Tre imprenditori stranieri che fecero fortuna nella Russia imperiale

Vladimir Smirnov/TASS
Ci voleva fegato per trasferirsi in un Paese ignoto, ma le prospettive economiche erano enormi, tra basso costo della manodopera e concorrenza pressoché inesistente. Così questi tre capitani d’azienda divennero ricchissimi e dominarono i settori tessile, dolciario e della birra

Trasferirsi in Russia oggi e avviare un’impresa può sembrare molto complicato, ma è davvero diverso o peggio rispetto a qualche secolo fa? Molti imprenditori stranieri fecero la valigia per la Russia nel XIX secolo, attratti dalla manodopera a basso costo e dalla mancanza di concorrenza, ma per loro fu difficile adattarsi. Erano soli: senza amici, competenze linguistiche o conoscenze della realtà locale. Quindi dovettero fare tutto il possibile per adattarsi, tra cui cambiare il loro nome, russificandolo. Voi avreste abbastanza fegato per imbarcarvi in un’avventura simile?

1 / Ludwig Knoop (1821-1894)

“In ogni chiesa c’è un prete; in ogni fabbrica c’è un Knoop”, dice un detto russo del XIX secolo. È un riferimento a uno degli imprenditori più ricchi di quel tempo: Ludwig Knoop, un commerciante di cotone tedesco che fu un pioniere dell’industria tessile russa e che ricevette il titolo di “barone” da Alessandro II.

Nato a Brema, Knoop iniziò la sua carriera nella società di esportazione di cotone di Manchester, la De Jersey & Co, e nel 1839, quando aveva appena 18 anni, si trasferì a Mosca per lavorare come assistente dell’agente della società in Russia. Knoop era giovane e pieno di energia e sapeva esattamente cosa fare: era consapevole che per fare affari in Russia bisognava adattarsi alla vita locale e andare d’accordo con gli uomini d’affari del posto, il che spesso significava bere nelle taverne, e imparare a mantenersi lucidi anche dopo molti bicchieri!

La svolta della carriera di Knoop avvenne nel 1947, quando grazie alla revoca del divieto britannico all’esportazione di macchinari di cotone ottenne il suo primo ordine da Savva Morozov, un magnate tessile russo, che chiese a Knoop di attrezzare il suo cotonificio con macchinari inglesi.

L’Inghilterra, che all’epoca era un leader dell’industria tessile, non voleva crearsi concorrenti in Russia, ma Knoop riuscì a convincere la De Jersey & Co a concedere un prestito per le esportazioni di macchinari in cambio di profitti futuri. Il successo di questo primo progetto portò Knoop a costruire e ad attrezzare con macchinari numerosi stabilimenti, modernizzando e riadeguando il settore tessile a Mosca e nelle regioni limitrofe, che soffrivano di mancanza di sostegno statale e di crediti bancari.

Agenti in grado di mettere in contatto gli imprenditori russi con fornitori stranieri e fornire prestiti erano assolutamente necessari, e Knoop riempì quel vuoto. Nel 1852, aprì la sua L Knoop & Co, e nel 1856 costruì la più grande filanda di cotone in Europa, sull’isola di Kreenholm a Narva (oggi in Estonia), e inventò una strategia che gli valse una fortuna. Offrì ai suoi clienti russi di costruire una fabbrica da zero, dotarla di macchinari inglesi per il cotone e di farla mettere in funzione da tecnici inglesi che si occupavano dei macchinari per alcuni anni. Non prendeva denaro né ne prestava, ma pretendeva una quota della fabbrica di nuova costruzione, il che lo rese azionista di dozzine di aziende tessili.

Complessivamente, è stato responsabile della messa in opera di 187 cotonifici in tutto il Paese, e possedeva la più grande fabbrica tessile, il che gli dava il potere di determinare i prezzi non solo del cotone, ma di tutti i tessuti venduti in Russia.

Più tardi, Lev Gerasimovich, come veniva chiamato alla russa, tornò nella sua città natale, Brema, ma visitò la Russia di tanto in tanto per occuparsi degli affari. Morì nel 1894, lasciando 12 compagnie ai suoi due figli, ma quelle in Russia non sopravvissero alla nazionalizzazione dopo la Rivoluzione del 1917.

2 / Ferdinand Theodor von Einem (1826-1876)

Il giovane imprenditore tedesco Ferdinand Theodor von Einem arrivò a Mosca nel 1850 desideroso di raggiungere il successo in un Paese sconosciuto. Cominciò con la produzione di zollette zucchero, e più tardi nel 1851 fondò una piccola azienda che produceva cioccolato e dolciumi sulla via Arbat. L’impresa andava bene: c’erano pochi concorrenti e la domanda era alta, quindi l’imprenditore iniziò presto a pensare di espandere la sua attività.
 
Nel 1857, von Einem incontrò il suo futuro socio in affari, un collega tedesco, Giulio Heuss, e insieme aprirono un negozio in piazza Teatralnaja, e poi una fabbrica sul Lungofiume Sofijskaja nel 1867. Von Einem assumeva abitanti dei villaggi vicini, dando loro un alloggio vicino alla fabbrica, e aprì una mensa e una scuola per i bambini che lavoravano per lui. Einem donò anche parte dei profitti alle organizzazioni benefiche di Mosca e a una scuola tedesca per poveri e orfani.

