Le città più criminali dell'URSS

Russia Beyond (Foto: Archivio del Ministero degli Esteri; Osman6666; V.Kozlov/Sputnik)
Negli anni, diverse bande terrorizzarono talmente tanto gli abitanti di queste città che le autorità furono costrette a far intervenire l’esercito

1 / Odessa

Odessa è famosa per le sue “tradizioni malavitose” fin dai tempi dell’Impero russo. Qui mossero i loro traffici “star” del crimine come Misha Japonchik e Sofija Bliuvshtein, meglio conosciuta come Sonja Zolotaja Ruchka.

Il tasso di criminalità nella “perla affacciata sul mare” non migliorò nemmeno in epoca sovietica; e dopo la Seconda guerra mondiale si fece ancor più intenso: il numero di criminali a Odessa superava di gran lunga quello degli uomini delle forze dell’ordine.

Odessa nel 1936

Solo uno sprovveduto o un forestiero poteva gironzolare per le strade di Odessa dopo il calare del sole. E nemmeno le case erano luoghi affidabili: bande come il Gatto Nero e i Dodzh ¾ saccheggiavano ripetutamente gli appartamenti, talvolta massacrando brutalmente intere famiglie, prima di scomparire senza lasciare traccia nella vasta rete di cunicoli ed ex cave, che si estendevano sotto la città. 

Alla fine le autorità sovietiche decisero di usare il pugno di ferro e di porre fine una volta per tutte alla criminalità locale, alla quale dichiararono guerra anche le Forze Armate. Tra l’altro le autorità militari si videro direttamente coinvolte nel problema, visto che in più di qualche occasione gli ufficiali dell’esercito sovietico, giunti ad Odessa per trascorrere le vacanze, finirono vittima dei banditi.

Nel 1946, il “Maresciallo della Vittoria” Georgij Zhukov arrivò a Odessa e fu nominato comandante delle truppe del distretto di Odessa. Per lui la nuova posizione era un esilio di fatto, motivato dal desiderio di Stalin di allontanare dalla capitale un comandante militare secondo lui troppo popolare. 

Il maresciallo Georgij Zhukov

Si dice che a Odessa Zhukov avesse dato inizio all'operazione segreta “Masquerade”. Gli agenti di polizia e dei servizi segreti militari, vestiti in abiti civili, si intrufolarono nel dedalo di vie della città avvolta dalla notte per servire come esca per catturare i criminali: chi tentava di derubarli veniva fucilato senza preavviso. Così facendo, centinaia di criminali furono eliminati nel giro di pochi mesi.

Nonostante oggi ci siano dei dubbi su come realmente andarono i fatti, una cosa è certa: l’arrivo del maresciallo Zhukov in città pose fine in breve tempo alla malavita che impregnava Odessa.

2 / Rostov sul Don

A contendersi il titolo di “città più criminale dell’URSS”, insieme a Odessa, c’era anche Rostov sul Don. I mondi criminali delle due città erano così strettamente intrecciati l'uno con l'altro che tra i criminali si diffuse il detto: “Rostov - papà, Odessa - mamma”.

Rostov sul Don nel 1965

I criminali di Rostov sul Don acquisirono una certa popolarità in URSS alla fine degli anni ‘60: fu allora che iniziò l'attività della cosiddetta “banda fantasma”, il gruppo criminale probabilmente più ingegnoso della storia sovietica. Coprendosi il volto con delle calze nere (da lì il nome della banda), irrompevano armati nei negozi e nelle filiali della Banca di Stato.

La precisione delle loro azioni portò la polizia a pensare che avessero dei legami con i servizi segreti occidentali. Nel 1973 tutti e tre i membri dell'inafferrabile banda furono catturati, condannati e fucilati.

Membri della banda

Ai criminali della “banda fantasma”, che avevano all'attivo quattordici rapine a mano armata e due omicidi, fece seguito nel 1979 la ben più brutale banda del Capitano Nero. I tre fratelli Samoilenko e il loro amico Sergej Lezhennikov erano soliti fermare le auto per strada, uccidere i passeggeri (a volte intere famiglie), prendere tutti gli oggetti di valore e gettare le auto nei fiumi.

Membri della banda

Dopo aver ucciso un capitano di polizia, i banditi iniziarono a usare la sua uniforme per tendere imboscate a ignari automobilisti. Da lì nacque il nome Capitano Nero.

La banda non ebbe vita lunga: già nel marzo del 1980 tutti i membri furono catturati; ma prima che la città potesse tirare un sospiro di sollievo, ecco un nuovo attacco: vestiti da medici, iniziarono a fare irruzione nelle case, derubando e uccidendo i proprietari. 

Oltre a rapine e saccheggi, la banda dei “medici” era attiva anche nel traffico di droga ed era specializzata nel corrompere le forze dell’ordine, per far uscire di prigione altri criminali. 

Quando finalmente la polizia riuscì a intercettare e catturare i malviventi, solo uno di loro fu condannato all’ergastolo: gli altri se la cavarono con 15 anni di carcere, e in alcuni casi non finirono nemmeno dietro le sbarre. 

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3 / Kazan

Kazan in epoca sovietica

Kazan è sempre stata una meta molto popolare tra i turisti sovietici. Tuttavia, negli anni ‘70 la gente conobbe la città da un punto di vista totalmente diverso e ben poco attraente: la città fu letteralmente travolta da un’ondata di criminalità giovanile. Varie bande si contendevano il potere, terrorizzando la popolazione locale con rapine, furti, omicidi, stupri e furti d'auto.

La banda più potente era quella dei Tjap Lap, che si muoveva nell'area dello stabilimento di Teplokontrol. Quei giovani, che non bevevano e non fumavano (era severamente vietato), vivevano letteralmente in palestre allestite nei sotterranei delle case. Con oltre trecento combattenti ben addestrati, la banda riuscì a scalare i vertici della malavita locale.

La gang

Oltre a dar del filo da torcere alle bande rivali, i membri della Tjap Lap erano soliti organizzare le cosiddette “corse” (пробеги, probegi, in russo): armati fino ai denti, si avventavano su chiunque incrociassero per strada, picchiando e derubando i poveri malcapitati.

Ma una di queste “corse” fu la goccia che fece traboccare il vaso: il 29 agosto 1978, i banditi aprirono il fuoco contro un autobus passeggeri, uccidendo alcune persone e ferendone gravemente delle altre, tra cui una donna incinta. Tre poliziotti che cercarono di fermare i criminali rimasero gravemente feriti. Da lì le forze dell’ordine dichiararono guerra alla gang.

Processo alla banda di

Diverse decine dei suoi membri si ritrovarono in poco tempo sul banco degli imputati e furono condannati a diversi periodi di detenzione. Uno dei tre leader del gruppo, Zavdat Khantemirov ("Javda"), fu fucilato per ordine del tribunale. 

Altri due leader, Sergej Antipov ("Antip") e Sergej Skryabin ("Skryaba"), dopo aver scontato la pena in carcere, vennero rilasciati e tornarono a delinquere. A quanto pare, entrambi sono morti nella spietata guerra tra bande che ha travolto la Russia dopo il crollo dell'Unione Sovietica.     

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