Dopo il volo di Jurij Gagarin (1934-1968) nello spazio del 12 aprile 1961, la vita sovietica ebbe una svolta epocale. Migliaia di poster di propaganda ritraevano il cosmonauta come un semidio.
Gagarin era raffigurato così spesso sulle cartoline e sui francobolli che tra i collezionisti sovietici nacque persino una branca speciale, chiamata “filatelia gagariniana”, con tanto di specialisti che hanno scritto libri sui francobolli dell’era spaziale.
Nel 1961 venne lanciata la produzione di massa di una marca di orologi chiamata “Raketa” (“razzo”). Fino agli anni Ottanta sfornò più di quattro milioni di pezzi all’anno.
La propaganda sovietica voleva trarre ogni possibile vantaggio dalla popolarità dell’esplorazione spaziale, e le aziende dolciarie statali iniziarono a produrre i cioccolatini “Odissea cosmica” e “Stratosfera”.
I bambini sovietici dovevano conoscere la gloria spaziale fin da piccolissimi. Così in molte scuole e doposcuola c’erano mosaici che riproducevano scene del cosmo.
Tutti i bambini sognavano di diventare cosmonauti e spesso creavano tute spaziali per giocare…
… e ovviamente alle feste in maschera, per Capodanno, erano onnipresenti…
…Così come tra gli amanti delle recite a scuola e nelle colonie estive. Questo fatto è mostrato con umorismo nella commedia sovietica del 1964 “Benvenuti ovvero vietato l’ingresso agli estranei” di Elem Klimov.
Persino diverse fermate dell’autobus, in Unione Sovietica, vennero decorate con mosaici a tema Spazio.
E pure molte aree giochi nei parchi e nei cortili del palazzoni ebbero come elementi immancabili navicelle spaziali e razzi cosmici.
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