Otto progetti irrealizzati dell’Urss che avrebbero potuto cambiare il mondo

Evzerikhin; Pushkarev/TASS; Dominio pubblico
Alcuni, come invertire il corso dei fiumi o far durare di più il giorno grazie a degli specchi solari in orbita, oggi sembrano folli. Ma ce n’erano di più realizzabili, come un sistema per mettere in rete i computer che ricorda tanto internet…

1 / L’internet sovietico

La struttura finale dell’Internet sovietico, chiamato OGAS (ОГАС), nell'illustrazione di V. M. Glushkov

L’Internet sovietico, si chiamava OGAS (ОГАС), sigla che abbreviava “Obshchegosudarstvennaja avtomatizirovannaja sistema uchjota i obrabotki informatsii”, ossia “Sistema automatizzato panstatale di contabilità ed elaborazione delle informazioni”. Rimase a livello di progetto, ma comunque era qualcosa di ben lontano da forum, chat, trasmissioni gratuite e tutto quello per cui abbiamo conosciuto internet. L’Ogas avrebbe dovuto informatizzare l’enorme macchina della pianificazione dell’intera economia sovietica: dal numero di merci sugli scaffali al numero di lavoratori nei reparti delle fabbriche.

Funzionava così: una rete di centri informatici interconnessi doveva raccogliere e analizzare i dati in tempo reale in tutto il Paese, fornendo le soluzioni ottimali. Tutto il popolo sovietico doveva connettersi ad esso. Allo stesso tempo, questo escludeva la carta moneta e tutti sarebbero dovuti passare ai pagamenti elettronici.

Nel 1970, i computer della Commissione statale per la pianificazione avevano già calcolato 180 parametri e nel 1985, 30 mila. Ma l’idea, ormai in stato avanzato, non venne mai realizzata: l’hardware non era sufficiente e i finanziamenti furono tagliati fin dagli anni Settanta. In ogni caso, nel periodo sovietico il settore militare e spaziale avevano sempre la priorità.

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2 / Il volo su Marte

Disegno schematico di un razzo di ritorno da Marte con una stazione spaziale nell'orbita terrestre. URSS, 1° marzo 1988

Per l’Unione Sovietica il volo sulla Luna non è mai stato una priorità, ma sempre solo uno “scalo” intermedio. La missione più importante era il volo verso il Pianeta Rosso, che Sergej Koroljóv (1906-1966), il padre del progetto spaziale dell’Urss, iniziò ad affrontare nel 1960.

Tutto era stato pensato: un razzo super pesante per entrare nell’orbita di Marte; una stazione autonoma a ciclo chiuso di consumo/produzione di risorse; una serra spaziale, ecc. La “Corsa alla Luna” rallentò le cose: visto che gli americani potevano arrivare prima dei sovietici a mettere piede sul satellite della Terra, le priorità cambiarono per qualche anno. Dopo aver capito di aver perso la sfida lunare, i sovietici ripresero l’idea di volare su Marte, e la missione di cinque persone per il Pianeta Rosso era prevista per il 1985. Ma con la morte di Koroljov nel 1966, la spedizione marziana iniziò a perdere i colpi e presto si estinse completamente.

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3 / Il gigantesco Palazzo dei Soviet

Il modellino del Palazzo dei Soviet dall'archivio del Museo-Riserva di Mosca

Questo edificio amministrativo doveva diventare uno dei più grandi nella storia dell’Urss. Del Palazzo dei Soviet, con una statua di Lenin di cento metri sul tetto, si voleva fare il simbolo del nuovo Paese e l’edificio più alto del mondo (all’epoca): 415 metri! E se il progetto fosse stato realizzato, oggi vedremmo un’immagine del genere:

Il Palazzo dei Soviet realizzato in 3D sulla base di un progetto degli anni '30

Il palazzo doveva apparire sul sito della Cattedrale di Cristo Salvatore che fu fatta per questo saltare in aria nel 1931. Ma si fece appena in tempo a gettare le fondamenta. Poi la Seconda guerra mondiale interruppe i piani. Nel dopoguerra non fu più possibile “rianimare” il progetto e, nelle fondamenta venne realizzata la più grande piscina all’aperto del Paese e del mondo, la “Moskvà”. Negli anni Novanta venne chiusa e fu ricostruito l’edificio sacro; una copia di quello fatto saltare in aria ai tempi di Stalin.

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4 / Razzo globale GR-1

Missili balistici intercontinentali GR-1 nella parata organizzata per il 20° anniversario della Vittoria nella Grande guerra patriottica. Mosca, 9 maggio 1965

Il concetto di “razzo globale” era basato su un progetto simile degli Stati Uniti, ma in Nordamerica fu subito riconosciuto come poco promettente, mentre l’Urss iniziò lo sviluppo di quest’arma terribile. L’essenza del GR-1 (noto anche come 8K713) era lanciare un missile con una testata nucleare in orbita e, se necessario, colpire un bersaglio direttamente dallo Spazio. Un missile del genere non aveva limiti di portata e direzione, il che significa che qualsiasi oggetto sul pianeta poteva essere colpito.

