La Venezia del Nord, la Detroit russa e la Terza Roma: quali città russe hanno questi soprannomi?

Russia Beyond (Egor Aleev / TASS, Reinier Snijders / EyeEm / Getty Images)
Appellativi antichi usati ancora oggi. Ecco a quali città sono attribuiti e perché

Venezia del Nord

San Pietroburgo

La “Venezia del Nord”. È così che in Russia chiamano San Pietroburgo, la città affacciata sul Golfo di Finlandia dove scorre una fitta rete di canali e corsi d’acqua. Non sappiamo se anche lo zar Pietro il Grande, fondatore della città, la chiamasse allo stesso modo: lui a Venezia non c’era mai stato; ma una cosa è certa: Pietro amava definire San Pietroburgo “il mio paradiso”. 

Lo scrittore e viaggiatore francese Théophile Gautier, invece, a Venezia c’era stato più volte, e quando nel 1839 si recò a San Pietroburgo, scrisse: “Numerosi canali si snodano attraverso la città, costruita come una Venezia del Nord su molte isole”.

Per lo stesso motivo, la “Venezia russa” (o “Venezia di Tver”) viene chiamata anche “Vyshny Volochek”, dal nome della città che ospita il più antico sistema di canali artificiali della Russia, creato all'inizio del XVIII secolo per facilitare i collegamenti fluviali tra San Pietroburgo e il Volga. Per questo motivo, nel centro della città di Vyshny Volochek (nell’oblast di Tver) ci sono anche canali che un tempo erano navigabili, ma certamente non così tanti come a San Pietroburgo.

Nizza

Jalta

A cavallo tra il XIX e il XX secolo Jalta era chiamata la “Nizza russa”, mentre l'intera costa meridionale della Crimea era chiamata la “Riviera russa”. All'epoca, la Crimea era una delle mete più gettonate per le vacanze della bohème russa, della nobiltà, degli artisti e degli scrittori. Gorkij, Tsvetaeva, Bulgakov, Kuprin erano spesso in questi luoghi; Cechov e Voloshin avevano i loro cottage estivi in Crimea. È interessante notare che Nizza e Jalta sono città gemellate grazie a un accordo firmato nel 1960.

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Manchester

Operaie di una fabbrica tessile di Ivanovo al lavoro

La città di Ivanovo - uno dei maggiori centri di produzione tessile della Russia - è invece chiamata la “Manchester russa”. Le prime fabbriche tessili apparvero a Ivanovo nel XVII secolo e la città adottò questo soprannome in epoca sovietica (la prima versione del nomignolo fu “Manchester rossa”). Ivanovo era allora considerata la terza capitale proletaria della Russia: lì, nel 1905, durante la Rivoluzione, apparve il primo consiglio dei deputati dei lavoratori. Gli operai di Ivanovo furono i primi nel Paese a creare un’organizzazione per rappresentare e difendere i loro diritti. 

Atene

“La famosa città di Cherepovets, o, in parole povere, l'Atene del Nord... Qui vengono mandate persone a studiare da varie località di Novgorod e dalle province limitrofe”, scriveva l'economista russo Andrej Subbotin nel 1894. Questo infatti era il soprannome di Cherepovets all’epoca in cui Ivan Andreevich Miljutin, mercante e armatore, ricopriva il ruolo di sindaco della città.

Genio commerciale della piccola borghesia, che ottenne la nobiltà ereditaria per sé e per la sua famiglia (caso molto raro per quei tempi!), Miljutin non ricevette alcuna istruzione e studiò da autodidatta per tutta la vita; forse fu proprio per questo che egli considerò sempre l’istruzione una necessità primaria. 

Con lui, a Cherepovets furono aperti 7 istituti scolastici femminili e maschili, una biblioteca pubblica, un museo, una libreria e una tipografia. A quel tempo Cherepovets non era solo chiamata l’Atene del Nord, ma anche la “Oxford russa”.

Roma 

La Piazza Rossa di Mosca

“Mosca è la terza Roma”. Questa frase viene ricordata dai russi fin dai tempi della scuola. Il primo a chiamare Mosca la Terza Roma fu il monaco ortodosso Filofej che scrisse tra il 1523 e il 1524 una lettera al Gran Principe di Mosca in cui lo esortava a combattere l’eresia. A detta del monaco, il Principato di Mosca restava l’ultimo baluardo della vera fede. “Tutti i regni cristiani sono giunti alla loro fine e si sono fusi nell’unico regno del nostro sovrano”, scriveva Filofej in una delle sue lettere. “Due Rome sono cadute, ma la terza resiste e non ve ne sarà una quarta”. Nel XVI secolo questo concetto divenne uno dei fondamenti ideologici del potere dei principi di Mosca e poi degli zar, che si consideravano successori degli imperatori romani e bizantini e sostenitori della fede ortodossa.  

Chicago

Samara, la fabbrica di birre Zhiguli

Grazie al suo sviluppo industriale in continua espansione (che subì una forte accelerazione dopo il 1877, con la costruzione della ferrovia di Orenburg), nel XIX secolo Samara fu ribattezzata la “Chicago russa”.

Samara si trova alla confluenza tra le rotte terrestri, fluviali e ferroviarie che collegano l'Asia all'Europa; inoltre in città c’era un intenso commercio del pane e nella regione furono scoperti giacimenti di petrolio. A Samara, poi, approdava un’enorme quantità di merci. Tutto ciò attirò in città mercanti e criminali, e il parallelismo con Chigago fu piuttosto immediato. 

Inoltre, Samara è una città piuttosto ventosa, per via della sua posizione sull’ansa del Volga, e anche questo elemento contribuì ad alimentare le analogie con Chicago, chiamata per l’appunto la “città ventosa”.

Detroit

Togliatti, l'impianto automobilistico VAZ

La “Detroit russa” (Togliatti) è geograficamente molto più vicina alla “Chicago russa” (Samara) rispetto ai loro equivalenti reali: fra Togliatti e Samara ci sono appena 100 chilometri di distanza da percorrere in auto.

Il soprannome  affibbiato a Togliatti è dovuto alla locale fabbrica di automobili: è qui infatti che ha sede la russa AvtoVAZ; allo stesso modo, Detroit è oggi nota come capitale dell'industria automobilistica statunitense.

La città di Togliatti, fondata da Vasilij Tatishchev nel 1737 con il nome di Stavropol, ha ottenuto il nome “italiano” nel 1964, in onore del comunista italiano Palmiro Togliatti, morto nell'agosto 1964, durante una vacanza in Crimea. 

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