la Chiesa ortodossa russa celebra oggi questo giorno il 7 gennaio, fino al 1918, come per gli altri cristiani, il Natale veniva festeggiato il 25 dicembre, ed è poi slittato in avanti per il cambiamento di calendario, voluto dai comunisti per allineare la Russia al resto del mondo. Il Natale era speciale anche per la famiglia zarista. I sovrani non badavano certo a spese per i regali ai bambini e alla famiglia.

I doni per i bambini

Nei secoli XVI-XVII gli zar attribuivano grande importanza alla festa religiosa, che però non aveva uno speciale carattere familiare. La vigilia di Natale gli zar facevano cose gradite a Dio: si recavano negli ospedali e negli orfanotrofi per distribuire ricche elemosine, visitavano le carceri e graziavano persino alcuni detenuti. Quindi partecipavano alla messa della vigilia di Natale in chiesa, che era l’evento principale.

Dopo le funzioni, le alte gerarchie ecclesiastiche e il coro venivano invitati nelle stanze reali del Cremlino, e al mattino presto cantavano canzoni speciali per gloria di Cristo e dello zar. Gli zar offrivano loro una bevanda speciale a base di miele e regalavano loro preziosi cucchiai.

Solo in seguito i bambini della casa reale ricevevano doni, come tessuti costosi ornati e ricamati (seta e broccato) e tazze di valore con pietre semipreziose. Agli zarevic venivano donate sciabole giocattolo, mentre le ragazze ricevano gioielli di ogni tipo.

I regali per le feste natalizie fino al XIX secolo erano un’abitudine diffusa solo tra le famiglie ricche e nobili.

I primi regali sotto l’albero di Natale

Anche la tradizione di decorare l’albero di Natale in Russia a lungo non esistette. In generale, gli abeti erano associati ai morti: infatti i rami venivano sparsi sulla strada per il cimitero durante il funerale, indicando simbolicamente la strada all’anima del defunto. Pietro I (il Grande) ordinò per la prima volta di decorare le case con abeti, quando nel 1700 introdusse la celebrazione del Capodanno. Anche la tedesca Caterina II (la Grande) mantenne la tradizione.

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La moglie di Nicola I, Aleksandra Fjodorovna (prima delle nozze: Carlotta di Prussia)

Il primo albero di Natale fu decorato al Cremlino nel 1817. Negli anni Venti del XIX secolo, la tradizione si radicò nei palazzi zaristi di San Pietroburgo. Sotto Nicola I si iniziarono a nascondere i regali sotto l’albero. Si pensa che questa celebrazione del Natale familiare, con albero di Natale e regali, sia stata introdotta nella famiglia zarista dalla moglie dell’imperatore, Aleksandra Fjodorovna. Era tedesca, figlia del re prussiano Federico Guglielmo III, e la famiglia ha sempre festeggiato il Natale in grande stile, con un sontuoso albero di Natale e regali.  

“Durante il regno dell’imperatore Nicola I, il Natale negli ambienti aristocratici, e poi in quelli cittadini, acquisì le caratteristiche di una festa di famiglia, per la quale ci si preparava con cura, senza risparmiare tempo e denaro”, scrive Julija Uvarova nel suo libro “Rozhdestvó i Novyj god v Rossii XVI-XX vekov” (ossia: “Natale e Capodanno in Russia tra il XVI e il XX secolo”; 2018).

Eduard Hau (1807-1888), “Vista della Rotonda del Palazzo d’Inverno”, dove veniva addobbato l’albero di Natale

A volte c’erano così tanti regali che non entravano sotto l’albero di Natale. Nel 1847 il figlio di Nicola I, il granduca Costantino, elencò nel suo diario i numerosi regali ricevuti: una sciabola, un pugnale, una cotta di maglia, pistole circasse e libri…

Olga, figlia di Nicola I, ha ricordato che nel 1837 ricevette una scrivania e una poltrona, poi nel 1843 un “meraviglioso pianoforte Wirth, quadri, abiti eleganti e, da parte di papà, un braccialetto con uno zaffiro, la sua pietra preferita”.

Uno dei luoghi più popolari dove l’imperatore ordinava regali era il “negozio inglese” della ditta Nichols & Plinke a San Pietroburgo, che vendeva lampadari e gioielli di pregio, armi costose e bellissime, vini da collezione e molto altro ancora.

Un servizio da tè proveniente da quel negozio fu un regalo di Natale per un’altra figlia di Nicola, Maria, nel 1839. Nel 1850 l’imperatore le regalò invece un intero set di mobili: divani, poltrone e consolle di lusso.

