In origine, la via (in russo: ùlitsa) Tverskaja (che dal 1932 al 1990 cambiò nome in via Maksim Gorkij) era troppo stretta e storta, e allargarla non fu cosa semplice per le autorità sovietiche. Decisero di non demolire parte degli edifici storici, ma di spostarli: le case furono sollevate su speciali martinetti e messe su dei binari.
L’edificio del Mossovet (nome del Consiglio comunale di Mosca dal 1917 al 1993), ad esempio, venne spostato in soli 40 minuti. Allo stesso modo, vennero fatti traslocare 26 palazzi della Tverskaja. Si dice che a volte gli stessi abitanti non fossero nemmeno avvertiti e fatti uscire dagli appartamenti, e che la mattina si svegliassero in un posto nuovo, a diversi metri da quello in cui avevano vissuto fino ad allora…
Durante la Seconda guerra mondiale, aerostati di sbarramento si libravano sulla città. Dall’aerostato si dipartivano fino a terra molti cavi a cui erano legate delle cariche esplosive. In caso di collisione con un pallone o uno dei suoi cavi, l’aereo nemico esplodeva. Inoltre, gli aerostati costringevano i tedeschi a volare a un’altitudine più elevata di quanto volessero, e rendevano più difficile il bombardamento in picchiata.
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Una sola volta i soldati tedeschi marciarono su Mosca, ma non nel modo in cui avevano pianificato. Il 14 luglio 1944, i tedeschi prigionieri furono portati nella capitale in gran segreto, tanto che persino molti funzionari del partito e l’esercito non ne sapevano nulla. Il 17 luglio, la mattina presto, venne annunciata per radio la marcia, e quasi 60.000 prigionieri della Wehrmacht dovettero avanzare per le strade principali di Mosca. Erano seguiti da camion del lavaggio strade, che simbolicamente ripulivano la città dopo il loro passaggio.
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Circa due milioni di persone vollero dare l’ultimo saluto al defunto compagno Stalin. Il giorno del funerale, il 9 marzo, le strade centrali di Mosca non erano fisicamente in grado di accogliere tutte quelle persone, ma le autorità bloccarono i vicoli laterali, impedendo alla folla di disperdersi in diverse direzioni. Nella ressa conseguente molti furono calpestati o morirono per schiacciamento della cassa toracica. Fu dato l’ordine di rilasciare certificati di morte con false cause. Il numero delle vittime è ancora secretato.
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Dagli anni Settanta, uno dei simboli più duraturi della linea Tverskaja divennero le code. Le persone se ne stavano in interminabili file per comprare tutto, dalle ciambelle agli stivali.
Negli anni Novanta, la Tverskaja, come l’intera città, fu conquistata dal commercio privato semi-legale. Scatole di cartone e bancarelle improvvisate riempivano la strada, e la via era piena di immondizia.
Solo nel giorno di apertura, il 31 gennaio, venne visitato da circa 30.000 visitatori. Inoltre, il “McDonald’s” non era economico. Un Big Mac costava circa quanto un mese di abbonamento alla metropolitana/autobus.
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Nell’agosto 1991, Mosca e Leningrado (che sarebbe tornata a chiamarsi San Pietroburgo il 6 settembre successivo) vissero i giorni difficili del putsch. Il palazzo del Telegrafo sulla Tverskaja fu evacuato e occupato dalla fanteria meccanizzata. Grandi raduni di protesta si tennero sulla piazza del Maneggio, e sulla Tverskaja arrivarono i carri armati, mentre i manifestanti costruivano barricate.
Dopo il crollo dell’Urss, la prostituzione prese il sopravvento nel Paese, compresa quella minorile e maschile. La Tverskaja di notte si trasformò nella “vetrina principale” del sesso a pagamento. Per scacciare chi si prostituiva almeno dal centro verso il più periferico Leningradskoe Shosse, la polizia organizzava spesso dei raid.
L’attacco terroristico nel passaggio di collegamento tra le linee alla stazione della metropolitana Pushkinskaja (a metà della Tverskaja) avvenne l’8 agosto. Uccise 13 persone, e 118 rimasero ferite. L’inchiesta individuò una cerchia di sospetti: tutti loro erano residenti in Cecenia. Tuttavia, nel 2006, il caso è stato chiuso a causa della presunta morte di tutti i presunti colpevoli, ed è rimasto irrisolto.
Dopo la sconfitta della Russia per 1-0 contro il Giappone nel girone dei Mondiali nippocoreani, i tifosi della nazionale, infuriati, iniziarono a bruciare macchine, a rompere vetrine e a rovesciare gli autobus. Alcuni ultrà riuscirono persino a penetrare nella Duma di Stato. La polizia era troppo poco numerosa per controllare la situazione. Negli scontri morirono due persone, 79 rimasero ferite.
A San Valentino, sulla Tverskaja fu organizzata una gara per il bacio più lungo. Il record fu stabilito da una coppia che si baciò appassionatamente per… 46 ore!
L’iniziativa, lanciata nel 2012 nella città siberiana di Tomsk, si è svolta per la prima volta a Mosca, sulla Tverskaja, il 9 maggio 2015. Nel “Reggimento Immortale” le persone marciano con i ritratti dei loro parenti che hanno partecipato alla guerra. Vi prese parte anche il presidente Vladimir Putin, tenendo fra le mani il ritratto di suo padre, che aveva combattuto al fronte.
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