La visita del principe Filippo in Estremo oriente sulle tracce della tigre dell’Amur

Storia
NIKOLAJ SHEVCHENKO
Il viaggio del Duca di Edimburgo in Russia non trovò molto spazio sulle pagine dei giornali inglesi; ma la stampa russa si mise alle calcagna del Duca di Edimburgo, che nel 1997 decise di fare tappa nella parte più estrema della Federazione per ammirare le tigri con i propri occhi

La visita del Duca di Edimburgo nell’Estremo oriente russo, avvenuta nel 1997, non trovò molto spazio sulle pagine dei giornali britannici, probabilmente perché in questa vicenda non vi erano dettagli “sensazionalistici”. La stampa russa, al contrario, non mancò di coprire l’evento... che non si rivelò privo di imprevisti.

Alcuni giornali scrissero che l’atterraggio del principe fu dettato da un improvviso cambio di programma dovuto a uno scandalo ambientale che stava coinvolgendo alcuni funzionari russi locali, accusati di aver usato la pelle di una tigre dell’Amur.

Successivamente alcuni giornali online suggerirono invece che la scelta di atterrare nell’Estremo oriente fu presa dal principe in persona, che in quel momento sedeva al posto di comando dell’aereo. Secondo la stampa, non appena toccò terra, il principe Filippo - marito della regina Elisabetta II recentemente scomparso - si sarebbe sottratto alla sua scorta e si sarebbe messo a vagare in mezzo alla natura; lo dovettero cercare in lungo e in largo prima di riuscire a trovarlo, prenderlo e condurlo in un hotel malandato nella perifria dell’Estremo oriente.

Insomma, la visita del principe Filippo in Estremo oriente non fu priva di colpi di scena. 

Nel 1996, il principe Filippo si era appena dimesso dalla carica di presidente del WWF, l’organizzazione internazionale per la difesa degli animali che egli stesso aveva co-fondato, mantenendo comunque lo status di presidente emerito.

A quel tempo il WWF aveva aperto un ufficio di rappresentanza in Russia, il nuovo paese rinato dalle ceneri dell’URSS, con l’obiettivo di salvaguardare gli animali a rischio estinzione come la tigre dell’Amur, il leopardo dell'Estremo oriente, l'orso polare, il leopardo delle nevi, il tricheco atlantico, il bisonte e altri.  

In qualità di presidente emerito, il Duca di Edimburgo fece visita ai progetti avviati dal WWF in più di 50 paesi, tra cui la Russia. E il 15 marzo 1997 il suo aereo atterrò all'aeroporto internazionale di Khabarovsk, nell'Estremo oriente russo.

L'itinerario del principe Filippo prevedeva la visita alla riserva naturale di Bolshekhekhtsirskij, l'incontro con i funzionari locali - tra cui il governatore della regione - e con lo staff del WWF e, con un po’ di fortuna, l'incontro con le tigri dell'Amur in libertà.

Al suo arrivo all'aeroporto di Khabarovsk, il principe Filippo fu accolto da una delegazione di funzionari, tra i quali Viktor Nikiforov, che all'epoca ricopriva l’incarico di direttore della Conservazione presso l'ufficio del WWF di Mosca. 

“La richiesta principale fu quella di non scattare foto [al principe Filippo] e, se proprio avessimo dovuto farlo, di chiedergli il permesso. All'epoca non c'erano telefoni cellulari, solo macchine fotografiche a pellicola e questo rese la richiesta più facile da rispettare”, disse Nikiforov.

Nikiforov faceva parte della delegazione di persone che accompagnò il principe Filippo in visita alla riserva naturale. Il gruppetto trascorse vario tempo insieme, tra passeggiate, cene e momenti di convivialità in albergo.

“La prima volta che ci siamo rivolti a lui lo abbiamo chiamato ‘Vostra Altezza Reale’; ma nel giro di poco tempo ci siamo lasciati alle spalle queste formalità”, raccontò Nikiforov. E con il passare dei giorni, il principe britannico si rivelò essere una persona dal carattere amabile e avventuriero.

“Nonostante la sua età [il principe Filippo aveva 76 anni al momento della visita], era in ottima forma, aveva un portamento militare e pilotava l’aereo in fase di decollo e atterraggio. Salutava sulla rampa e poi andava nella cabina di pilotaggio per le manovre da copilota”, disse Nikiforov.

Al di là del programma, delle conferenze stampa e dei discorsi ufficiali, il principe Filippo dimostrò un sincero interesse per le tigri nella riserva, che voleva vedere a ogni costo. Ma, visto che non si tratta di un’impresa facile, nel dubbio i guardiacaccia locali avevano individuato e conservato l'impronta di una tigre per mostrarla al principe nel caso in cui non fossero riusciti a vederne una dal vivo.

Ma la visita entusiasmò talmente tanto il principe Filippo, che si mise ad accelerare il passo, staccandosi dal gruppo e dalla sua scorta.

“L'impronta era vicina alla base, a circa mille passi. Era impossibile che si allontanasse: il principe Filippo era costantemente sorvegliato da un uomo [russo] in borghese, sicuramente un ufficiale dell'FSB. Lì vicino, i nostri guardiacaccia prepararono un pranzo da campo per accogliere l'ospite”, raccontò Nikiforov.

Nonostante i dettagli del viaggio fossero stati studiati nei minimi particolari, e ogni aspetto fosse strettamente monitorato, non mancarono gli imprevisti: un cameraman locale che stava filmando il principe Filippo camminando all'indietro, inciampò e cadde nella neve proprio di fronte al Duca di Edimburgo. Il principe Filippo, che fino a quel momento aveva sopportato con umiltà le fastidiose attenzioni dei cameraman che lo seguivano fin nella natura più selvaggia, reagì con ira e la troupe fu immediatamente allontanata, per lasciarlo a tu per tu con la natura.

Al momento di lasciare la Russia, il principe Filippo donò alle proprie guide locali un regalo d’autore: un ritratto incorniciato e firmato a mano. Dopo aver ricevuto alcune bottiglie di vodka di produzione locale, il Duca di Edimburgo rese omaggio ai russi con un barattolo di sake che aveva ricevuto in regalo dai giapponesi.

Dal canto loro, i russi apprezzarono la compagnia del principe Filippo tanto quanto il suo contributo alla loro causa di tutela dell’ambiente. “Era una persona ragionevole, allegra e amabile. La sua visita in Estremo Oriente russo giovò molto al nostro paese: era importante che la protezione ambientale non venisse commercializzata [in un periodo in cui molte sfere in Russia venivano liberalizzate e commercializzate come risultato del crollo dell'Unione Sovietica e della successiva transizione a un'economia di libero mercato], ma che ricevesse una certa pubblicità politica [grazie alla visita del principe Filippo]", disse Nikiforov.

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