Perché in Russia venivano “giustiziate” e frustate le campane?

Storia
GEORGY MANAEV
Dopo la conquista di città nemiche o dopo che una rivolta era stata sedata, spesso anche le campane facevano le spese della repressione. E in alcuni casi furono persino mandate in esilio

Nel 1592, a Uglich, 240 chilometri a nord di Mosca, accadde uno strano evento. Una campana di 320 chilogrammi venne trascinata nella piazza della città. Fu chiamato un fabbro per strappare la “lingua” della campana (il battaglio interno) e per tagliarne le “orecchie” (le maniglie, o anse, a cui è appesa la campana). Dopodiché, la campana fu flagellata 12 volte con pesanti fruste e mandata in esilio. Circa 60 famiglie di Uglich, che furono esiliate a Tobolsk, in Siberia, trascinarono con sé la campana per circa un anno.

La campana di Uglich fu “punita” per aver lanciato l’allarme il 15 maggio 1591, dopo l’omicidio dello zarevich Dmitrij, l’ultimo figlio di Ivan il Terribile. In particolare perché, dopo quell’allarme, scoppiò una rivolta, che portò all’uccisione di diverse persone, da parte della folla. Ma perché “giustiziare” una campana?

LEGGI ANCHE: Uglich, la città per sempre legata al tragico destino dello zarevich Dmitrij 

Orso, Sovrano, Ronzio, Prepotente… I russi credevano che le campane avessero un’anima e quindi davano loro anche dei nomi (in russo “campana” si dice “kólokol”, ed è di genere maschile). La campana di una chiesa era davvero un importante “abitante” di qualsiasi villaggio russo. Il suono di una campana poteva essere sentito da molto lontano. Le campane chiamavano in chiesa per le funzioni, le feste comandate, e poi indicavano la strada a chi si perdeva in una tempesta di neve, avvertivano di attacchi nemici, incendi, maltempo e persino invasioni di parassiti. Le campane suonavano quando una persona nasceva o veniva sepolta.

Produrre una campana era un compito costoso e complicato e una campana aveva una lunga vita e poteva anche cambiare “vocazione”: essere una campana della torre cittadina, poi la campana di una chiesa o dell’allarme antincendio, e anche cambiare località, proprio come una persona. Di conseguenza, parti del corpo della campana hanno preso in russo il nome da elementi del corpo umano: una campana russa ha una testa, una vita, un labbro, una lingua e delle orecchie.

Quanto alla campana di Uglich, non è stata l’unica a essere “giustiziata” nella storia russa. Ecco alcuni altri esempi.

1 / La campana di Tver

Nel 1327, gli abitanti di Tver iniziarono una rivolta contro gli esattori delle tasse mongolo-tatari. Furono uccisi anche molti mercanti e soldati. La rivolta fu violentemente repressa dalle forze mongolo-tatare guidate da Ivan Danilovich Kalita (1288-1340), un principe moscovita che usò i mongoli in modo strumentale per sconfiggere i principi di Tver.

Tver e i villaggi vicini furono bruciati e la rivolta fu repressa. In seguito, Ivan Kalita rimosse la campana dal campanile della Cattedrale della Trasfigurazione di Tver, che aveva convocato la popolazione alla rivolta. Come punizione, la campana fu trasportata a Mosca e fusa.

2 / La campana di Novgorod

Nella Repubblica di Novgorod (1136-1478), la massima autorità legislativa e giudiziaria apparteneva alla “veche”, un’assemblea di cittadini. Nella repubblica indipendente, questa assemblea era più importante di un principe. La veche aveva la sua campana: non era collocata in un campanile in muratura, ma in una “zvónnitsa”, una struttura di legno, e poteva essere azionata da terra.

Nel 1478, il Gran Principe Ivan III di Mosca conquistò Novgorod e distrusse la repubblica. Ordinò di smontare la campana della veche, che fu poi legata con funi (come un prigioniero) e portata via, a Mosca.

