Le donne di Pietro il Grande: le mogli e le amanti dello zar che cambiò la Russia

Storia
GEORGY MANAEV
Il primo imperatore era un grande appassionato della bellezza femminile e lo dimostrò in varie occasioni

1. Evdokija Lopukhina (1669-1731)

Il sedicenne Pietro ed Evdokija (che era più vecchia di lui di tre anni ed era nata Praskovja Lopukhina, ma ricevette il nome più “nobile” di Evdokija, in italiano talvolta tradotto come Eudossia, dopo essere diventata zarina) si sposarono a Preobrazhenskoe nel 1689. Tuttavia, il loro matrimonio non ebbe successo. Il giovane zar amava trascorrere il tempo a bere e far baldoria con i suoi amici adulti ed era ossessionato dall’Europa, mentre Evdokija, figlia di un alto funzionario della Corte, era irrimediabilmente fuori moda. “Ha un viso carino, ma un cervello mediocre e un carattere non simile a quello di suo marito, motivo per cui ha perso tutta la sua felicità e ha finito per rovinare tutta la famiglia”, scrisse su Evdokija Boris Kurakin, che aveva sposato la sorella di lei.

Evdokija partorì tre figli di Pietro, ma solo il terzo, lo zarevic Aleksej, sopravvisse. Tuttavia, Pietro non dedicò molto tempo all’educazione di suo figlio: era più preoccupato degli affari militari e politici, così come del suo nuovo interesse amoroso, Anna Mons. Si dimenticò quasi di sua moglie, che iniziò persino a sostenere i suoi avversari.

Nel 1698, Pietro ordinò che Evdokija fosse fatta suora e mandata al Convento dell’Intercessione di Suzdal. Tuttavia, anche lì, continuò a condurre la vita da zarina, ricevendo ospiti e persino amanti. Ciò andò avanti per nove anni, fino a quando il caso dello zarevic Aleksej, il figlio di Pietro che secondo il padre aveva cercato di fuggire all’estero, costrinse Pietro ad avviare un’indagine su vasta scala. L’ultimo amante della zarina, il maggiore Stepan Glebov, fu sottoposto a terribili torture, mentre lei stessa fu frustata. E Aleksej venne ucciso

Evdokija visse per molti altri anni e nel 1727 suo nipote Pietro II le permise di tornare a Mosca e riprendere il suo stile di vita regale, ma non ebbe più alcun ruolo politico. Morì per cause naturali al Monastero di Novodevichij, dove aveva stabili la sua Corte, nel 1731 e le sue ultime parole furono: “Dio mi ha dato di conoscere il vero valore della grandezza e della felicità terrena”.

2. Anna Mons (1672-1714)

La leggendaria amante di Pietro, di cui non sono sopravvissuti ritratti, era la figlia di un mercante di vino della Westfalia, che teneva un hotel nel quartiere tedesco di Mosca. Anna incontrò lo zar attraverso i suoi stretti collaboratori Aleksandr Menshikov e Franz Lefort, che erano stati entrambi suoi amanti. Non era altro che una delle più belle donne tedesche di Mosca in cerca di favori da parte dei potenti, ma Pietro fu assolutamente colpito da lei, al punto che spedì sua moglie in un convento e pensò di fare della Mons la sua nuova zarina. Tuttavia, deve essere stato dissuaso. Eppure, a Mosca, Anna divenne nota come la “La zarina di Kukuj” (Kukuj era il nome che i moscoviti davano al quartiere tedesco).

Pietro stabilì un’indennità per Anna e sua madre; le regalò una casa in pietra e un ritratto di se stesso realizzato in diamanti. Tuttavia, diversi anni dopo, scoprì che gli era stata infedele. Deve averla davvero amata, perché a differenza di altre, ad esempio Lady Hamilton che fu decapitata, se la cavò con gli arresti domiciliari e la confisca della casa.

Più tardi, dopo aver vissuto con lei per un po’, il console prussiano Georg Johann von Keyserling provò a sposare la Mons, ma lo zar, dopo aver ascoltato la sua richiesta, insieme al principe Menshikov, prese in giro il diplomatico e lo buttò giù per le scale. Tuttavia, il permesso di sposarsi fu poi concesso dallo zar, ma Keyserling morì improvvisamente e Anna passò molto tempo in causa per ottenere i suoi beni e la sua tenuta.

3. Marta Skavronskaja – Caterina I (1684-1727)

Pietro “acquisì” la sua seconda moglie allo stesso modo di Anna Mons: la portò via al Principe Menshikov. Marta Helena Skowrońska (il cui cognome venne poi russificato), una domestica di Marienburg, in Germania, era stata catturata dal conte Boris Sheremetev, insieme ad altri prigionieri, e portata a casa sua. La bella e affabile donna fu portata via a Sheremetev da Menshikov, e fu a casa sua che lo zar la incontrò.

Secondo François Villebois, un francese che prestava servizio in Russia, Pietro “la fissò a lungo e, prendendola in giro, le disse che era intelligente. E terminò il suo discorso scherzoso dicendole di portare una candela in camera sua quando fosse andata a letto. Era un ordine, e seppur dato in tono scherzoso, non permetteva alcuna obiezione. Menshikov lo prese come un dovere e la bella donna, che era devota al suo padrone, passò la notte nella stanza dello zar…”

Il luogo esatto della sua nascita e l’origine dei suoi genitori non sono stati ancora definitivamente stabiliti. Ma Pietro se ne infischiava. Mandò il suo nuovo amore nella casa di sua sorella Natalia, dove Marta imparò il russo e le maniere di Corte. Nel 1708, fu battezzata alla Chiesa ortodossa russa e le fu dato un nuovo nome, Ekaterina; Caterina. Tre anni dopo, la dichiarò sua moglie, dopodiché Caterina, che era incinta di sei mesi di un altro suo figlio, accompagnò lo zar nella dura Campagna del Prut del 1711 contro gli ottomani, durante la quale affrontò ammirevolmente tutte le difficoltà della vita nel campo militare, impressionando ancora di più lo zar. Nel 1713, Pietro stabilì l’Ordine di Santa Caterina in suo onore.

Lo zar adorava vedere spesso sua moglie. Secondo il racconto di un contemporaneo, “non c’era una sola parata militare, il varo di una sola nave, una cerimonia o una festività in cui lei non fosse presente. Caterina, sicura del cuore di suo marito, prese in giro le sue frequenti relazioni amorose, come Livia Drusilla con Augusto. Pietro non esitava a parlarle delle sue avventure, ma concludeva sempre con le parole: “Nulla può essere paragonabile a te.” Caterina dette alla luce 11 bambini di Pietro, ma la maggior parte di loro morì durante l’infanzia, ad eccezione di Anna e di Elizaveta. Quest’ultima divenne in seguito l’imperatrice Elisabetta di Russia (Elizaveta Petrovna).

Il loro amore idilliaco terminò nel 1724, quando Pietro scoprì la relazione di sua moglie con Willem Mons, il fratello di Anna Mons. Amante della crudeltà e dei gesti teatrali, Pietro ordinò che la testa mozzata di Willem venisse portata a Caterina su un vassoio. Si riconciliarono solo poco prima della morte dello zar, avvenuta l’8 febbraio 1725. Si ritiene che Pietro sia morto tra le sue braccia. Dopo la morte di lui, Caterina divenne la prima donna a salire a capo della Russia, con il nome di Caterina I di Russia.

Caterina I, come una straniera di umili origini si fece Imperatrice