Abbiamo già esaminato gli elementi architettonici che normalmente compongono una chiesa ortodossa. Proviamo ora a entrare per capire com’è fatta dentro.
Il più delle volte alla chiesa si può accedere attraverso il “Pritvor” (“притвор”), cioè “nartece” o “ardica”. Trattasi di una specie di vestibolo dove si espongono informazioni relative alla chiesa e gli orari delle funzioni liturgiche. Qui si tengono anche scialli e gonne lunghe per chi ne è sprovvisto, perché nelle chiese ortodosse le donne devono indossare la gonna e coprirsi la testa, mentre i maschi, al contrario, il copricapo se lo devono togliere.
Nel passato il nartece era riservato ai penitenti che non potevano entrare in chiesa. Oggi nel nartece, o subito dopo la porta d’ingresso della chiesa, viene messo un banco dove si vendono candele, icone, croci, libri religiosi.
Interno della Cattedrale della Trinità Vivificante nel Monastero di Solovki
Ilja Timin/SputnikCostituisce il principale spazio della chiesa dove si radunano i fedeli. Se la chiesa è grande, la navata può essere divisa in più sezioni a mezzo di colonne. Le pareti della navata sono dipinte con scene della Bibbia, mentre sotto la cupola spesso c’è un’immagine di Cristo Pantocratore.
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill (Cirillo I) durante una funzione religiosa nella Cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca
Pavel Bednyakov/SputnikQuando si entra in una chiesa, si sente subito un particolare profumo. È la fragranza di incenso, un’apposita resina aromatica. Durante la liturgia, nel “Kadílo” (“кадило”), ossia turibolo, uno speciale vaso di metallo con coperchio e munito di catene, vengono accesi dei carboncini sui quali si mette poi dell’incenso. Il sacerdote fa un giro della chiesa, incensandola con il fumo che esce dal turibolo.
Un sacerdote ortodosso accende la lampada votiva dell’iconostasi in una chiesa di campagna del Territorio di Krasnojarsk, in Siberia
Ilja Najmushin/SputnikImmagini sacre che raffigurano santi ortodossi, festività, scene della Bibbia, la Madre di Dio o Gesù Cristo. Di solito, di fronte all’icona viene accesa una lampada sospesa su catene.
La messa della notte di natale nella Chiesa della Nostra Signora del segno (Znamenskij) a Divnogorsk
Ilja Najmushin/SputnikDi fronte a tutte le icone, sul pavimento, viene messo un “Kandílo” (“кандило”); un grande candelabro dove i fedeli mettono una candela accesa come supplemento alla loro preghiera. Le candele si accendono in particolare per la salute e il benessere delle persone care.
Accensione delle candele in una chiesa ortodossa russa
Aleksandr Kryazhev/SputnikLa tradizione di accendere candele di fronte alle icone è antica, i primi cristiani, che pregavano nelle catacombe, senza candele non sarebbero riusciti a vedere il volto del loro santo. Oggi comprare una candela rappresenta una piccola offerta alla chiesa.
Il “kanun”, candelabro rettangolare con molti alloggiamenti per le candele, della Cattedrale del Cristo Salvatore di Kaliningrad
Vitalij Nevar/SputnikIn tutte le chiese troverete un “Kanún” (“канун”), candelabro rettangolare con molti alloggiamenti per candele. Di solito questo candelabro, simbolo del Calvario, viene posizionato di fronte a Gesù Crocifisso. Le candele si accendono in memoria delle persone defunte.
La Chiesa della Resurrezione di Pljos, nella Regione di Ivanovo
Aleksandra GuzevaNel centro della navata, di fronte all’iconostasi, si trova “Analój” (“аналой”), ossia l’“analogion”, basamento inclinato sul quale vengono esposte le icone. Il più delle volte le icone sono dedicate alle festività in corso e quindi possono cambiare.
Il coro della Cattedrale della Santa Trinità di Ekaterinburg
Pavel Lisitsyn/SputnikCon questa parola greca viene indicata l’area rialzata, a sinistra o a destra dell’iconostasi, riservata al coro. Alcune chiese ne hanno due, su entrambi i lati della navata.
