L’Unione Sovietica costruì i più grandi sottomarini di sempre, quelli della classe Akula (“Squalo”), chiamati “Typhoon” dalla Nato. Sono lunghi circa 173 metri (un campo da calcio per gli incontri internazionali è compreso tra 100 e 110 metri). Anche l’altezza degli Akula è impressionante: 25 metri, l’equivalente di un edificio di otto piani. E il dislocamento di questi sottomarini è di 48.000 tonnellate.
Gli Akula sono in grado di trasportare 20 missili, ciascuno del peso di 80 tonnellate e hanno rappresentato un’arma straordinariamente pericolosa. La potenza di fuoco di una salva è sufficiente a spazzare via 300 grandi città. Un funzionario sovietico, dopo che il sottomarino fu messo alla prova nei primi anni Ottanta, disse: “Se fosse possibile installare questo sottomarino da qualche parte a Mosca, magari vicino allo Zar Cannone, guardandolo, l’umanità abbandonerebbe intenzionalmente e volontariamente la guerra per sempre.”
Lo sviluppo dei sottomarini di classe Akula è iniziato nei primi anni Settanta in risposta ai piani statunitensi di lancio di nuovi e potenti sottomarini “Ohio”. La leadership sovietica decise di lanciare la nuova generazione di sottomarini chiamati “incrociatori pesanti” con “missili migliori dei Trident americani”. Nuovi missili R-39 sovietici furono caricati a bordo dei sottomarini, ma erano più pesanti e più grandi, e questo è uno dei motivi per cui gli Akula sono così enormi.
Complessivamente, sono stati prodotti sei sottomarini, sebbene solo uno sia attualmente in servizio: il Dmitrij Donskoj. È stato ammodernato ed è stato utilizzato come piattaforma di test per lo sviluppo del progetto di missili Bulava.
Il 4 agosto 1984, il sottomarino sovietico K-278 Komsomolets ha raggiunto una profondità record di immersione di 1.027 metri nel Mare di Norvegia. A una profondità di 800 metri il sottomarino sparò una salva di siluri. Nessuno aveva mai fatto nulla di simile prima, e nessuno lo ha fatto dopo. Anche i sottomarini attuali non possono superare la profondità di 600 metri.
Il Komsomolets era l’unico sottomarino del progetto “Plavnik” (“Pinna”); classe “Mike” per la Nato. Il compito di creare un sottomarino che potesse immergersi in profondità estreme fu deciso dal governo nel 1966. Ci vollero anni di lavoro, e il progetto fu finalmente pronto nel 1978. I progettisti usarono il titanio per creare uno scafo leggero e resistente. Il K-278 entrò in servizio nel 1984 e fu usato principalmente come sottomarino sperimentale. I test dimostrarono che l’Urss aveva un sottomarino senza analoghi nel mondo: poteva attaccare un avversario evitando colpi di rappresaglia.
Tuttavia, il progetto ebbe un finale tragico. Il 7 aprile 1989 scoppiò un incendio in una delle sezioni del sottomarino, che affondò. L’equipaggio trascorse più di un’ora nell’acqua ghiacciata del Mare di Norvegia. Quarantadue dei 69 membri dell’equipaggio morirono, principalmente a causa di ipotermia.
Il motivo per cui un sottomarino del genere fu distrutto da un incendio può essere spiegato dalla sua complessità tecnologica. Secondo l’ex ufficiale della marina Sergej Topchiev, l’equipaggio non era abbastanza qualificato per operare con la sofisticata tecnologia di bordo. L’equipaggio del Komsomolets non gestì correttamente la crisi e il sottomarino rimane sul fondo del mare, a 1.680 metri di profondità. L’indagine sulla tragedia si è conclusa nel 1998, ma non è stato individuato nessun colpevole, né si è stabilita la causa dell’incendio.
Il sottomarino più veloce di sempre, il K-162 (successivamente ribattezzato K-222), parte del progetto 661 Anchar (classe “Papa” nella designazione Nato), fu commissionato nel 1969. Nel dicembre 1970, stabilì un record mondiale che rimane ineguagliato ancora oggi. Alla profondità di 100 metri il K-162 riuscì a raggiungere una velocità di 82,8 km/h. Il reattore nucleare che alimentava il sottomarino utilizzava solo parte della sua capacità, quindi teoricamente avrebbe potuto andare ancora più veloce.
Come nel caso del Komsomolets, lo sviluppo del sottomarino ha richiesto molto più tempo del previsto. Il K-162 è stato progettato e costruito in 10 anni. Dicono che le autorità avessero messo in chiaro di volere un prodotto innovativo basato sulle nuove tecnologie. Di conseguenza, il K-162 era dotato di 400 nuove soluzioni tecniche. Aveva uno scafo in titanio ed era molto costoso, fatto per cui fu soprannominato “Pesce d’oro”.
Speciali missili da crociera in grado di colpire le navi da una posizione di immersione sono stati sviluppati per la prima volta per il K-162. Con questi missili e la sua incredibile velocità, il K-162 fu progettato in particolare per colpire le portaerei degli Stati Uniti, in un momento in cui l’Urss non aveva praticamente alcun mezzo per contrastare questa minaccia.
Nell’autunno del 1971, il sottomarino sovietico e una portaerei americana si incontrarono per la prima volta. Per diverse ore il K-162 inseguì la USS Saratoga, che rientrava dal Mediterraneo a Miami, a volte superandola sott’acqua, sebbene la nave americana si muovesse a pieno regime. Il capitano del sottomarino sovietico sottolineò poi che il K-162 aveva avuto molteplici opportunità di attacco.
Mentre il K-162 rimase l’unica nave del Progetto 661 (poiché era troppo costoso da produrre), molte delle sue soluzioni tecniche furono usate nei futuri sottomarini sovietici.
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