Dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, la Russia si ritrovò divisa dalla guerra civile: gli scontri si protrassero fino al 1921. Uno degli ultimi tentativi di rivolta contro i bolscevichi fu la rivolta dei marinai nella base della flotta del Baltico a Kronstadt, nel marzo del 1921, brutalmente soppressa dopo molti giorni di assedio.
Il leader principale del paese ora è Vladimir Lenin. Nessuna figura politica dell’epoca ebbe un impatto così forte sulla Rivoluzione russa come lui: prende parte a infinite riunioni, conferenze di partito e tiene discorsi in ogni angolo del paese.
L'arma principale usata dai sovietici inizia a essere la propaganda: le autorità lanciano treni di agitazione che percorrono il paese in lungo e in largo promuovendo l’operato del nuovo governo e la Rivoluzione. Sul treno raffigurato in questa immagine si legge: “Viva il fuoco della rivoluzione mondiale!”.
I bolscevichi combattono per i diritti delle donne, compreso il diritto di voto: su questo fronte l’Unione Sovietica si rivela infatti un paese pioniere e le donne diventano i principali destinatari delle campagne di propaganda: vengono organizzati incontri internazionali di donne comuniste; in questa foto, alcune partecipanti in Piazza Rossa a Mosca.
Aleksandra Kollontaj, soprannominata la “Valchiria della Rivoluzione” per la sua infinita energia e passione, è un simbolo femminile della Rivoluzione. Membro del Partito Comunista Bolscevico, si occupò dell'istruzione femminile in tutto il paese. Divenne infatti il primo ministro donna della storia: nel gabinetto formato dai bolscevichi dopo il rovesciamento del governo provvisorio nell’ottobre del 1917, le fu assegnata la carica di ministro dell’Assistenza sociale. Pur non mantenendo a lungo l’incarico (solo fino al febbraio del 1918), riuscì a migliorare i diritti delle sue compatriote.
Nel 1922 divenne una delle prime donne diplomatiche del mondo e rappresentò il nuovo paese sovietico nei paesi scandinavi e in Messico.
In questo periodo il progresso tecnologico sta facendo passi da gigante: la Russia sovietica inizia a sviluppare la sua potenza militare, gravemente danneggiata dalla Prima guerra mondiale e dalla guerra civile. Nella piccola città di Yegoryevsk, nella regione di Ryazan, viene aperta la prima scuola di aviazione.
I sovietici capiscono i benefici del progresso tecnologico: cercano di rifornire di elettricità tutto il paese e di sviluppare le forze aeree. Restaurano il famoso dirigibile “Astra” della Prima guerra mondiale e lo ribattezzarono “Stella Rossa”. Questa gigantesca macchina volante riesce a fare sei voli prima di schiantarsi al suolo durante un volo di prova.
Nel frattempo la guerra, la dura politica attuata dai bolscevichi, la siccità e la carenza di prodotti agricoli, seguite dalle richieste di requisizione di cibo da parte del governo, causano una massiccia carestia. La cosiddetta “carestia di Povolzhye” (o carestia russa del 1921-1922) causa la morte di diversi milioni di persone.
Dopo la Rivoluzione i bolscevichi riportano la capitale a Mosca, considerata la “città rossa”, e insediano il loro governo nel Cremlino. I carri dell'Armata Rossa sfilano sulla Piazza Rossa, assicurando merci e difesa alle nuove autorità nel loro bastione.
Mosca diviene il centro del comunismo internazionale e della lotta per la rivoluzione mondiale. L'estate del 1921 passa alla storia per il gigantesco III Congresso dell'Internazionale Comunista, al quale partecipano i partiti comunisti di più di 50 paesi.
Dopo aver spostato la capitale a Mosca, i bolscevichi iniziano a far rivivere la vecchia città: una delle decisioni più importanti del 1921 fu la ricostruzione del Teatro Bolshoj, che versava in cattive condizioni. Da quel momento, per il tempio dell’arte moscovita si apre una nuova era, che lo rese il più famoso e apprezzato fra i teatri russi.
Nel frattempo Pietrogrado (vecchio nome di San Pietroburgo) è seriamente danneggiata dalla Rivoluzione e dalle successive lotte di strada. In quest’anno la città sprofonda nel caos, la gente soffre le rivolte e i saccheggi, la fame e il freddo. I cittadini si ritrovano a dover abbattere le vecchie case di legno per recuperare legna da ardere.
Pietrogrado viene salvata dalla nuova politica economica attuata nel 1921, che consente il piccolo commercio. Nello stesso anno i soldati dell'Armata Rossa stanno poco a poco tornando dalla guerra, riportando l’ordine a Pietrogrado.
Il nuovo potere sovietico sostiene la nuova arte d'avanguardia, che rifiuta i vecchi generi per inventare nuove forme espressive; in questo periodo vengono organizzate le prime esposizioni di giovani artisti come il leggendario Aleksandr Rodchenko.
Per rendere la nuova arte più accessibile e chiara ai proletari, i sovietici lanciano una serie di porcellane d'agitazione: piatti, tazze e statuette vengono dipinti dai migliori giovani artisti d'avanguardia, che vi raffigurano i simboli sovietici. In questa foto, il volto di Lenin ritratto su un piatto di porcellana, accompagnato dalla frase: “Chi non lavora, non mangia”.