“Con la presenza di un missile globale, i sistemi di allarme perderanno completamente il loro significato. I missili globali non possono essere rilevati in tempo per preparare contromisure”, disse Nikita Khrushchev. Nel 1965, uno presunto “esemplare” fu fatto sfilare sulla Piazza Rossa (in realtà, era solo un modello che non poteva volare), e spaventò l’Occidente. Ma i sovietici non avanzarono oltre: il razzo aveva molti problemi tecnici e il progetto alla fine fu cancellato e le armi spaziali caddero poi sotto il divieto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

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5 / Invertire il corso dei fiumi

In Unione Sovietica, non erano abituati a fermarsi nemmeno di fronte alla natura. Questo folle progetto degli anni Settanta venne sviluppato per oltre vent’anni con la partecipazione di 160 organizzazioni scientifiche e industriali. Il governo sovietico stava cercando un modo per trasformare regioni tradizionalmente aride in un paradiso agrario e, a quanto sembrava, lo aveva trovato.

Per questo era necessario trasferire parte del deflusso di alcuni fiumi siberiani, che vanno verso nord e sfociano nel Mar Glaciale Artico, in regioni aride: Kazakistan e Asia centrale. Ad esempio, si prevedeva di dirigere le acque dell’Irtysh nella direzione opposta rispetto al corso naturale, con l’aiuto di stazioni di pompaggio, dighe e bacini artificiali.

C’era un altro progetto, molto più pericoloso, chiamato “Tajgà”, che prevedeva la creazione di un nuovo canale dove far scorrere i fiumi degli Urali, scavato grazie a 250 potenti esplosioni nucleari. Solo tre bombe atomiche furono fatte scoppiare, dopo di che i sovietici dovettero riconoscere che i danni causati all’ambiente e alla popolazione dalle radiazioni erano superiori ai benefici. La stessa conclusione venne raggiunta sul cambio di direzione dei fiumi, e prevalse il buonsenso.

6 / La Torre Tatlin

Un modellino della Torre Tatlin, 1919

Nonostante il fatto che il Monumento alla Terza Internazionale Comunista, o Torre Tatlin, non sia mai stato eretto, è diventato un simbolo del costruttivismo conosciuto in tutto il mondo.

Vladimir Tatlin (1885-1953) progettò la torre come simbolo della Rivoluzione del 1917. Inoltre, la struttura di 400 metri doveva ruotare: il cubo faceva una rivoluzione attorno al proprio asse in un anno, il cono in un mese, il cilindro in un giorno e l’emisfero in un’ora. La torre non apparve a Leningrado (oggi San Pietroburgo), perché alla fine degli anni Venti la leadership dell’Urss perse interesse per le avanguardie e smise di coinvolgere questi architetti visionari in progetti dal forte aspetto simbolico.

7 / L’illuminazione cosmica della Terra

La sonda Progress, 6 novembre 1991

Un altro progetto spaziale apparentemente impensabile nacque negli anni Ottanta. L’ingegnere sovietico Vladimir Syromjatnikov (1933-2006), che ha sviluppato il sistema di attracco delle navicelle spaziali, si chiese se le navicelle potessero volare, invece che con il carburante, con l’energia solare, con l’aiuto di enormi specchi spaziali (che chiamò “vele solari”). Da queste riflessioni nacque un’altra idea: dirigendo questo specchio verso la Terra, avrebbe riflesso la luce solare e fornito ore di luce diurna costanti, senza più la seccatura del buio e della notte. Si credeva che in questo modo si potesse aumentare la produttività del lavoro.

I russi riuscirono persino a condurre un esperimento pratico (ormai dopo il crollo dell’Urss). Nel 1993, la sonda Progress dispiegò con successo un riflettore vicino alla stazione Mir, che creò un punto luminoso di 8 km di diametro sul terreno, che attraversò l’Europa dal sud della Francia alla Russia occidentale a una velocità di 8 km/s. Nonostante fosse nuvoloso quella mattina, alcuni notarono un lampo di luce.

Poi seguì un altro esperimento, ma questo non ebbe successo. Uno dei segmenti dello specchio si impigliò infatti nell’antenna della stazione Mir. Quindi, il progetto venne cancellato, riconoscendo la sua inutilità.

8 / Campi di torsione

I campi di torsione, Anatolij Akimov

I campi di torsione sono un campo fisico ipotetico generato da qualsiasi oggetto rotante. Negli anni Ottanta, l’Urss credeva tanto nella teoria dei campi di torsione quanto nel fatto che molto presto avrebbe avuto la sua base sulla Luna. Un intero programma venne lanciato con la partecipazione di accademici, Kgb e Ministero della Difesa, dove sono state studiate le proprietà dei campi di torsione, perché, come affermò lo scienziato sovietico Anatolij Akimov (1938-2007), questo avrebbe dato all’umanità opportunità uniche: motori a torsione, fonti di energia a torsione, materiali con nuove proprietà fisiche, e avrebbe aiutato i geologi a vedere la terra fino in fondo, come su una radiografia (facilitando la ricerca dei minerali).

La teoria utopica fu sponsorizzata dallo Stato, ma non portò alcun risultato, così come non vi fu alcuna conferma scientifica di tutte queste “possibilità”. Nel luglio 1991, in una riunione della commissione per la scienza e la tecnologia, il programma di ricerca venne dichiarato pseudo-scientifico e interrotto.


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