Perché la Fiera di Nizhnij Novgorod divenne la più importante della Russia?

Storia
ALEKSANDRA GUZEVA
Non furono né Mosca né San Pietroburgo, ma questa città alla confluenza tra Volga e Oka a conquistarsi il ruolo di piazza di scambio tra Europa e Asia, e a mantenerlo per secoli

“San Pietroburgo è la testa della Russia, Mosca il suo cuore e Nizhnij Nóvgorod la sua tasca”. Basterebbe forse questo vecchio proverbio russo per far capire quanto storicamente sia stato importante il commercio a Nizhnij Novgorod.

Perché Nizhnij Novgorod divenne il centro del commercio russo?

Questa città, 420 chilometri a est di Mosca, si trova in una posizione logisticamente molto favorevole, alla confluenza di importanti fiumi, il Volga e l’Oká, che attraversano la Russia e sfociano nel Mar Caspio. Inoltre, il Volga era l’unica via d’acqua che collegava l’Occidente e l’Oriente. Nizhnij Novgorod, inoltre, fu collegata presto alla nascente rete ferroviaria russa. Quindi da qui si poteva raggiungere il Caucaso, la Persia, la Turchia, l’Asia centrale e persino l’India e la Cina. Grazie a questa posizione, il commercio è sempre stato fiorente in città e gli archeologi hanno trovato manufatti arabi e bizantini che indicano relazioni commerciali con l’Oriente già nel XIII e XIV secolo. Le prime fiere e riunioni di mercanti documentate risalgono al XVI secolo. 

All’inizio le fiere non si tenevano a Nizhnij Novgorod, ma a valle lungo il Volga, vicino alle mura del monastero di San Macario (Svjato-Troitse-Makarievo-Zheltovodskij monastyr). Erano fiere temporanee e duravano un paio di giorni. Tuttavia, nel XVII secolo, lo zar Alessio Mikhailovich stabilì un periodo di esenzione dai dazi di cinque giorni per il commercio. Questo attirò ancora più mercanti, che spesso si fermavano poi per un periodo più lungo, e a quel punto pagavano le tasse all’erario.

All’inizio del XIX secolo, divenne chiaro che non c’era abbastanza spazio vicino al monastero per tutti i visitatori, inoltre, le bancarelle in legno erano bruciate in un incendio. A quel tempo, la fiera (in russo: jármarka) di Nizhnij Novgorod era già incredibilmente importante e portava molto denaro alle casse dello Stato. 

La fiera fu spostata a Nizhnij Novgorod, alla confluenza tra i fiumi Volga e Oka. L’imperatore Alessandro I rimandò le riparazioni nel suo palazzo, al fine di stanziare 6 milioni di rubli per la costruzione di un nuovo edificio per la fiera. E non se ne pentì: la prima fiera nella nuova sede fu inaugurata nel 1817, e i mercanti commerciarono merci per un valore di 24 milioni di rubli, e nel 1846 il giro d’affari era già salito a 57 milioni. 

I contemporanei definivano la Fiera di Nizhnij Novgorod “la piazza di scambio dell’Europa e dell’Asia”. Gli stranieri vendevano merci all’ingrosso ai mercanti e ai produttori locali, e il 90% di tutte le merci orientali veniva trasportato alla Fiera di Nizhnij Novgorod, e da lì si diffondeva in tutta la Russia. A loro volta, i mercanti orientali acquistavano merci dagli europei e dai russi. 

Cosa si commerciava alla Fiera di Nizhnij Novgorod? 

Negli anni Cinquanta del XIX secolo, alla fiera di Nizhnij Novgorod si recavano fino a 700 mercanti stranieri. Il volume del commercio asiatico a metà del XIX secolo superava quello dell’Europa occidentale a seconda delle edizioni da una volta e mezzo a tre.

Una delle principali linee di commercio era il tè cinese. Negli anni Ottanta del XIX secolo, ogni anno venivano portate in Russia 800-900 pud [un’antica unità di misura russa pari a 40 libbre, ossia a 16,3805 kg; ndr] di tè, per un valore di 42 milioni di rubli. Alla fiera c’erano anche edifici commerciali asiatici a sé, in stile pagode cinesi. 

In cambio, i cinesi acquistavano pellicce e pelli di tutti i tipi di animali, dalle volpi, agli scoiattoli, alle pecore.

Dalla Persia la Russia riceveva tappeti realizzati a mano, tessuti di seta e di cotone, oltre a un vasto assortimento di generi alimentari: noci, pistacchi, albicocche, mandorle, prugne, miglio e riso. I persiani acquistavano in Russia lana, articoli in metallo e in pelle, porcellana, carta da lettera e molto altro.