Iconostasi della Chiesa dell’Innalzamento della Croce, a Palekh, Regione di Ivanovo
Aleksandra GuzevaLa parte più bella e più in vista della chiesa; la parete di icone che separa la navata dall’altare. L’iconostasi può avere da una a otto file di icone (le iconostasi più alte sono tipiche delle chiese Barocche). In media, l’iconostasi è composta da quattro ordini di icone.
Iconostasi del Monastero di Jurev (San Giorgio)
Igor Podgornij/SputnikA proposito, la chiesa può avere più iconostasi, ma non dovete esserne sbalorditi. Iconostasi più piccole si trovano nei cosiddetti “Pridél” (“придел”), cioè sezioni dell’edificio dedicate a determinate Festività o a singoli santi. Di solito queste cappelle si trovano ai lati dell’iconostasi maggiore o in apposite costruzioni annesse all’edificio. Nella chiesa ci possono essere più “pridel”, per esempio la Cattedrale di San Basilio ne ha 11! Ciascuna con una sua cupola. Ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato all’architettura delle chiese ortodosse.
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Messa di Pasqua nella Chiesa di San Demetrio di Rostov, nel villaggio di Dmitrievskoe, Regione di Tula
Vitalij Belousov/SputnikLa porta centrale dell’iconostasi (generalmente a due ante) viene aperta soltanto durante la liturgia. Conduce all’altare, di cui parleremo in seguito. Vi possono accedere soltanto i sacerdoti. Ai lati dell’iconostasi ci sono altre due porte, usate dai coadiutori del sacerdote celebrante, di cui una può condurre nella “Ríznica”, cioè in “sagrestia”, dove sono conservati i paramenti liturgici.
La porta dell’altare nella chiesa della prigione di Omsk
Aleksej Malgavko/SputnikLa parte più importante della liturgia viene celebrata dentro l’altare, luogo rialzato (in nome deriva dal latino “altus”, cioè, alto), delimitato dall’iconostasi. L’ingresso nell’altare è vietato a tutti tranne i sacerdoti e i fedeli che hanno avuto l’apposita benedizione (le donne vi possono entrare soltanto se sono monache e premesso sempre che abbiano ricevuto la benedizione).
L’altare è il luogo dove si compiono sacrifici. Nella tradizione cristiana viene celebrato il Sacrificio Incruento.
Altare della Chiesa di tutti i Santi a Ekaterinburg
Sergej Pyatakov/SputnikNella parte centrale dell’altare, dietro la Porta reale, si trova il Sacro Tavolo (in russo “prestòl” – “престол”). Trattasi di un tavolo alto circa un metro coperto con due teli. Quello inferiore simboleggia la Sacra Sindone, il telo sopra, gli abiti di Cristo.
Il “prestol”, o “tavolo sacro” dell’altare, usato per appoggiare le suppellettili e i libri sacri da utilizzare durante la liturgia
Priest Maksim Massalitin (CC BY-SA 2.0)/SputnikSul Sacro Tavolo sono sistemati gli arredi più importanti dell’altare:
Il patriarca Kirill (Cirillo I) durante la liturgia nella Cattedrale del Cristo Salvatore
Sergej Pyatakov/SputnikTavolino posizionato a fianco del Sacro Tavolo, sul quale il pane e il vino vengono preparati per la liturgia.
Un candelabro a sette bracci nella Chiesa della Purificazione del Signore, a Kaliningrad
Igor Zarembo/SputnikParticolare tipo di candelabro alto per 7 candele, nell’altare di solito si trova accanto al Sacro Tavolo.
Accanto alla parete dell’abside, a pianta semicircolare, un posto speciale è riservato al trono sul quale, durante la liturgia, siede il vescovo.
Un reliquiario contenente i sacri resti di Santo Spiridione di Trimitonte, portati in Russia dall’isola greca di Corfù
Sergej Pyatakov/SputnikNelle chiese spesso sono esposte per la venerazione delle reliquie di santi conservate, appunto, in reliquiari, che possono avere l’aspetto di un sarcofago riccamente decorato, di un piccolo scrigno o di un cassetto di dimensioni più grandi che contiene frammenti più voluminosi o vestiti.
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