Cinque servi della gleba che grazie al loro talento conquistarono la libertà e la fama

Russia Beyond (Foto: Museo Statale Centrale del Teatro A.A. Bakhrushin; Vtorou (CC BY-SA 4.0); Museo Fabergé)
La servitù fu abolita nell’Impero Russo solo nel 1861. Queste persone erano nate non libere, ma seppero farsi strada

1 / Il gioielliere Pavel Ovchinnikov (1830-1888)

Pavel Ovchinnikov e alcune delle sue creazioni

Questa è una sorprendente storia di successo del XIX secolo e un esempio di una carriera davvero brillante. Ovchinnikov era un servo della gleba presso la famiglia nobiliare dei Volkonskij, e i principi seppero scorgere in lui, ancora molto giovane, delle grandi capacità artistiche e lo affidarono a un gioielliere di Mosca.

Ovchinnikov non solo imparò in fretta l’arte orafa, ma guadagnò anche velocemente i soldi necessari per riscattare la sua libertà e in seguito aprì una grande fabbrica. Divenne un vero rivoluzionario nel business dei gioielli, facendo rivivere l’arte dello smalto, diventando un trendsetter dello stile russo e un fornitore ufficiale della corte imperiale. Preziosi portasigari, tazze, servizi, cofanetti e molti altri oggetti preziosi di Pavel Ovchinnikov entrarono nella collezione dei Romanov. Il gioielliere divenne famoso anche all’estero: all’Esposizione universale di Parigi del 1867 si aggiudicò una medaglia d’argento. 

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2 / L’attrice Praskovja Zhemchugova (1768-1803)

Praskovja Zhemchugova

Poteva una serva contadina del Settecento, figlia di un fabbro di Jaroslavl, immaginare che una strada di Mosca avrebbe preso il suo nome? Per inciso, Zhemchugova era un nome d’arte, il suo vero nome era Praskoja Kovaleva. Divenne di proprietà del conte Sheremetev assioma alla terra ricevuta in dote dalla famiglia di sua moglie dopo il matrimonio, e fu cresciuta nella tenuta moscovita del conte a Kuskovo. Già all’età di sette anni mostrò un’attitudine incredibile per la musica e il canto. Le insegnarono a suonare il clavicembalo e l’arpa e le lingue straniere, in modo che potesse cantare arie d’opera in francese. Negli anni Ottanta del Settecento, Praskovja apparve sul palcoscenico del Teatro dei servi di Sheremetev a Kuskovo e nell’altro loro maniero a Ostankino. 

Nikolaj Argunov. Ritratto di Nikolaj Sheremetev

Il conte Nikolaj Sheremetev si innamorò della bella attrice e chiese persino all’imperatore Alessandro I il permesso di sposarla. Un fenomeno inaudito per il suo tempo: molti nobili avevano relazioni con le serve della gleba, ma certo senza sposarle. Ottenne la deroga e portò all’altare Praskovja, ed ebbero un figlio. Purtroppo però Praskovja morì presto a causa di problemi di salute.

3 / Gli Argunov, pittori e architetti

Ivan Argunov. Ritratto di Caterina la Grande, 1762

Anche la storia di questa talentuosa famiglia di servi della gleba è collegata alla famiglia del conte Sheremetev. Ivan Argunov (1729-1802) studiò pittura dall’artista tedesco Georg Christoph Grooth, e, insieme a lui, creò icone per la chiesa del palazzo di Tsarskoe Selo. Argunov divenne famoso come ritrattista, dipingendo sia ritratti da camera che cerimoniali di nobili e persino di Caterina la Grande. Uno dei suoi quadri più famosi è “Ritratto di una contadina sconosciuta in costume russo”.

Ivan Argunov. Ritratto di donna sconosciuta in costume russo, 1784

Anche i due figli di Argunov, Nikolaj e Jakov, hanno dipinto ritratti di personaggi e funzionari famosi. Entrambi furono liberati dal conte Sheremetev e furono nominati accademici all’Accademia delle Arti di San Pietroburgo. Il terzo figlio, Pavel, divenne architetto e fu il capo architetto del Palazzo-teatro nella tenuta di Ostankino degli Sheremetev. 

La tenuta Ostankino di Sheremetev a Mosca

Anche un altro membro della famiglia, Fjodor Argunov, fu architetto. Ha costruito metà della pittoresca tenuta di Kuskovo a Mosca, compreso il padiglione della Grotta e la serra di pietra.

La tenuta di Kuskovo

Fjodor prese anche parte alla costruzione del palazzo del conte a San Pietroburgo, il Palazzo Sheremetev, noto anche in russo come Fontannyj Dom.

4 / L’attore Mikhail Shchepkin (1788-1863) 

N. Nevrev. Ritratto di Mikhail Shchepkin

Oggi Shchepkin dà il nome alla Scuola Superiore di Teatro di Mosca, dove un tempo ha insegnato. Il futuro grande attore nacque in una famiglia di servi della gleba del conte Volkenshtein, nella provincia di Kursk, e fin dall’infanzia recitò nel suo Teatro dei servi. Con il permesso del padrone, Mikhail lavorò anche come suggeritore nel teatro cittadino, e in seguito venne invitato da compagnie teatrali di altre città di provincia, dove si esibì con successo sul palcoscenico. 

Interpretò una gran varietà di ruoli, anche femminili. Shchepkin cominciò a sviluppare il suo metodo di recitazione drammatica: riteneva fondamentale trasmettere nel modo più vivo possibile il carattere e il comportamento del personaggio. Più tardi, furono le sue idee a formare la base del famoso “Metodo Stanislavskij”

Come risultato, Shchepkin fu invitato a lavorare al Teatro Malyj di Mosca, dove recitò nelle pièce più alla moda dei drammaturghi russi: “Nedorosl (Il Minorenne)” di Denis Fonvizin, “Che disgrazia l’ingegno” di Aleksandr Griboedov e “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol

5 / Il pittore Orest Kiprenskij (1782-1836)

Orest Kiprenskij. Autoritratto (a sinistra), 1828 / Ragazza con una corona di papaveri, 1819

Il “Van Dyck russo” era il figlio illegittimo del nobile Adam Diakonov e della sua serva contadina. Suo padre non ebbe il coraggio di riconoscere ufficialmente il bambino, e lo iscrisse nella famiglia di un servo della gleba. 

Orest mostrò un grande talento per il disegno, e suo padre lo mandò a studiare all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. Il giovane fu subito notato dai dirigenti dell’Accademia; gli fu permesso di vivere in una pensione e, dopo la laurea, ricevette una borsa di studio per un viaggio all’estero. 

Orest Kiprenskij. Ritratto di Aleksandr Pushkin, 1827

In Italia, un ritratto da lui dipinto è alla Galleria degli Uffizi, e una delle sue opere è stata addirittura scambiata per un Rembrandt. Ha anche dipinto il ritratto più emblematico del poeta Aleksandr Pushkin e di molti altri suoi grandi contemporanei.


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