La Russia inviava in Oriente anche zucchero, prodotti di lino e canapa, cotone e pelletteria, lana, legno, metalli e molto altro. La varietà di prodotti era sorprendente. Il funzionario russo Egor Mejendorf negli anni Venti del XIX secolo fornisce un elenco di beni acquistati dai mercanti di Bukhara: “Le merci esportate dalla Russia sono costituite da cocciniglia [usata come colorante rosso; ndr], chiodi di garofano, zucchero, stagno, legno di sandalo rosso e blu, stoffe, pelli di Kungur, Kazan e Arzamas, cera, una certa quantità di miele, ferro, rame, ecc. acciaio, filo d’oro, piccoli specchi, pelli di lontra, perle, nanchino russo [un tessuto di cotone; ndr], pentole di ghisa, aghi, corallo, peluche, fazzoletti di carta, broccato, piccoli oggetti di vetro, una modesta quantità di tela russa…” 

Anche la pesca divenne un settore commerciale molto importante. “La pesca dello storione ladano (beluga), dello storione danubiano, dello storione stellato, del pesce siluro, e di alcune altre specie ittiche era quasi completamente monopolizzata dai mercanti russi in tutto il Caspio meridionale”, scrivono gli storici A.A. e A.V. Ivanov.

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Con il tempo, alle esportazioni si aggiunsero i prodotti di nuove industrie emergenti, tra cui la metallurgia e la tessile. Buon successo ebbe il calicò a buon mercato proveniente dalle famose fabbriche di Ivanovo a Shuja, per esempio. E negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento anche il petrolio e i prodotti petroliferi cominciarono a essere commercializzati.

Con il tempo alla fiera apparvero le filiali delle banche, gli avvocati e vennero conclusi anche accordi borsistici. La fiera era l’evento più importante per i grandi commercianti e produttori russi. Ma anche piccoli imprenditori e rappresentanti dell’artigianato popolare vi parteciparono attivamente. Prjalki (filatoi), cucchiai di legno, costumi folcloristici, vassoi dipinti, piatti, merletti: qui venivano presentati i prodotti dei migliori artigiani provenienti da tutta la Russia, che si preparavano per tutto l’anno per cercare di portare alla fiera i prodotti migliori.

Come era organizzata la fiera

Nel suo libro “Michele Strogoff” del 1876 Jules Verne descrive così la fiera di Nizhnij Novgorod: “Qui aveva inizio il quartiere fieristico con edifici di legno, divisi da ampie recinzioni. Ogni tipo di commercio occupava un quartiere separato: c’erano banchi di legno, ferro, carne, pesce, pellicce e prodotti manifatturieri. Tante persone si affollavano intorno ai banchi, guardandosi intorno, scegliendo e valutando le varie merci offerte dai commercianti. Si potevano incontrare rappresentanti di tutte le nazioni, sia europee che asiatiche. Il rumore e il trambusto erano aumentati dal battito dei tamburi e dalla musica degli ottoni proveniente dagli stand dove si esibivano continuamente acrobati, maghi e domatori di animali.

Dalla metà del XIX secolo, la fiera durava ufficialmente poco più di un mese, ma in realtà il commercio andava da luglio a settembre. La Fiera era una festa per la città: più di 200 mila persone arrivavano a Nizhnij Novgorod durante l’evento, compresi circensi, teatranti e musicanti. Negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, l’elettricità e l’acqua fecero la loro comparsa sul territorio della fiera. La fiera ebbe un impatto positivo su tutta la città, Nizhnij Novgorod aveva un’infrastruttura confortevole, gli alberghi e le locande venivano costruiti attivamente. Inoltre, uno dei primi tram in Russia entrò in sevizio qui nel 1896. 

Nel quartiere fieristico c’erano due cattedrali: nel 1822 fu inaugurata la “Cattedrale del Salvatore alla Vecchia Fiera”. L’architetto fu il francese Auguste de Montferrand (in seguito costruì anche la Cattedrale di Sant’Isacco a San Pietroburgo, con un tamburo colonnato sotto la cupola principale molto simile a questo). 

E nel 1881 all’inaugurazione della “Cattedrale Nevskij della Fiera Nuova” partecipò lo stesso imperatore Alessandro III con la moglie e il figlio, il futuro Nicola II. Nello stesso anno fu completato anche il nuovo Palazzo Principale della Fiera in stile russo (simile al GUM sulla Piazza Rossa di Mosca, che apparve più tardi). Tutti e tre gli edifici sono ancora in piedi. 

Nel 1896, sul territorio della Fiera di Nizhnij Novgorod si svolse la più grande esposizione industriale e artistica della storia dell’Impero russo. Per l’occasione, vennero costruiti oltre 100 padiglioni temporanei. In quell’occasione fu presentata la prima automobile russa i gusci strutturali a graticcio dell’ingegnere Vladimir Shukhov

Dopo la Rivoluzione del 1917, la Fiera funzionò ancora per qualche tempo; tuttavia, non era più popolare come prima e non c’era più libertà di commercio, che passò completamente sotto il controllo dello Stato. Nel 1929, i bolscevichi chiusero definitivamente questa fiera capitalistica in quanto “fenomeno socialmente ostile”. Molti degli edifici della fiera furono demoliti o adibiti ad abitazioni. 

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