L’autrice dell’inchiesta, Galina Mursalieva, ha calcolato che in Russia da novembre 2015 ad aprile 2016 si sono verificati 130 suicidi di ragazzi.
: Getty ImagesI “Gruppi della morte” è una comunità virtuale iscritta a Vkontakte, il social più diffuso della rete russa, che deliberatamente istigano i minori al suicidio. L’opinione pubblica in Russia è venuta a conoscenza della loro esistenza grazie a un’inchiesta pubblicata sul giornale liberale Novaya Gazeta il 16 maggio scorso. L’autrice dell’inchiesta, Galina Mursalieva, ha calcolato che in Russia da novembre 2015 ad aprile 2016 si sono verificati 130 suicidi di ragazzi. E di questi 130 “almeno 80” facevano parte di queste community.
È un’ampia setta dietro cui si celano degli adulti, scrive la Mursalieva. No, si tratta solo di un mucchio di ragazzi che hanno inscenato un’orrenda mistificazione, sostengono altri. Tuttavia, in parlamento si stanno già discutendo nuove leggi restrittive.
L’indagine di Novaya Gazeta
I gruppi su “Vkontakte” che istigano i ragazzi al suicidio sarebbero almeno millecinquecento, si legge nella testata. Hanno nomi in apparenza inoffensivi come “Casa tranquilla”, “Mare delle balene” o misteriosi come “f57”. I loro siti sono pieni di solenni citazioni sull’assurdità della vita e di canzoni sullo stesso tema. Gli aderenti più motivati di questi gruppi vengono coinvolti in gruppi “un po’ più seri” che presentano contenuti shock come braccia tutte tagliate e video in cui vengono mostrati finti e veri suicidi.
Il loro scopo è di “incitarli a imitare Rina”. Rina è il nome di una sedicenne di una città siberiana la cui storia circola nel web, che nel novembre 2015 si è sdraiata sui binari della ferrovia. Le fotografie del suo corpo maciullato hanno fatto il giro della rete e Rina è diventata un simbolo per i “gruppi della morte”.
Li “hanno portati a quel punto” attraverso dei quest: gli amministratori assegnavano a ogni ragazzo un numero e delle istruzioni sul giorno e il modo in cui farla finita. Poi veniva azionato un “timer”. Finché non arrivava il “giorno x”, gli adolescenti dovevano eseguire una serie di “compiti a casa”: graffiarsi le mani fino a farle sanguinare e decifrare degli “indovinelli” composti di cifre folli.
I materiali pubblicati su “Novaya gazeta” si riferiscono soprattutto alle interviste fatte a Irina, la madre della dodicenne Ela, che lo scorso dicembre si è buttata dal quattordicesimo piano. La ragazzina era iscritta ai “gruppi della morte”. Dopo la morte di sua figlia Irina ha cominciato a svolgere da sola delle indagini: si è creata un finto account e ha deciso di investigare. Così la donna ha trovato una carta variopinta della Russia in cui alcune città erano indicate con grossi punti. “L’ho scoperta in gennaio e già a febbraio si erano verificati suicidi di ragazzini in queste città”, ha spiegato.
Cosa dicono gli organizzatori delle community?
I più attivi propagandisti del suicidio sono Filipp Lis (Philip Fox) e “Mare delle balene”, fondatore del gruppo che porta il suo stesso nome. La giornalista di Novaya Gazeta non ha voluto scoprire chi si nasconde dietro questi nickname, ma la testata Lenta.ru è riuscita a mettersi in contatto con il fondatore della community “Mare delle balene” (le balene si arenano sulla costa per suicidarsi). “Mare delle balene” ha raccontato che Filipp Lis, leader del gruppo bloccato nella rete, “f57”, intendeva solo “fare incetta” di iscritti per gli inserzionisti: con gruppi così appealing si possono ottenere grossi guadagni. Puntando su un tema trendy Lis ha creato il mito di una “setta” orrenda, promuovendolo sulla scia del caso di Rina.“Ho monitorato l’effetto che ha suscitato, il successo mi ha dato alla testa e ho creato le balene” ha spiegato a Lenta.ru “Mare delle balene”. A suo dire, avrebbe cercato di distogliere gli adolescenti dall’idea del suicidio, ma per far questo bisognava prima “diventare uno di loro”.
Quali sono stati gli esiti dei “gruppi della morte”?
I coordinatori dei “gruppi della morte” si confondono continuamente nelle loro “testimonianze”. Non era nient’altro che uno scherzo che è sfuggito al loro controllo tenta di spiegare Lis. Era solo un “gioco” che alcuni ragazzini hanno preso troppo sul serio, sostengono i fondatori di altri gruppi.
Lis ritiene che il numero effettivo di suicidi tra gli iscritti non superi i 10. “Non si deve diffondere la notizia che i social siano un luogo abitato da maniaci e gente che istiga al suicidio. Altrimenti finirà che verranno proibiti” ha scritto Mare delle balene. Ma subito dopo aggiunge: “I ragazzi si sono rivolti a noi in cerca di un aiuto che altrove non avrebbero trovato. Persino l’ultimo giorno quando avevano bisogno di aiuto di farla finita”.I giornalisti hanno già trasmesso tutte le informazioni agli amministratori e alle forze dell’ordine. In Russia c’è una legge che impone di bloccare i siti che propagandano il suicidio. Nella Camera alta del parlamento russo si è già proposto di incriminare i proprietari dei siti e dei social che istigano al suicidio.
Vkontakte è il social network più popolare in Russia. Secondo i dati di Tns, nel dicembre 2015 il numero dei suoi utenti raggiungeva i 46,6 milioni, quello di Odnoklassniki i 31,5 milioni e quello di Facebook 21,6 milioni. La popolazione complessiva della Russia è di 146 milioni di abitanti.
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