Esistono varie versioni della storia successiva della campana. Alcune fonti dicono che sia servita da allarme nella Torre Spasskaja del Cremlino di Mosca. C’è, tuttavia, una leggenda secondo cui, una volta raggiunto il confine della terra di Novgorod sulla strada per Mosca, la campana rotolò giù dalla collina e si “suicidò”, schiantandosi contro le rocce.

3 / La campana di Pskov

Stessa sorte del veche di Novgorod toccò anche al veche di Pskov e alla sua campana nel 1510, quando il Gran Principe Basilio III di Russia (padre di Ivan il Terribile) fece giurare fedeltà a Mosca. Le circa 300 famiglie più importanti di Pskov furono poi deportate a Mosca.

La mattina del 13 gennaio 1510, anche la campana del veche fu tolta e “giustiziata”: le sue orecchie furono tagliate e la lingua strappata.

4 / La campana che svegliò lo zar Fjodor III

C’è una leggenda secondo cui una campana del Cremlino di Mosca fu punita una volta per aver svegliato lo zar! Nel 1681, lo zar Fjodor III, che a quel tempo era in cattive condizioni di salute, si svegliò a mezzanotte, per colpa della campana del Cremlino di Mosca. Lo zar era infuriato e la campana fu esiliata nel monastero Nikolo-Korelskij, nella regione di Arcangelo. Almeno così riportarono alcune voci di corte.

Tuttavia, non si menziona alcuna punizione per il campanaro. Nel monastero Nikolo-Korelskij, c’è effettivamente una campana che era stata usata come allarme nella Torre Spasskaja del Cremlino di Mosca. Fu abbattuto durante il regno di Alessio Mikhailovich (sul trono dal 1645 al 1676), perché allo zar non piaceva come suonava. Sotto Fjodor, nel 1681, la campana di 2,5 tonnellate fu inviata al monastero Nikolo-Korelskij come donazione. La campana reca un’iscrizione che dice che fu portata il 1° marzo 1681, “per la lunga salute dello zar e per l’eterno ricordo dei suoi venerati genitori”. Lo zar morì il 7 maggio 1682.

5 / La campana della Rivolta della peste

Nel 1771 a Mosca avvenne la Rivolta della peste: l’arcivescovo Ambrosio di Mosca (1708-1771) fu assassinato e il Cremlino venne saccheggiato. Dopo che la rivolta fu duramente repressa dall’esercito, Caterina la Grande, infuriata per la disobbedienza dei cittadini di Mosca e quel caos generale, usò l’antico atto simbolico russo di giustiziare una campana: la lingua (il battaglio) della campana d’allarme della Torre Spasskaja venne strappata. Senza la lingua, questa campana restò appesa nella Torre dello Zar fino al 1803, quando fu inviata all’Arsenale del Cremlino.

LEGGI ANCHE: Così le epidemie in Russia hanno scatenato linciaggi e rivolte nel corso della storia 

Ma che fine fece, invece, la campana di Uglich di cui abbiamo parlato all’inizio?

Al suo arrivo a Tobolsk nel 1593, le autorità locali la rinchiusero in una cella con l’iscrizione: “Il primo esiliato inanimato da Uglich”. Anni dopo, la campana arrivò al campanile della Cattedrale di Santa Sofia, dove, per il suo tono acuto e forte, era usata per segnare l’ora e come allarme antincendio.

LEGGI ANCHE: Il Cremlino di Tobolsk: un miracolo dell’architettura in Siberia 

La campana rimase a Tobolsk e, nel 1869, fu studiata e descritta nei minimi dettagli. Risultò che pesava 319,41 chilogrammi, con pareti spesse 5,6 centimetri, e il suo “labbro” (bordi inferiori) sembrava rosicchiato, il che indica che era stata ripetutamente sollevata e abbassata dai campanili e trasportata non troppo attentamente.

Nel 1892, per volere dell’imperatore Alessandro III e in occasione del trecentesimo anniversario dell’esilio, la campana fu “graziata”. Una delegazione di persone di Uglich la riportò nella sua città di origine, dove è conservata ancora oggi.


LEGGI ANCHE: La musica delle campane della Cattedrale di Cristo Salvatore