Che cos’è il “Punto Nemo”?
Se vi siete mai chiesti dove sia il luogo della solitudine assoluta, dove nessuno vi troverà mai? Beh… è il Punto Nemo. Che non è neppure sulla terraferma, ma nel bel mezzo della distesa oceanica.
È questo il nome dato al luogo della Terra più lontano da qualsiasi punto continentale. Il suo nome ufficiale è Polo oceanico dell’inaccessibilità. E la sua posizione è stata calcolata con precisione trent’anni fa dall’ingegnere ricercatore croato-canadese Hrvoje Lukatela, utilizzando una modellazione al computer. Il sito si trova nell’Oceano Pacifico meridionale alle coordinate 48°S e 123°W e dista 2.688 chilometri (1.451 miglia nautiche) dalle terre emerse più vicine che sono a nord l’Isola di Ducie (nelle Pitcairn), a nord-est l’isola Motu Nui (nei pressi dell’Isola di Pasqua) e a sud l’isola Maher (al largo della Terra di Marie Byrd, in Antartide).
“Ho fatto di tutto per arrivare a questo punto e ora che l’ho raggiunto mi annoio a morte. La cosa più difficile è capire se sono ancora vivo”, diceva il protagonista dell’opera di Jules Verne “Ventimila leghe sotto i mari” (compare anche ne “L’isola misteriosa”), il Capitano Nemo, da cui oggi prende il nome questo luogo remoto.
A dirla tutta, non si tratta di un punto sulla mappa, ma di una vasta distesa oceanica e sì, può diventare piuttosto noiosa. È un vero e proprio deserto marino (chiamato anche zona morta gigante). Qui, enormi masse d’acqua girano in cerchio a causa delle correnti e hanno pochi contatti con le altre masse idriche a causa della pressione e della temperatura. Pertanto, l’acqua di questa zona contiene pochi nutrienti e, di conseguenza, pochissima fauna.
Proprio perché è così isolata, è stata scelta come discarica per i detriti spaziali; i satelliti, le stazioni spaziali e i veicoli spaziali che vengono rimossi dall’orbita vengono fatti cadere qui. La Stazione spaziale Mir, che pesava più di 140 tonnellate, è finita qui nel 2001 e sono stati fatti dei piani per far precipitare qui anche la Stazione Spaziale Internazionale al termine della sua vita operativa.
Il “Punto Nemo russo”
Ipoteticamente, esiste anche questo particolare punto dell’inaccessibilità, per il quale non bisogna prendere come punto di riferimento le frontiere terrestre, bensì i confini dello Stato sia marittimi che terrestri. Il Punto Nemo russo, quindi, è l’area interna più lontana dagli altri Stati. E sebbene la Russia sia il Paese più grande del mondo in termini di superficie, non è facile inscrivere un cerchio di grandi dimensioni nei suoi confini.
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Nella parte europea della Russia, la vicinanza dei confini occidentali, la frastagliata costa settentrionale e le sporgenze dei confini meridionali rendono impossibile inserire un cerchio con un raggio superiore ai mille chilometri.
Le possibilità aumentano dopo aver attraversato gli Urali, dove l’ampiezza del territorio da nord a sud aumenta. La costa settentrionale, invece, è troppo ricca di foci di fiumi che sfociano in mare e arcipelaghi di isole. A sud, il confine è più lineare, ma anche qui ci sono rientranze isolate sul lato mongolo e cinese.
Inscrivere un cerchio di grande raggio a est è ancora meno probabile, a causa delle asperità delle coste orientali della Kamchatka e dell’Estremo Oriente.
Così, il cerchio più grande è inscrivibile nella vasta distesa della taiga della Siberia orientale. I ricercatori dilettanti che si sono impegnati in questa iniziativa ritengono che sia equidistante dai confini con la Cina, la Mongolia e la costa settentrionale, e che il centro abbia coordinate 108 gradi E e 63 gradi N, trovandosi dunque nella parte settentrionale della regione di Irkutsk, nella valle del fiume Nizhnjaja Tunguska.
La distanza più breve dai confini meridionali con la Cina e la Mongolia è di circa 1300 km, così come dai mari settentrionali, e il luogo abitato più vicino è il piccolo villaggio di Khamakar (ha meno di 100 abitanti) nel distretto di Katanga della regione di Irkutsk.
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