In effetti, non c’erano problemi con le entrate. Il marchio, “Einem”, ottenne grande successo grazie a un’ampia varietà di prodotti in vendita, dai biscotti ai frutti ricoperti di cioccolato, e aveva un packaging accattivante di seta, velluto e pelle. Heuss era appassionato di fotografia d’arte e usava questa conoscenza nelle pubblicità e nel design degli imballaggi di Einem.

Tale successo portò von Einem e il suo partner a espandere la produzione e ad aprire ulteriori fabbriche sul Lungofiume Bersenevskaja (oggi questi edifici sono noti come “Ottobre Rosso” e, dopo il restauro sono uno dei fulcri della nightlife moscovita). All’inizio del XIX secolo, Einem fu uno dei cinque più grandi e famosi marchi di pasticceria in Russia, e nel 1913 la compagnia divenne un fornitore ufficiale della Corte Imperiale.

Sfortunatamente, tuttavia, Fedor Karlovich (come Einem era chiamato in Russia) non visse abbastanza per vedere questi successi con i suoi occhi: gradualmente cedette il controllo dell’azienda a Heuss (che non cambiò però il nome del marchio), e morì nel 1876 a Berlino. Secondo la sua volontà, Einem fu sepolto a Mosca, e la sua tomba nel cimitero di Vvedenskoe non è stata dimenticata: ci sono sempre fiori freschi.

3 / Alfred von Vacano (1846-1929)

Il fondatore della birra “Zhigulevskoe”, il nobile austriaco Alfred von Vacano, era il sesto di sei figli e aspirava a produrre birra da quando era un ragazzo. La guerra austro-prussiana del 1866, tuttavia, rinviò i suoi piani, perché fu arruolato nell’esercito, e poi ferito e fatto prigioniero. Tornò alla sua passione dopo la fine del conflitto.

Alla fine, von Vacano si trovò in Russia, più precisamente a Samara, dove nel 1880 chiese alle autorità di affittare un terreno per il suo futuro birrificio. Non è esattamente chiaro come sia arrivato in Russia e cosa abbia fatto qui prima di allora, ma una cosa è certa: ottenne un lotto che in precedenza ospitava un altro birrificio e mise in piedi uno dei marchi di birra più famosi di Russia, molto popolare ancora oggi.

Prima di trasferirsi in Russia, von Vacano aveva appreso i fondamenti della produzione della birra in Germania e in quella che ora è la Repubblica Ceca. Alla fine, inventò la sua ricetta unica e equipaggiò la sua fabbrica con le innovazioni tecnologiche più all’avanguardia. Aveva un nastro trasportatore e rubinetti automatizzati per la spillatura. Inoltre, la sua fabbrica aveva una caldaia a vapore con il più grande magazzino di olio combustibile di Samara. A proposito, gli appartamenti dei suoi operai sono stati i primi in città con il riscaldamento a vapore.

Nel 1881-1905, il volume di produzione della sua fabbrica crebbe di 50 volte, e nel 1911 divenne il terzo produttore di birra del Paese, con vendite in tutta la Russia, l’Asia centrale e persino in Persia.

Von Vacano non era solo un buon imprenditore, ma anche un generoso filantropo. Elesse Samara a sua seconda patria e fece del suo meglio per migliorare la città. Costruì la prima centrale elettrica, installò l’illuminazione nella fabbrica, nelle case dei lavoratori, nel teatro e nel parco cittadino. Usò i suoi fondi privati ​​per sviluppare il sistema fognario, e donò una delle sue proprietà all’orfanotrofio locale. Aiutò anche la Croce Rossa russa e sostenne i veterani della guerra russo-giapponese. Nel 1899, lui e la sua famiglia ottennero la cittadinanza russa.

Con l’inizio della Prima guerra mondiale, la produzione di birra si fermò per il proibizionismo di Stato, e i locali della fabbrica vennero utilizzati per scopi militari. Von Vacano costruì un ospedale per la città e promise di prendersi cura di tutte le spese di cura dei feriti fino alla fine della guerra. Ma nonostante questo, le autorità russe avevano il sospetto che i membri della sua famiglia lavorassero per l’intelligence austriaca e tedesca.

Suo figlio, Vladimir, era un console austriaco, e sua figlia, Olga, lavorava a Vienna. Alla fine von Vacano, un signore di ormai 70 anni, fu accusato di essere una spia tedesca e venne esiliato nella città di Buzuluk, nella regione di Orenburg, insieme al figlio Vladimir. Da lì continuò a gestire la sua fabbrica, ma l’ascesa al potere dei bolscevichi nel 1917 spinse molti dei suoi familiari a fuggire in Austria.

La fabbrica fu nazionalizzata e von Vacano seguì la sua famiglia in Austria dove trascorse il resto della sua vita. La fabbrica di Samara rimase attiva, ma in seguito ai falliti tentativi degli eredi di von Vacano di riportarla alla gloria negli anni Venti, alla fine fu completamente rilevata dalle autorità, insieme alla ricetta della birra di famiglia. Il marchio “Zhigulevskoe” è sopravvissuto, ma questa è tutta un’altra storia.

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