Set da tè e caffè venduto nel “negozio inglese” di San Pietroburgo “Nichols & Plinke”, 1839

Alle principesse venivano regalati non solo quadri, gioielli e monili, bei vestiti e ninnoli vari (come un orologio con sorpresa), ma anche ogni genere di articolo di uso comune: pattini, sci, slitte e libri.

I bambini potevano anche compilare una lista dei desideri e dire cosa desideravano come regalo. È noto che il fratello di Alessandro III, Vladimir, da bambino chiese delle ostriche per Natale, di cui andava ghiotto. Anche lo zarevic Aleksandr fu molto originale: chiese una cucina giocattolo e un vestito da spazzacamino.

Nel 1883, Alessandro III commissionò alla Fabbrica Imperiale di Porcellana la produzione di un servizio cerimoniale con la riproduzione di opere di Raffaello per 50 persone. Il lavoro richiese vent’anni e ogni anno la fabbrica inviava un set completo in tempo per Natale. L’opera fu completata solo nel 1903.

Tazzina, piattino e porta caviale del servizio “Raffaello” della Fabbrica Imperiale di Porcellana

Regali militari per gli uomini

L’armamentario militare era un dono tradizionale per gli uomini della famiglia imperiale. È risaputo che l’erede al trono, il granduca Alessandro (il futuro Alessandro II), ricevette dalla madre-imperatrice l’uniforme del reggimento di cavalleria, una spada turca o un piatto di porcellana con le immagini di truppe russe di vario tipo. Tuttavia, la mamma gli regalò anche un servizio da tè. Dal padre-imperatore Alessandro ricevette, invece, una scatola con pistole, un busto di Pietro il Grande e vari libri sulla storia russa.

Un fodero, realizzato nell’Impero Ottomano nel 1803, fu regalato al futuro Alessandro II dalla moglie Maria Aleksandrovna per il Natale del 1849.

Yagatan (arma bianca dalla lama ricurva affilata solo sul lato concavo) con fodero, originaria della Turchia, 1803, dalla collezione del Museo di Tsarskoe Selo

È poi noto che nel 1881 l’imperatore Alessandro III ricevette dalla moglie un revolver Smith & Wesson con cartucce e fondina.

I dolci erano di solito regalati solo ai bambini, ma anche gli adulti potevano ricevere in dono delle leccornie, come ad esempio una scatola di costose prugne o albicocche, oltre ai mandarini

Un acquerello dipinto dalla granduchessa Olga, figlia dell’imperatore Alessandro III

Una lotteria per i cortigiani

A Natale la famiglia zarista organizzava una lotteria con doni per la corte. Venivano messi in palio lampade di porcellana, vasi, servizi da tè e persino opere di Fabergé. Anche i figli della famiglia dello zar contribuivano all’organizzazione di questa lotteria: passavano ore a incollare etichette numerate sui regali prima dell’inizio.

I membri della famiglia reale facevano anche doni all’intero staff di servitori e al personale del palazzo. E non erano nemmeno avari. Una governante poteva ricevere un costoso portagioie o posate d’argento, e venivano regalati non di rado anche perle e altri “gingilli”. 

L’ultimo Natale di Nicola II

L’albero di Natale per i figli dei servitori dello zar

Nicola II celebrò il Natale 1916 in modo straordinariamente modesto. Del resto, era in corso la Prima guerra mondiale e tutto l’inizio di XX secolo era stato un susseguirsi, per la Russia, di conflitti e rivoluzioni

Nel palazzo di Tsárskoe Seló, dove viveva la famiglia imperiale, vennero addobbati tre alberi di Natale: di cui uno solo per i bambini e uno per la servitù. Nicola II prese appunti sul Natale nel suo diario. Scrisse che oltre al grande albero di Natale dove la chiassosa cerimonia di apertura dei regali era durata ore, ce n’era uno solo per lui e la moglie. “Alix fa sempre un albero di Natale tutto nostro, solo per noi due”. 

Nicola regalava alla moglie ogni Pasqua un costoso uovo di Pasqua Fabergé, ma i regali di Natale erano più modesti. Per esempio, regalò gioielli all’imperatrice solo due volte: una collana di diamanti nell’anno del loro matrimonio e un ciondolo di giada nel Natale che seguì la nascita della loro primogenita, la principessa Olga.

Nicola II con la moglie e i figli

L’ultima coppia imperiale fece dei regali modesti anche ai propri figli. Ad esempio, l’imperatrice regalò all’erede Alessio il suo primo diario. 

Per il Natale del 1917, già in esilio in Siberia, la stessa imperatrice Alessandra lavorò a maglia dei gilet di lana per i suoi figli. E inviò alla damigella d’onore e amica Anna Vyrubova un pacco con una sciarpa e delle calze fatte da lei (che includeva anche farina, pasta e salame; un vero lusso nei convulsi mesi dopo la Rivoluzione).

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